Riforma del lavoro “migliorabile”

 La riforma del lavoro, che tanto ha fatto – e sta facendo – discutere parti politiche, sindacali e imprenditoriali, è migliorabile. A dirlo non siamo solo noi, ma un diretto esponente dell’attuale governo Monti, che cerca comunque di salvare i positivi intenti della revisione del nostro sistema normativo occupazionale, in attesa di comprendere nel maggior dettaglio quali saranno i possibili benefici della riforma.

“E’ una buona riforma e come ogni cosa può essere ulteriormente migliorata” – ha dichiarato il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera, intervistato da Lucia Annunziata nella tramissione “In mezz’ora” – “ma sono sicuro che arriverà in fondo”.

Nuove regole assunzione docenti e ricercatori universitari

 Novità in vista per i docenti e i ricercatori universitari, tali o aspiranti. Il settore sta infatti per vivere una nuova variazione delle regole, dopo che nel corso degli ultimi tre anni il corpo docente – ricercatore è calato già di oltre 10 punti percentuali, passando dai quasi 63 mila del 2009, ai poco più di 56 mila durante il 2012.

La novità è contenuta nel decreto legislativo 437/12, contenente la nuova disciplina per la programmazione, il monitoraggio, la valutazione delle politiche di bilancio e di reclutamento degli atenei, che andrà visto in sinergia con le previsioni del settore. Stando ai numeri dello stesso Ministero, infatti, come rielaborati dal Cun, nel 2018 il corpo docente scenderà a poco meno di 45 mila unità, il 30% del picco ottenuto nel 2009.

Nuovo regolamento dei consulenti del lavoro

 L’assemblea dei delegati Enpacl ha scelto di approvare le modifiche del regolamento dell’ente, passando di fatto la parola ai ministeri vigilanti, che dovranno dare il proprio assenso definitivo alla variazione della regolamentazione precedentemente vigente. Tra le novità di maggior spicco, la possibilità, per il consulente del lavoro, di poter utilizzare il modello F24 per il pagamento dei contributi all’ente di previdenza di categoria, e di poter fare la proprpia domanda di pensione con posta elettronica certificata.

Se il regolamento dovesse avere l’ok da parte dei ministeri competenti, insomma, il consulente del lavoro potrebbe risparmiare un bel po’ di carta, evitando di produrre nuova documentazione, e sostituendo a quella cartacea quella, ben più pratica, digitale. Si pensi, ad esempio, alla comunicazione annuale dell’ammontare dei compensi relativi all’anno precedente per il pagamento del contributo integrativo: prima della modifica i professionisti dovevano assolvere all’obbligo mediante l’invio della dichiarazione su supporto cartaceo, o in via telematica.

Mercato del lavoro europeo in peggioramento

 Secondo quanto affermato dalla Banca Centrale Europea, il mercato del lavoro europeo sta andando in deterioramento, con un tasso di disoccupazione che crescerà ancora. “Le condizioni nei mercati del lavoro dell’area dell’euro continuano a deteriorarsi e le indagini congiunturali anticipano un ulteriore peggioramento nel breve termine” – avrebbe infatti affermato l’Eurotower nel suo consueto bollettino mensile.

La stessa nota emessa dalla Bce afferma altresì che nel corso del quarto trimestre 2011 l’occupazione sarebbe diminuita di 0,2 punti percentuali sul periodo precedente, dopo il calo di pari misura riscontrato nel corso del terzo trimestre. Il tasso di disoccupazione – che è andato purtroppo in incremento dall’aprile 2011 – è ora pari a 10,8 punti percentuali.

Progetto per integrare le donne nelle PMI

 Al fine di favorire l’inserimento delle donne nelle piccole e nelle medie imprese, rafforzando le rispettive capacità imprenditoriali, di assunzione delle decisioni e di iniziativa privata delle stese donne mediante l’analisi delle situazioni nazionali sui modelli esistenti e in via di sprimentazione in materia di opportunità, la Commissione UE ha approvato un progetto europeo di sicuro interesse anche per l’Italia.

Obiettivo del progetto, oltre quanto già anticipato, sarà altresì raccogliere e analizzare i processi innovativi di negoziazione collettiva sui meccanismi che favoriscono il processo di leadership e di partecipazione delle donne nei consigli di amministrazione, e approfondire le misure di negoziazione collettiva, tese a conciliare la vita privata con quella professionale.

Regole nuovo articolo 18 sui licenziamenti

 L’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori ha subito qualche cambiamento in occasione della recente riforma sul lavoro. Ma quanti sono stati incisivi tali novità? Cerchiamo di fare chiarezza su uno dei temi maggiormente dibattuti nel corso delle ultime settimane, riepilogando cosa accadrà in caso di licenziamento discriminatorio, o illegittimo economico, o illegittimo per motivi disciplinari.

Partiamo con l’ipotesi di licenziamento nullo per motivi discriminatori. Se il giudice rileva tale fattispecie, ordina la reintegrazione sul posto di lavoro (in alternativa, sarà il lavoratore a scegliere di ricevere un’indennità pari a 12 mesi di retribuzione). Il datore di lavoro sarà altresì condannato al risarcimento del danno, comprendendo retribuzioni perse, e comunque un limite non inferiore a 5 mensilità di retribuzione).

Calcolo pensione sistema contributivo

 La riforma delle pensioni avvenuta negli ultimi mesi ha esteso il modello di calcolo contributivo a tutti i lavoratori dipendenti. Nonostante tale allargamento della platea che rientrerà in tale sistema, tuttavia, continuano a coesistere i sistemi retributivi e misto: cerchiamo pertanto di fare chiarezza sull’attuale panorama delle pensioni italiane.

Il sistema contributivo che la riforma delle pensioni ha ampliato, è già obbligatorio per quei lavoratori che al 1 gennaio 1996 non avevano anzianità contributiva: la loro pensione sarà determinata dai contributi versati durante l’intera vista assicurativa, intendendo per tali quelli da lavoro dipendente, autonomo o parasubordinato). Il sistema retributivo si applica invece a quei lavoratori che alla data del 31 dicembre 1995 avevano acquisito almeno 18 anni di età contributiva: per costoro, la pensione sarà calcolata in rapporto alla media delle retribuzioni degli ultimi anni lavorativi.

Tabella aumenti minimi metalmeccanici

 Da gennaio 2010 ha preso il via il rinnoco del contratto dei metalmeccanici, che ha coinvolto l’intero 2011 e coinvolgerà altresì l’anno in corso fino al 31 dicembre. Numerose sono le novità relative al CCNL di settore, tra cui non possono che spiccare le revisioni sulle regolamentazioni in materia di tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro (aspetto estremamente importante, e ancor di più – se possibile – all’interno delle aziende metalmeccaniche) e gli aumenti degli stipendi, previsti in tre tranche, l’ultima delle quali entrata in decorrenza 1 gennaio 2012.

Complessivamente, gli aumenti delle retribuzioni per il nuovo contratto dei metalmeccanici si aggirano intorno ai 110 euro, scaglionati nelle tre tranche annue di cui si è già fatto riferimento. Cerchiamo pertanto di fare chiarezza indicando quale è stato l’aumento per ogni livello contrattuale, e quale sarà l’importo della retribuzione ordinaria per ognuno degli stessi.

Costi della riforma del lavoro

 La riforma del mercato del lavoro costerà tanto. A dirci quanto è lo stesso governo, che ha stimato in 20 miliardi di euro per il periodo 2014 – 2021 l’onere complessivo per supportare la revisione del sistema occupazionale italiano. Ma da dove proverranno tali fondi? Lo spiega il disegno di legge, che precisa come gli introiti necessari per finanziare la riforma del lavoro giungeranno dall’utilizzo delle maggiori entrate e dei risparmi di spesa, che seguiranno l’applicazione delle misure fiscali previste dallo stesso disegno di legge, e in parte da ulteriori riduzioni di spesa di funzionamento degli enti previdenziali (quantificate in 90 milioni di euro, cui si aggiungeranno 10 milioni dai Monopoli).

Molte delle risorse necessarie per supportare la realizzazione della riforma del lavoro proverranno pertanto da nuove misure fiscali, come il taglio (dal 90% al 70%) della deducibilità dei costi delle auto aziendali, e quello (dal 40% al 27,5%) per i mezzi utilizzati per l’esercizio di imprese, arti e professioni (artigiani, commercianti, professionisti).

Nuove regole professionisti – riforma del lavoro

 Come cambia il mondo dei professionisti con il nuovo testo della riforma del lavoro? Le novità sono invero tante, anche se gli emendamenti presentati dal Parlamento hanno modificato, e non poco, gli intenti originali del testo proposto dal governo. Cerchiamo di riassumere, pur in maniera sintetica, quali sono tutti gli ultimi passi in avanti compiuti per una idonea revisione del mondo professionale.

Cominciamo con l’annosa questione del preventivo. Nella prima versione del testo del governo il compenso doveva essere reso noto al cliente in maniera molto trasparente, in forma scritta. Nel testo modificato dal Parlamento, invece, sparisce l’obbligo di un preventivo scritto, così come emerge l’assenza di sanzioni disciplinari. Niente dovrebbe pertanto esser rivoluzionato rispetto all’assetto attuale.

Certificazioni per nuove professioni

 Nuove professioni saranno presto certificate dall’Uni: fotografi, osteopati, comunicatori, naturopati, patrocinatori stragiudiziali e chinesiologi, infatti, saranno presto passati al vaglio dell’ente nazionale italiano di unificazione, che si preoccuperà di licenziare le prime norme che disciplineranno tali professioni, in attesa che altri mesteri possano essere accolti sui tavoli dell’Uni (in tal senso, presto gli incaricati dell’ente avranno l’imbarazzo della scelta, visto e considerato che – dalle ultime indiscrezioni – le nuove professioni si stanno accalcando dinanzi alla porta dell’istituto).

Ma di cosa si occupa l’Uni? In linea estremamente sintetica, possiamo ricordare come l’ente per l’unificazione si occupi di costituire dei tavoli di studio con i principali “portatori di interesse” (gli stakeholders) delle singole professioni, andando a delineare le caratteristiche che devono essere possedute dal professionista per poter sovlgere correttamente e in legittimità la propria attività professionale.

Debiti da lavoro: tre nuovi strumenti per uscire dalle difficoltà

 Il governo sta per approvare un disegno di legge con il quale intende applicare tre nuove strade per la risoluzione delle crisi dei piccoli imprenditori o dei professionisti individuali. Tre nuove possibilità che potrebbero permettere una risoluzione più celere di tutte le controversie che, ad esempio, sorgono nell’ipotesi di inadempimento per i crediti da lavoro. Cerchiamo di comprendere nel dettaglio, per ogni singola nuova iniziativa, quali siano gli iter previsti.

Il primo nuovo strumento a disposizione dei debitore è la “composizione”. Si tratta di una delle innovazioni più importanti (ammesso che possa trovare un’efficace collocazione nel nostro ordinamento normativo): in termini sintetici, se una persona ha difficoltà nel pagamento dei debiti, può rivolgersi ai c.d. Organismi per la composizione della crisi, consulenti gratuiti che predisporranno un piano di ristrutturazione del debito. Il debitore – a garanzia dei creditori – potrà offrire forme reali sui propri beni attuali o futuro (ad esempio, la liquidazione del TFR). Il piano andrà poi omologato dal giudice e imposto a tutti i creditori. Come in altre forme giudiziali, l’omologazione interromperà ogni iniziativa ai danni del debitore.

Lettera di presentazione azienda

 La lettera di presentazione azienda è una lettera con la quale il candidato a ricoprire un ruolo professionale presso il datore di lavoro introduce il proprio profilo professionale e desidera in tal modo poter sottoporre all’attenzione dell’impresa il proprio curriculum vitae.

La lettera di presentazione azienda costituirà pertanto una sorta di biglietto da visita e, essendo letto ancor prima del proprio curriculum vitae, sarà una vera e propria vetrina del candidato. Per tali ragioni, è bene riporre particolari attenzioni nella redazione della lettera di presentazione, in maniera tale che sia personalizzata sufficientemente sulla base del profilo del candidato, del ruolo ricoperto e dell’azienda destinataria, e in modo tale che, in pochi paragrafi, possa rispecchiare le caratteristiche e le motivazioni del candidato.

Srl semplificate: l’apertura costa 700 euro

 Anche se i passi in avanti per consentire una migliore semplificazione dell’iter di apertura di società di capitali per giovani sono stati effettuati in maniera considerevole, è bene chiarire che l’accesso formale alle società semplificate a responsabilità limitate non è proprio gratuita, ma costa circa 700 euro alle tasche dei soci under 35 che desiderino approcciare al mondo del lavoro mediante una forma tecnica giuridicamente di capitale.

Tra imposte di registro, tasse delle concessioni governative e tasse di iscrizione alla Camera di Commercio, infatti, i soci delle srl semplificate dovranno sborsare una cifra compresa tra un minimo di 500 euro e un massimo di 700 euro, utili solamente per mettere in piedi la propria forma societaria.