
Probabilmente non si arriverà a tanto, almeno nel breve termine, e nel nostro Paese. Tuttavia il messaggio che arriva dai vicini tedeschi è chiaro: abbellire eccessivamente il curriculum vitae, “gonfiare” le proprie esperienze formative e professionali, è un fatto molto grave. Talmente grave che potrebbe condurre addirittura alla perdita del posto di lavoro, anche se il fatto viene scoperto anni dopo l’assunzione, e anche se durante questo periodo di tempo il lavoro svolto alle dipendenze del datore di lavoro si è dimostrato particolarmente soddisfacente.
In Germania, infatti – secondo quanto riporta un recente approfondimento di Italia Oggi – nei casi più gravi il datore di lavoro ha il diritto di licenziare il proprio dipendente in tronco e senza liquidazione. Nelle ipotesi di maggiore criticità della falsità dei contenuti del documento, tali da generare pregiudizi alla società, il datore di lavoro ha altresì la possibilità di richiedere il risarcimento dei danni.