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Il piano Fornero per gli esodati

 Dal Ministro del Lavoro Elsa Fornero una proposta originale per tentare di risolvere il problema degli esodati, ovvero quei lavoratori che passeranno dalla cassa integrazione speciale alle liste di mobilità, con una pensione parziale unita ad un reinserimento nel mondo del lavoro.

Infatti, per il Ministro si potrebbe pensare ad una politica basata su incentivi partendo da un re-impiego in forma parziale per cercare di arginare ad un problema che ormai non si può più rimandare. La proposta è del tutto originale perché, insieme al part-time, il lavoratore incasserebbe anche una pensione parziale da integrare con lo stipendio arrivando così a garantire uno stipendio pieno. Non solo, sempre secondo il ministero si potrebbe anche studiare una nuova forma di incentivi che andrebbero applicati allo stesso modo dei lavoratori over 50 con un anno di assunzione.

Dall’altra parte, il governo sembra assicurare a 65mila fortunati lavoratori il pensionamento con i vecchi requisiti: una garanzia che non si può offrire a tutta la vasta platea degli esodati. L’idea alla base di tutto è l’impossibilità di assicurare la pensione a tutti gli esodati che, a fronte di accordi collettivi o individuali, hanno deciso di lasciare il posto di lavoro per accettare di collocarsi a riposo.

In realtà, in questo piano occorrerebbe l’assenso degli imprenditori perché dovrebbero essere recepiti da accordi aziendali tra datore di lavoro e sindacato. Infatti, un sistema di questo tipo è già in vigore nel settore bancario dove ben 17mila lavoratori sono titolari di una prestazione straordinaria come effetto di un accordo aziendale e posti a carico dei fondi di solidarietà fino al compimento dei 62 anni di età, ossia fino alla maturazione del diritto alla pensione.

Con questo nuovo strumento è possibile anche offrire una nuova risposta sociale a tutti i lavoratori over 50-55 che sono fuori dal contesto produttivo ma che potrebbero rientrare grazie alla possibilità di usufruire una pensione parziale insieme ad un contratto di lavoro a tempo parziale, una forma già presente in Europa e utilizzato per elevare il tasso di occupazione degli over 50.

Il governo potrebbe anche proporre un’altra forma di incentivi, quali la possibilità di ricorrere a sgravi contributivi previsti dall’anno prossimo che prevede una riduzione del 50% dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro che assume un ultracinquantenne disoccupato da 12 mesi.

Secondo il dettato normativo, il bonus vale un anno in caso di assunzione a termine e sale a 18 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato. Il nuovo incentivo, se non verrà modificata la norma, scatta con l’uscita di scena del contratto di inserimento applicabile solo per determinate categorie e contratti e che risale alla legge Biagi. Lo sgravio, che vale anche per l’assunzione di donne svantaggiate, è previsto per diverse forme contrattuali, compresi i regimi di somministrazione.

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