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Le tasse sul lavoro nel 2011

CISL e UIL hanno proposto alcuni interventi che si pongono come obiettivo di diminuire, nel complesso, il carico fiscale ai lavoratori e pensionati per il 2011.

L’idea sembra semplice: diminuzione delle aliquote fiscali per lavoratori e pensionati, un nuovo assegno familiare, detassazione dei premi di secondo livello, tracciabilità dei pagamenti, incentivi per le aziende virtuose, aliquota al 20% sulle rendite finanziarie e sugli interessi dei depositi bancari.

Le due centrali sindacali intendono proporre al governo un nuovo patto fiscale che mira a fornire maggiori aiuti alle famiglie e meno tasse sul lavoro dipendente e sulle pensioni.

L’Irpef è di per sé sostanziosa; in effetti, si parta di un ammontare di 146 miliardi di euro con le varie addizionali comunali e regionali.

I lavoratori dipendenti hanno contribuito con poco più di 88 miliardi di euro ei pensionati verso quota 44, mentre i lavoratori autonomi hanno contribuito alla fiscalità per circa 13 miliardi di euro: sono cifre che fanno pensare e rendono evidente lo squilibrio, con circa il 60.6% dei dipendenti e 30.4% dei pensionati i lavoratori indipendenti contribuiscono con solo il 9%.

Lo Stato è fin troppo presente sulle buste paga dei lavoratori.

Secondo le stime dell’OCSE l’Italia si piazza al quarto posto con il 43.2%, dietro il Belgio e la Svezia.

Secondo le indicazioni della sindacato, in particolare della CISL, il reddito medio dei cittadini è di circa 21,6 mila euro l’anno erodendo il valore reale, pari al 51.4% di quello nominale.

Il peso medio delle imposte è stato pari a 3.836 euro con un aumento del 5.4% rispetto al 2007.

La Cisl, per il 2011, chiede al Governo di realizzare in tempi brevi una riforma fiscale organica a beneficio di tutti i lavoratori e pensionati coincidente con il periodo di riferimento del documento di programmazione economica finanziaria.

Per il secondo sindacato italiano vanno ridotte le aliquote sui redditi, in particolar modo la prima e la terza, portandole rispettivamente al 20% e al 36%.

Non deve essere nemmeno trascurato l’incapienza, ovvero quella fascia di popolazione il cui reddito è così scarso da non poter usufruire delle detrazioni fiscali.

Per il sindacato occorre riconfermare le misure in favore sul salario di produttività confermando l’aliquota di vantaggio al 10% ma estendendo il tetto di reddito e il beneficio anche al settore pubblico.

Non solo, la Cisl intende chiedere anche misure sulle rendite finanziarie innalzando l’imposta sostitutiva al 20%, con l’esclusione dei titoli di Stato ed un contemporaneo abbassamento della tassazione sui depositi bancari.

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