Premio Marzotto, 10 giorni per partecipare

 Mancano solo 10 giorni alla scadenza dei termini per la presentazione delle domande di partecipazione al contest dedicato alle nuove imprese italiane. Sabato 30 giugno è infatti fissata, in maniera improrogabile, la fine per poter prendere parte alla gara che assegnerà un montepremi pari a 450 mila euro, destinati ai migliori che presenteranno una nuova idea imprenditoriale. L’obiettivo è quello di riuscire a produrre effetti positivi, economicamente e socialmente, all’interno del territorio italiano.

La seconda edizione del premio Marzotto, disciplina il proprio regolamento in tre grandi sezioni. Con la prima, il premio intende rendere beneficiari di 100 mila euro i più giovani, gli “under 35”, con premiazione delle tre migliori candidature con un periodo di residenza all’interno degli incubatori di impresa H-Farm, M31, Seedlab, con programmi dedicati utili per poter concretamente trasformare le idee in impresa.

Bonus ricerca e sviluppo

 Il decreto Crescita contiene alcune importanti novità in materia di ricerca e sviluppo, due delle fondamentali aree di crescita per le organizzazioni imprenditoriali (e non solo) che desiderino poter perseguire una strada di sviluppo compatibile. Cerchiamo quindi di comprendere quali sono le ultime novità sul bonus ricerca, quali i tetti massimi annui per ogni impresa, le percentuali di credito di imposta, le spese ammissibili, i vincoli di mantenimento.

Innanzitutto, osserviamo come la stesura iniziale del bonus ricerca fosse parzialmente più generoso della versione attuale. Nella prima versione, infatti, il tetto massimo annuo per impresa è fissato a quota 600 mila euro, con una proporzione sul credito di imposta pari al 30%. Le spese ammissibili erano relative ai costi relativi al personale qualificato di nuova assunzione, ai costi del personale già in azienda, agli ammortamenti di strumenti e di attrezzature, alle ricerche contrattuali, ai brevetti e alle licenze. Non era infine previsto alcun vincolo di mantenimento del posto di lavoro.

Usare i social network nel posto di lavoro

 È utile avere costante accesso ai social network sul posto di lavoro, o è solamente una ulteriore perdita di tempo, e motivo di distrazione rispetto al proprio business? A pensar che i social network siano un’arma positiva in mano ai dipendenti delle aziende è una ricerca recentissima realizzata da Millward Brown per conto di Google. Uno studio che è stato condotto sulla base di interviste a più di 2.700 manager d’impresa, e che si è focalizzata sull’efficacia dell’utilizzo di Facebook, Google +, Linkedin, Twitter e altro ancora all’interno delle imprese.

Puntando esclusivamente al risparmio di tempo che si ottiene con i contatti virtuali (e, pertanto, con riduzione del tempo utilizzato per spostarsi per incontrare colleghi o clienti), ne consegue che in una settimana di lavoro e di utilizzo frequente dei social network si arriva a risparmiare fino a quasi otto ore. A questo si possono aggiungere 3,2 ore di tempo relativi ai meeting aziendali, e altre 3,2 ore di tempo di “sconto” sulla lettura e sull’invio di email. Ulteriori risparmi di tempo sono inoltre relativi ai minori minuti impiegati per cercare persone e informazioni.

Novità Decreto crescita 2012

 Sono numerose, e non certo trascurabili, le novità del “Decreto Crescita”, il provvedimento che l’esecutivo ha approntato per cercare di rilanciare lo sviluppo economico italiano, con una particolare attenzione per il mondo del lavoro autonomo e dell’impresa. Come abbiamo riportato qualche giorno fa sulle pagine del nostro sito, una delle novità più significative riguarda l’effettiva implementazione della società a responsabilità limitata semplificata (o Ssrl, o società semplificata), che diverrà accessibile a tutti e non, come invece era stato inteso in un primo momento, ai soli under 35.

Importante novità semplificativa anche per quanto concerne i contratti di rete: la sottoscrizione di tali accordi potrà infatti avvenire attraverso firma digitale. Le imprese poste all’interno delle aree industriali in crisi troveranno di maggiore aiuto la possibilità di poter fruire della annunciata riforma degli incentivi per la riconversione delle stesse zone, che si preannuncia poter generare una boccata d’ossigeno per le imprese poste in aree territorialmente svantaggiate.

I nuovi lavori del 2030

 Si chiamano guida spaziale, time broker, vertical farmer, costruttore di parti del corpo specialista per il controllo del cambiamento climatico. Chi sono? Sono le nuove professioni del futuro, almeno stando a quanto afferma la società Fast Future, che per conto del Dipartimento della business innovation del governo inglese ha condotto una ricerca sui mestieri che sorgeranno grazie ai nuovi progressi scientifici e professionali.

Riportato da un recente approfondimento condotto da Mio Job, la ricerca sostiene che entro il 2030 la tecnologia cambierà il lavoro, facendo nascere dei veri e propri nuovi settori nei quali i nostri figli potranno andare a inserirsi con ottime professionalità. Tra le 20 professioni del futuro scelte da Fast Future spicca il settore della nanomedicina, cioè di quei professionisti che possono sfruttare adeguatamente le scoperte nel campo della nanotecnologia per creare dispositivi sub atomici e trattamenti che possono trasformare l’assistenza sanitaria.

Stop ai pagamenti INPS con assegni

 Dal 1 maggio 2012 scatta il divieto di pagamenti delle prestazioni INPS con contanti o con assegni. In altri termini, tutti i pagamenti che verranno effettuati su modalità non stabilite attraverso specifici canali di riscossione (dagli F24 ai MAV) potranno essere essere realizzati solamente attraverso bonifico bancario o postale, oppure utilizzando il bollettino postale relativo al conto riscossioni varie.

Rimane pertanto completamente esclusa la possibilità di poter versare somme in contanti per qualsiasi importo e a qualsiasi titolo dovute. La novità – spiegata nel messaggio n. 7073 da parte dell’Inps – era contenuta nell’articolo 16, comma 7, del d.l. 5/2012, convertito dalla legge 35/2012.

Retribuzioni orarie marzo 2012

 La crescita delle retribuzioni contrattuali orarie a marzo è praticamente nulla su base mensile, e contenuta in un lievissimo + 1,2% su base annua. A dircelo è l’Istat, nel suo periodico monitoraggio, nel quale aggiunge altresì che la crescita tendenziale sarebbe la più bassa dal 1983 ad oggi: tenendo conto che l’anno di riferimento è il periodo di avvio delle serie storiche dell’Istituto, è altresì probabile che la debolezza delle retribuzioni contrattuali orarie possa trovare un termine di paragone in periodi ben antecedenti a 29 anni fa.

A cavarsela peggio sono stati, inoltre, i dipendenti della pubblica amministrazione: per loro la variazione delle retribuzioni orarie contrattuali di marzo sarebbe praticamente nulla, mentre l’incremento tendenziale sarebbe stato pari a + 1,7% per quanto concerne i dipendenti del settore privato con, al loro interno, una maggiore spinta per il settore tessile, l’abbigliamento, la lavorazione pelli, la chimica, il comparto della gomma, la plastica, le lavorazioni minerali non metallifere e quello delle telecomunicazioni (variazioni da + 2,7% a + 2,9% in tutti i comparti).

Invio richieste incentivi Inail

 Si svolgerà lungo tre giorni e con un calendario a doppio orario e tempo la finestra che permetterà di presentare le richieste degli incentivi all’Inail. L’istituto assicuratore ha infatti pubblicato lo schema con le date e gli orari per l’invio telematico delle istanze per il finanziamento degli interventi sulla sicurezza sul lavoro, con un calendario che ripartisce gli orari su base regionale.

Il calendario riguarda fondamentalmente la richiesta degli Isi (incentivi sicurezza sul lavoro), relativamente al bando 2011. L’incentivo consiste in un finanziamento rientrate tra le attività dell’art. 11 del Testo Unico sulla sicurezza, che affida all’Inail il compito di finanziare con le proprie risorse i progetti di investimento e di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, oltre ai progetti finalizzati alla sperimentazione di nuove soluzioni e di strumenti di natura organizzativa e gestionale, ispirati a principi della responsabilità sociale delle imprese.

Norma pensioni anti-badanti

 L’anno ribattezzata norma “anti-badanti” e, effettivamente, a ben leggere il suo contenuto, sembra proprio che l’iniziativa legislativa sia realmente finalizzata a evitare soprusi di ogni genere nel rapporto tra l’assistito e la stessa. Ma cerchiamo di comprendere quali siano le caratteristiche di questa norma, e perchè l’iniziativa stia facendo sollevare parecchi dubbi negli osservatori di settore.

La norma stabilisce che chi ne abbia diritto dal 1 gennaio, in conseguenza di un matrimonio contratto con un consorte di età superiore ai 70 anni, e più anziano di almeno 20 anni, riceverà una pensione ridotta se il matrimonio si è compiuto da meno di 10 anni (il taglio è inoltre pari a 10 punti percentuali per ogni anno in meno al decennio, e non si applica in presenza di figli minori, studenti o inabili.

Conciliazione obbligatoria tra impresa e lavoratore

 Tra le tante iniziative assunte dal governo Monti per cercare di riformare il sistema occupazionale e le liti conseguenti tra impresa e lavoratore, vi è anche l’introduzione di un meccanismo conciliativo obbligatorio. In altri termini, prima di passare alle forme giudiziarie, datore di lavoro e dipendente dovranno attraversare un iter (si spera, rapido) presso le Direzioni Provinciali del Lavoro, dove si cercherà di individuare una condivisa risoluzione extragiudiziale per poter evitare il ricorso al Tribunale.

Un meccanismo che, con la buona volontà delle parti, potrebbe realmente costituire una rapida via di uscita dalle liti tra impresa e lavoratore, che in caso contrario rischierebbe di allungare ulteriormente i tempi di risoluzione delle cause: ad ogni modo, la procedura conciliativa non è certo una novità per il mercato del lavoro italiano, visto e considerato che già la l. 183/2010 prevedeva che le parti sociali potessero dar vita a procedure alternative rispetto a quelle giudiziali, con la possibilità di poter sottoscrivere clausole compromissorie che potessero favorire una risoluzione più celere delle liti.

Domande di maternità dei co.co.pro.

 Importanti novità per quanto concerne le prestazioni assistenziali e previdenziali dei c.d. co.co.pro., e dei professionisti senza cassa. Le prestazioni passano infatti dalla ordinaria modalità cartacea a quella telematica, con gestione a distanza dell’intero processo di presentazione delle richieste, e di successiva amministrazione.

Ma andiamo con ordine, ricordando che dal 1 aprile 2012 tutte le domande di congedo di maternità e di paternità, e quelle parentali per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata, dovranno essere presentate in via telematica, come disposto dalla circolare Inps n. 53 del 6 aprile 2012, nella quale viene anche previsto un periodo transitorio all’interno del quale sarà possibile scegliere se presentare le domande attraverso la piattaforma online, oppure attraverso la tradizionale presentazione cartacea.

Giudizio FMI su riforma lavoro

 Il Fondo Monetario Internazionale ha espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla riforma del lavoro attuata (o in corso di attuazione) in Italia. Ad esprimerlo è stato il massimo vertice dell’organizzazione internazionale, che ha dichiarato come l’Italia abbia fatto “bene sulla riforma del lavoro”, sottolineando tuttavia che l’esito positivo della revisione del sistema giuridico occupazionale sia determinato dal fatto che “nell’iter parlamentare venga mantenuto l’obiettivo di ridurre il dualismo tra i protetti e chi non lo è”.

Christine Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, ha infine bollato come “opportuna” la riforma del lavoro attuata dal governo Monti, sottolineando come vi sia l’auspicio che la stessa affronti “l’incertezza sui licenziamenti, in modo che le imprese e i datori di lavoro possano sentirsi più fiduciosi al momento di assumere”.

Diventare home stager

 Si chiamano home stager, e sono dei veri e propri “maghi” nella trasformazione delle case. Particolarmente ambiti dalle agenzie immobiliari che desiderno poter incrementare le possibilità di vendita di un’abitazione, gli specialisti dell’home staging sono in realtà in corso di una diffusione ben più significativa di quella esclusivamente legata al settore delle transazioni di compravendita sul real estate.

Letteralmente, home stager significa colui che “mette in scena” la casa e, effettivamente, nessuna descrizione potrebbe sostituire al meglio la possibilità di delineare con esattezza i comportamenti di tale specialista. Un professionista che diviene esperto delle tecniche di marketing per migliorare l’approccio con l’abitazione, sfruttando soprattutto la prima impressione.