I diritti del lavoro alla Foxconn

L a Foxconn è una delle maggiori società al mondo che impiega manodopera cinese e, in questo ultimo periodo, è al centro dell’attenzione per via delle condizioni di lavoro. Infatti, la Fair Labor Association accusa l’azienda asiatica di far lavorare i suoi dipendenti fino a 60 ore alla settimana e anche per undici giorni di seguito.

Lavoro e Sindacati: Cgil scrive a Cisl e Uil per iniziative comuni

 E’ da un bel po’ che in Italia la “triplice”, ovverosia Cgil, Cisl e Uil, è spaccata su molte decisioni, prese di posizione ed iniziative. Se infatti la Cisl e la Uil di norma riescono a fare fronte comune, la Cgil, invece, mantiene posizioni diverse, spesso divergenti, e comunque di forte opposizione e critica nei confronti dell’attuale Governo di centrodestra. Pur tuttavia, la Cgil ha scritto una lettera aperta alla Uil ed alla Cisl tendendo conto sia dell’attuale situazione del nostro Paese, sia dell’ultimissima manovra economica, da 45 miliardi di euro, che comporterà altri sacrifici a carico degli italiani.

Pensionati ed anziani: più diritti per i connazionali all’estero

 Lo Stato italiano, ai pensionati che, residenti in Italia, versano in condizioni di difficoltà e di bisogno, riconosce il percepimento dell’assegno di solidarietà; trattasi di un diritto ad una prestazione assistenziale che, pur tuttavia, non viene concessa ai nostri connazionali che, residenti in Paesi esteri, versano allo stesso modo nelle condizioni di povertà. Anche per questo, al fine di garantire pari diritti e pari dignità ai pensionati italiani che risiedono all’estero, per la giornata di giovedì prossimo, 10 dicembre 2009, è prevista una mobilitazione internazionale. Al riguardo, tra l’altro, la Cgil sottolinea come nella passata legislatura fossero stati presentate a più riprese delle proposte di Legge che avevano trovato un consenso bipartisan, ma fino ad ora nulla di tutto ciò ha portato all’approvazione di una Legge.

Lavoro irregolare: molto diffuso nel settore dei servizi

 Negli ultimi dieci anni è maturata sempre di più nel nostro Paese l’attenzione al fatto che il lavoro irregolare contribuisce a frenare lo sviluppo socio-economico, esercitando, sui potenziali investitori, dei veri e propri fenomeni ed effetti di dissuasione. A rilevarlo è l’IRES – Istituto di Ricerche Economiche e Sociali, che, con il progetto “INREGOLA”, ha effettuato un’analisi da cui, tra l’altro, è emerso come la sicurezza sul lavoro, l’emersione e la legalità rappresentino temi che non possono essere trattati separatamente. Nel nostro Paese l’economia sommersa viene stimata tra il 17% ed il 19% del prodotto interno lordo, con una perdita di gettito per lo Stato stimata in ben 100 miliardi di euro all’anno. In base ai dati Istat del 2005, nel nostro Paese ci sono poco più di 5,5 milioni di lavoratori non in regola, e di questi tre milioni risultano essere occupati a tempo pieno; ne consegue che in Italia il 12% delle persone che lavorano non è messo in regola. Ma in quali settori dell’economia tende maggiormente ad annidarsi il lavoro irregolare?

I sindacati

Se fino a qualche tempo fa il lavoratore veniva visto solamente come un soggetto passivo nel mondo del lavoro e dotato solamente di diritti adesso, fortunatamente, non è più così. Il lavoratore ha infatti un ruolo attivo ed ha doveri ma anche diritti.

Proprio per difendere i diritti dei lavoratori sorsero intorno alla fine del XVIII secolo le prime forme di associazione dei lavoratori meglio conosciuti ai giorni nostri col nome di sindacati. Ricordiamo comunque sia che così come esistono sindacati che si occupano dei lavoratori ne esistono anche che si occupano degli interessi dei datori di lavoro. Rivestono un ruolo delicato e molto importante.

Ecco quali sono le difficoltà che incontra un lavoratore nel mondo del lavoro

Abbiamo cercato di individuare quali sono le maggiori difficoltà a cui può andare incontro un lavoratore sia nel momento in cui decide di inviare il cv ad un’azienda sia quando inizia a lavorare. Vediamole insieme.

Età: è difficile per una persona che abbia raggiunto una “certa età” riuscire ad entrare o a rientrare nel mondo del lavoro. Sappiamo bene infatti che un’azienda che decide di assumere lavoratori in età di apprendistato gode di maggiori agevolazioni (fiscali ecc…).
Bisogna ricordare che nel nostro paese gli studenti universitari fuori corso sono molto numerosi: si affacceranno inevitabilmente nel mercato quando forse sarà troppo tardi.

Il discorso età si può comunque sia estendere anche a quelle mamme che decidono di essere autonome una volta che i figli hanno raggiunto una certa indipendenza.
Anche chi è super qualificato ma si ritrova ad aver oltrepassato la soglia degli “anta” (o forse anche gli “enta”?) difficilmente riuscirà a trovare un lavoro.

Universitari: un esercito di lavoratori low cost e in nero

Vogliamo parlarvi di un nuovo slogan, di un fenomeno che è in costante e preoccupante crescita: quello degli studenti universitari che per cercare di gravare in misura minore sul bilancio familiare cercano un’occupazione part time (conciliabile con lo studio).

Fin qui nulla di male, anzi sembrerebbe che i giovani italiani non siano poi tanto “bamboccioni”. Purtroppo però “non è tutto oro quel che luccica”. Perché? Presto detto.

Anzitutto proviamo a vedere insieme quali sono i principali lavori cercati dai giovani universitari. sono soprattutto quelli che possono essere svolti nei week end o in orari serali: baby sitter, hostess, promoter, barista, cameriere. Non è difficile riuscire ad ottenere uno di questi lavori; ma non sempre ciò è sinonimo di garanzie. Ebbene sì: stiamo proprio parlando di una brutta piaga sociale, quella del lavoro in nero. Sappiamo bene cosa voglia dire lavorare in nero: significa svolgere una determinata attività privi di qualsiasi tutela assicurativa. Si violano inoltre tutte le norme fiscali e tributarie ….e si rischia addirittura di non essere pagati.