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In Rai in aumento le cause di lavoro

 Un dipendente su dieci apre una vertenza in Rai per il riconoscimento del proprio ruolo o per ottenere dal giudice ciò che hanno diritto: una TV pubblica litigiosa, ma sarebbe interessante quanto si spende del canone pubblico per vertenze di questo tipo.

I dati pubblicati dal Corriere della Sera, dalla penna di Sergio Rizzo, sono precisi

Nel solo 2010 ne sono arrivate 285 nuove di zecca, 73 in più rispetto al 2009. La conclusione è che alla fine di quell’anno la Rai ne aveva aperte ben 1.309, a fronte di 13.313 dipendenti in tutto il gruppo

Le cifre illustrate sul noto quotidiano nazionale non sono per nulla una forzatura visto che sono state offerte al pubblico dalla Corte dei Conti in una relazione di ben 157 pagine.

La RAI, da parte sua, si è provata a difendersi affermando che i dati sopra esposti sono del 2010 in presenza di Mauro Masi, il precedente direttore generale.

Sergio Rizzo, da parte sua, pone in evidenza gli alti costi del lavoro nella TV pubblica visto che

ha superato di slancio il miliardo di euro: 1.027 milioni, contro 1.014 un anno prima. Il fatto è che pure il piano degli esodi incentivati (ne erano previsti almeno 400), che costano mediamente 108 mila euro a persona, si scontra con la realtà degli accordi sindacali per la stabilizzazione dei precari e delle cause di lavoro che spesso costringono l’azienda ad assumere. Il risultato è che nel 2011 il numero dei dipendenti di tutto il gruppo si è ridotto appena di un centinaio di unità. Per la Corte dei Conti gli stipendi pagati dalla sola Rai spa erano saliti a 11.857, contro 11.698 nel 2008: ben 10.110 erano quelli per il personale a tempo indeterminato, 270 in più nei confronti di due anni prima. I giornalisti in pianta stabile erano 1.675, ma considerando anche i 344 precari si arrivava allo spettacolare numero di 2.019, ridotto un anno dopo a 1.972. Per un costo medio, relativo esclusivamente ai garantiti, pari a 151 mila euro l’anno

Per una TV che vive su un canone pubblico lo scenario è proprio desolante e invece di chiedere la lotta all’evasione del tributo RAI è necessario riformare sul serio la struttura diminuendo, al contempo, il canone visto che, a dispetto della crisi economica, aumenta ogni anno.

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