Unione Europea, il Libro Verde sulle pensioni

Il Libro Verde sulle pensioni è proposto dalla Commissione Europea e si basa su un principio essenziale:garantire a tutti i cittadini, oggi e in futuro, un reddito da pensione adeguato e sostenibile.

La Commissione europea, per il futuro, ipotizza due strade al fine di garantire la sostenibilità finanziaria e l’adeguatezza delle pensioni, ovvero l’aumento dell’età pensionabile e un maggiore spazio alla previdenza complementare.

L’organismo europeo suggerisce di adottare il criterio dell’aumento dell’età pensionabile legata all’aspettativa di vita.

Il nostro Paese, a differenza degli altri, è stato molto solerte a recepire queste indicazioni.

Non solo, l’Italia ha voluto farsi notare inserendo anche meccanismi innovativi. L’esempio più evidente è l’introduzione, per le pensioni di anzianità e di vecchiaia, delle cosiddette finestre a scorrimento per cui si accede al pensionamento l’anno successivo alla maturazione del requisito.

La previdenza integrativa, i fondi dei metalmeccanici

La previdenza complementare è oggi considerato un valido strumento integrativo delle prestazioni pensionistiche. Lo Stato, attraverso i suoi Istituti previdenziali, non è più in grado di garantire ai giovani lavoratori una pensione comparabile a quella dei loro genitori. Per questa ragione è necessario integrare la pensione minima che lo Stato continuerà comunque ad assicurare.

Ogni categoria lavorativa dispone di un fondo dedicato o più di uno. In modo particolare i lavoratori metalmeccanici dispongono di ben quattro fondi per nulla concorrenziali, ma che intendono assicurare i lavoratori in funzione dell’area contrattuale.

In arrivo il fondo per la previdenza integrativa

Il governo ha deciso di attribuire circa 300 milioni di euro per la previdenza complementare.

Ecco quanto prevede il recente correttivo alla manovra economica approvata a fine luglio: mentre non si trovano fondi per stipendi e prorogato il blocco delle assunzioni degli statali, il governo ha deciso di assegnare un contributo di 300 milioni di euro per finanziare le spese di avvio e adesione collettiva dei fondi integrativi.

Il provvedimento è stato necessario per tentare di sollevare la previdenza complementare pubblica.

Finanziaria 2010: vediamo le novità introdotte

 Dopo alterne vicende ora la finanziaria 2010 è finalmente legge. Il Senato, in particolare la commissione Bilancio, ha approvato, senza bisogno di utilizzare l’istituto della fiducia, l’ultima versione della legge finanziaria congedata dalla Camera.

La nuova legge finanziaria entrerà in vigore dal 1° gennaio 2010.

Rispetto alle premesse iniziali la legge finanziaria ha subito diverse modifiche. Sono stati inseriti alcuni punti interessanti tra cui la banca del Sud e l’uso del Tfr non utilizzato, pari a circa 3 miliardi di euro, che l’Inps dovrà consegnare allo stato.

La nuova finanziaria prevede che dall’anno prossimo il fondo utilizzato del Tfr che non è impiegato nella previdenza integrativa o complementare dovrà essere versato nel bilancio dello stato. In questo modo la pubblica amministrazione potrà utilizzare il fondo per propri scopi.

Lavoro e previdenza: per Draghi necessario innalzare età pensionabile

 Non è la prima volta che Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia, parla del nostro sistema pensionistico, e della necessità di innalzare l’età pensionabile. Il Governatore lo ha fatto a Moncalieri, ma per il momento nessuno ha teso la mano, dagli altri fronti istituzionali, riguardo ad una proposta ed un tema tanto spinoso quanto chiaramente penalizzante per i lavoratori che, prima di godersi dopo anni di attività il meritato riposo, sarebbero costretti a lavorare per qualche anno in più. In particolare, Maurizio Sacconi, Ministro del welfare, ha “chiuso la porta” sostenendo che le misure messe a punto dall’attuale Governo in carica in materia di pensioni siano più che sufficienti. In particolare, il Ministro ha lasciato intendere che con il recente e progressivo innalzamento dell’età pensionabile delle donne fino al 2015, così come previsto dal Decreto anticrisi, non siano più necessari interventi di natura strutturale sul sistema previdenziale.