Home » Camusso risponde a Marchionne sul caso dei 19 lavoratori FIAT

Camusso risponde a Marchionne sul caso dei 19 lavoratori FIAT

 Il segretario generale confederale della CGIL ha deciso di rispondere a Marchionne proponendo una nuova sfida a lui e al Governo. Infatti, Camusso, attraverso una lettera pubblicata sul “Corriere della Sera” ha chiesto alla FIAT di ritirare i 19 licenziamenti proposti dal management e ha invitato la stessa azienda ad avviare un nuovo confronto sul delicato tema del lavoro coinvolgendo la FIOM e ha esortato il Governo Monti a emanare un decreto dove si stabilisca finalmente il significato della rappresentanza sindacale sulla falsariga dell’accordo dello scorso 28 giugno tra Confindustria e sindacato.

Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, condanna il comportamento dell’azienda come lesiva dei diritti dei lavoratori perché

è stata condannata da un giudice per aver discriminato un gruppo di lavoratori in base all’appartenenza sindacale. In pratica, dice la magistratura, in questi mesi l’azienda ha escluso dall’assunzione alcuni lavoratori perché iscritti alla FIOM-CGIL e l’ha fatto con precisione millimetrica, al punto che neppure uno di loro è stato selezionato proprio perché si erano liberamente iscritti a un’organizzazione che, altrettanto liberamente, non ha condiviso e quindi non ha firmato un accordo sindacale

Rivendicando il ruolo fondamentale del sindacato, in senso generale, come strumento di mediazione dei conflitti sociali e del mercato del lavoro occupando, in questo senso, un ruolo di primaria importanza insieme alla Magistratura come elemento ultimo di tutela dei lavoratori. Per l’industria non è il momento di sterili confronti che non portano a nulla se non quello di esasperare i lavoratori che vedono nella Magistratura l’ultima àncora per la difesa dei diritti perché il lavoro non è il luogo dove i lavoratori perdono qualsiasi diritto per diventare solo uno strumento di profitto

C’è chi sostiene, legittimamente e in parte a ragione, che il ricorso al giudice sia una sconfitta per le relazioni sindacali e c’è chi afferma, in un parallelismo inquietante con quanto accade nel campo della politica, che l’intervento dell’organo giurisdizionale sia di per sé sbagliato non solo perché i magistrati sarebbero di parte, ma perché lo Stato, la magistratura non dovrebbe mai intromettersi nelle ricadute di scelte aziendali dettate esclusivamente da un mercato infallibile e giusto e quindi anch’esse inoppugnabili. Sono tesi contraddittorie e sbagliate che omettono in modo interessato i generosi aiuti accordati in passato, che coprono le pressanti richieste avanzate anche recentemente, o che nascondono, lasciatemelo dire, un antico desiderio padronale di comprimere reddito e diritti dei lavoratori

Non solo, Camusso ricorda che un simile comportamento non sarebbe stato nemmeno tollerato negli USA, la culla del liberalismo,

Non la immagino negli Stati Uniti dove, sono certa, la Corte suprema non avrebbe dubbi a sanzionare l’azienda se dei lavoratori ricorressero contro Chrysler perché non assume lavoratori neri o musulmani o aderenti a qualche associazione di categoria

La lettera si conclude con un invito rivolto alle parti di recepire l’accordo interconfederale del 28 giugno scorso in cui s’individua nel

contratto nazionale di categoria la fonte primaria di regolazione della contrattazione e per quanto riguarda gli accordi aziendali la firma a maggioranza da parte di Rsu liberamente e proporzionalmente elette, l’impegno di tutti al loro rispetto e la certezza della rappresentanza per le organizzazioni che ottengono almeno il 5 per cento tra iscritti certificati e voti ottenuti

Lascia un commento