L’Inail ha deciso di rivalutare le diarie giornaliere per gli assicurati invitati presso gli Uffici dell’Istituto per accertamenti di tipo medico-legali ed amministrativi. I nuovi importi tengono conto della variazione dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, indice Istat, tra la media annua del 2003 e la media annua del 2010.
Per gli effetti della decisione del Presidente dell’Istituto di prevenzione infortuni DETPRES n. 103 del 19 aprile scorso – Trattamento economico riservato agli assicurati invitati presso gli Uffici dell’Istituto per accertamenti medico-legali, amministrativi o per finalità terapeutiche: aggiornamento diarie – l’Inail, attraverso la circolare n. 34 dell’8 giugno 2011, ha messo in evidenza i nuovi importi giornalieri.
L’Inpdap, con la nota operativa n. 15 del 29 marzo 2011, per il calcolo dei trattamenti di quiescenza nelle relative tabelle riepilogative. informa che l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai ed impiegati, accertato dall’ISTAT per l’anno 2010, è pari al 1,6% e per questa ragione l’Istituto previdenziale intende precisare le nuove fasce di retribuzione e le aliquote di rendimento aggiornate.
L’esigenza è una sola, ovvero quella di far conciliare la vita familiare con quella lavorativa: il lavoro a tempo parziale diventa così per le donne una scelta necessaria se intendono svolgere un’attività extra-domestica.
Nel nostro Paese quando si parla di lavoro, e si effettua il confronto tra uomini e donne, le differenze di genere sono ancora notevoli e particolarmente rilevanti. In Italia, infatti, considerando la fascia di popolazione tra i 15 ed i 64 anni, il 57,5% di questa è occupata; ma effettuando il confronto uomo-donna emerge come gli occupati uomini siano il 68,6%, mentre le donne sono appena il 46,4%. Questo è quanto, in particolare, emerge dall’edizione 2011 di “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo“, un Rapporto a cura dell’Istat, l‘Istituto Nazionale di Statistica. Oltre alle notevoli differenze di genere dal Rapporto dell’Istituto emergono anche dati tutt’altro che incoraggianti, a causa della crisi, proprio dal fronte occupazionale nel suo complesso. Nel 2009 il tasso di occupazione nel nostro Paese ha fatto registrare una caduta dell’1,2% con la conseguenza che si è tornati non ai livelli pre-crisi, ovverosia agli inizi del 2007, ma addirittura all’anno 2005.