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La pensione e i giovani precari

La CGIL, Nidil e Inca si sono fatti promotori di una campagna di sensibilizzazione sul futuro previdenziale dei giovani precari.

L’iniziativa parte da una recente dichiarazione del responsabile dell’Inps, Mastropasqua, che ha posto un problema importante e non trascurabile, ovvero i lavoratori parasubordinati non hanno una vera prospettiva pensionistica.

Le tre organizzazioni sindacali hanno messo in evidenza, attraverso delle simulazioni, la carenza del futuro assegno pensionistico; infatti, nella maggior parte dei casi analizzati si è constatato che, a fronte di 40 anni di contribuzione, questi giovani percepiranno un assegno mensile non superiore a 500 euro.

L’iniziativa intende rimarcare le osservazioni del Presidente dell’INPS, Antonio Mastrapasqua, secondo il quale se l’ente previdenziale dovesse

dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale

Forse anche per questo motivo è scomparsa la possibilità di ottenere la simulazione della futura pensione dei lavoratori dipendenti dal sito Inps.

L’assegno mensile è così basso perché la maggior parte della responsabilità è imputabile al basso livello di reddito dei precari, oltre all’aliquota previdenziale che oggi è del 26% a differenza dei dipendenti subordinati che versano il 33%. Non solo, i rapporti di lavoro dei precari sono per natura discontinui e questo pesa molto sulla contribuzione.

Ha poi contribuito, non di poco, l’entrata in vigore dei nuovi coefficienti di trasformazione che hanno ulteriormente penalizzati i lavoratori precari.

A questo riguardo le organizzazioni sindacali dei precari hanno ipotizzato alcuni provvedimenti necessari.

Il Nidil della CGIL ha proposto che la pensione sia almeno pari al 60% delle ultime retribuzioni e che i compensi dei lavoratori parasubordinati siano agganciati ai minimi dei contratti nazionali di riferimento per i lavoratori con analoga professionalità.

Il Nidil ha posto anche il problema dell’aumento dell’aliquota previdenziale.

Secondo il sindacato sarebbe, inoltre, necessaria l’obbligatorietà della rivalsa previdenziale per i lavoratori con partita IVA iscritti alla Gestione separata, il suo innalzamento dal 4% al 18% e l’introduzione di un costo aggiuntivo del 4%, a carico delle imprese, per l’utilizzo di lavoro parasubordinato, da destinare all’aggiornamento professionale e alla previdenza integrativa.

2 commenti su “La pensione e i giovani precari”

    • nessuno ti costringe a rivolgerti alle agenzie per il lavoro ma credo siano un’opportunità in più, ed anche valida.

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