Inail, per l’amianto maggiori risorse per gli infortunati

 L’Inail, nel fare il punto della situazione sulla sicurezza e la tutela degli infortunati a causa dell’amianto, ha voluto mettere in evidenza il lavoro svolto fino ad oggi e sull’operatività del regolamento attuativo del Fondo vittime amianto, che era previsto dalla legge 244/2007 (legge Finanziaria), ma che risulta operativo da circa due mesi.

In base alle informazioni diffuse dall’Inail si apprende che il nuovo regolamento ha stabilito un incremento aggiuntivo del 20% ai titolari di rendita INAIL per le malattie professionali asbesto-correlate.

Per Alessandro Marinaccio, ricercatore presso il Dipartimento di Medicina del Lavoro Inail (ex Ispesl) e responsabile del Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM), l’andamento è senza dubbio positivo e che consente di operare con una certa tranquillità anche se rimane ancora da capire coloro che risultano colpite non in ambito professionale.

L’Inail e il rischio nucleare giapponese

 L’Inail interviene a proposito del rischio che corre la popolazione a causa della centrale di Fukushima e lo fa mentre il Ministero della Salute esclude rischi nucleari per la popolazione italiana e mette a disposizione sul proprio sito informazioni e consigli sui possibili rischi immediati e a lungo termine.

Il direttore del Dipartimento di Medicina del Lavoro Inail (ex-Ispesl), Sergio Iavicoli, nel ricordare Chernobyl ha provato a fare il punto sulla situazione italiana evidenziando che, seppur il problema desta preoccupazione, i rischi di nuove piogge radioattive sono lontani. In effetti, secondo il direttore

Dopo Hiroshima e Chernobyl il nucleare è stato uno dei settori più studiati. Oggi si conoscono perfettamente i rischi e le misure cautelative che devono essere prese in questi casi. Ad esempio le compresse di sale di iodio, che nelle prime ore sono state distribuite dal governo giapponese, sono utili per fermare le prime contaminazioni: quando c’è un aumento della radioattività questa si propaga sia per irradiazione diretta sia per penetrazione negli alimenti e quindi attraverso l’ingestione di cibi contaminati

Inail, risultati apprezzabili sul fronte degli infortuni

Diffusi i dati sugli infortuni sul lavoro in Italia da parte del presidente dell’Istituto: risultati apprezzabili che vedono scendere la cifra delle vittime da 1500 a 980 rispetto alle valutazioni di dieci anni fa.

Secondo il presidente dell’Inail questi rappresentano delle cifre importanti perché è il frutto di anni di lavoro e di una maggiore sinergia con le aziende, in modo particolare con le piccole e medie industrie.

Il presidente dell’Istituto, Marco Fabio Sartori, in un’intervista al “Il Sole 24Ore” dopo aver commentato i dati preliminari sull’andamento infortunistico 2010 diffusi dall’Inail, osserva che

Scendere, sia pure di poco, sotto la soglia psicologica dei mille incidenti mortali non rappresenta un dato da poco. Solo dieci anni fa eravamo vicini alle mille e cinquecento vittime l’anno, significa che il lavoro dell’Inail nella diffusione sempre più capillare della cultura della sicurezza anche nel mondo delle piccole imprese sta pagando

Inail, in arrivo il sistema unico di sicurezza

Inail, insieme ad un gruppo di aziende, e Consel Consorzio Elis hanno definito un documento allo scopo di dare vita ad un sistema di gestione comune in ambito della sicurezza allo scopo di potenziare la prevenzione in materia di sicurezza sul lavoro elaborando, nella prima fase, le Linee di indirizzo Sgsl – Ar : un documento che definisce un modello comune di Sistema di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro delle aziende.

Fanno parte del sistema unico aziende come Autostrade, Ama, Enel, Trenitalia, Saipem, Poste Italiane, Acea e Italcementi.

Il documento è stato presentato nel corso di un interessante convegno dal tema Sicurezza, prevenzione e competitività: il ruolo attivo delle imprese, alla presenza del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: il tutto si basa su un modello conforme ai principali standard italiani e internazionali.

Sicurezza sul lavoro, chiarimento su macchine agricole semoventi

Il Ministero del Lavoro, per mezzo della Direzione Generale della Tutela delle  Condizioni di Lavoro, ha emanato la circolare n. 44 del 22 dicembre 2010, con la quale fornisce alcuni chiarimenti in merito alle problematiche di sicurezza delle macchine agricole semoventi.

La Direzione rileva che le attrezzature utilizzate per l’uso delle macchine agricole semoventi, in modo particolari quelle di costruzioni non recenti, sono spesso prive delle appropriate misure di protezione tanto che l’incidenza degli infortuni risulta sensibilmente aumentata.

Al fine di offrire tutte le necessarie tutele, il Ministero ricorda l’obbligo dell’adozione delle misure di protezione: dai dispositivi di protezione in caso di capovolgimento alle cinture di sicurezza.

Stress lavoro-correlato e valutazione del rischio psicosociale

 Nel nostro Paese ci sono ben quattro milioni di lavoratori che vengono colpiti dai sintomi da stress lavoro-correlato; trattasi del 10% del totale dei lavoratori che in tutta Europa accusano tali sintomi, ma la platea è decisamente più ampia se si includono anche quei lavoratori che vedono nello stress lavoro-correlato non solo un fattore che incide sulla qualità delle prestazioni lavorative, ma anche sulla salute. Di conseguenza, la promozione della sicurezza, del benessere e della salute dei lavoratori deve diventare un fattore centrale nella gestione d’impresa e nel rapporto tra il datore di lavoro ed i suoi dipendenti/collaboratori, al punto che oramai proliferano i corsi sulla prevenzione dei sintomi da stress lavoro-correlato proposti gratuitamente o a pagamento per combattere e prevenire tali sintomi in azienda. Alla fine del mese scorso, a Roma, c’è stata la nona Conferenza dell’European Academy of Occupation Health Psycology, dalla quale è emersa, in accordo con quanto messo in risalto dall’Ispesl, l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, la necessità di adottare nel Vecchio Continente, al fine di combattere e prevenire i fenomeni di stress lavoro-correlato, una metodologia comune.

Lavoro nell’Unione Europea: 40 milioni di persone sotto stress

 Nell’Unione Europea il 50-60% delle giornate di lavoro perse sono strettamente correlate a fattori di stress; a rilevarlo è l’Ispesl, Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro, nel sottolineare come nell’Ue quasi un lavoratore su quattro, ovverosia ben 40 milioni di persone, sia colpito dallo stress correlato all’attività prestata. Al riguardo l’Istituto sottolinea come i cambiamenti strutturali del mercato del lavoro abbiano contribuito in questi anni a mettere sempre di più i lavoratori sotto pressione con la conseguente causa non solo legata alla perdita di posti di lavoro, ma anche all’assunzione di elevati costi sanitari. In merito, non a caso, si stima che il costo annuo per effetto dello stress correlato al lavoro si aggiri nell’Unione Europea sui 20 miliardi di euro, ed è frutto dei nuovi rischi lavorativi direttamente spiegabili con le nuove forme contrattuali, sempre più flessibili, ma anche con l’avvento delle nuove tecnologie e modelli di organizzazione aziendale sempre più “spinti” che spesso mandano letteralmente il lavoratore in apnea.

Malattie professionali: donne più a rischio stress da lavoro

 In Italia, così come in Europa, lo stress da lavoro colpisce tantissimi lavoratori, con un’incidenza superiore per le donne, ed in particolare per quelle che lavorano con una forma di contratto atipico o part-time. Il dato, fornito dall’ISPESL, l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, mette in evidenza come quello dello stress da lavoro sia un argomento che da un lato è complesso, e dall’altro è di grande attualità oltre che di interesse sociale. Questo perché, tra l’altro, a differenza delle altre malattie professionali, lo stress da lavoro è difficile da “misurare” in quanto non si presta a rilevazioni oggettive, ed è inoltre potenzialmente contraibile da tutta la platea di lavoratori in qualsiasi settore di impiego. Ma quali sono le cause per cui un addetto sia affetto da stress da lavoro? Ebbene, l’opinione comune fa pensare che, ad esempio, un soggetto sotto stress sia quello che lavora troppo; invece, anche chi porta avanti una quantità di lavoro insufficiente rispetto alle ore di servizio può essere soggetto allo stress da lavoro.