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Donna che lavora = figlio unico

Abbiamo già parlato delle difficoltà che molte donne incontrano nel riuscire a conciliare il lavoro e la carriera e di come spesso si debba scegliere. Torno a farlo dopo aver letto un articolo contenuto all’interno della sezione Donna di Tiscali.it in cui vengono riportati i dati di un’indagine Istat che fa vedere come

i percorsi lavorativi femminili osservati in un arco temporale limitato a 10 anni dal primo impiego fanno emergere che il numero di figli avuti condiziona fortemente la capacità di gestire la famiglia e mantenere il proprio lavoro

Ed ancora:

……. se si tiene conto anche del vissuto familiare in termini di figli avuti si osserva che tra le casalinghe è minore la quota di chi si ferma al più al primo figlio (20,5% rispetto al 41,4% delle occupate a 10 anni dall’ingresso nel mercato del lavoro)

le casalinghe, infatti, nel 55,1% dei casi hanno raggiunto il secondo figlio entro 10 anni dal primo lavoro, contro il 42,4% di quelle che mantengono l’occupazione. Si tratta di un aspetto cruciale per il nostro Paese, caratterizzato da un moderato tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro e, contemporaneamente, da un basso livello di fecondità

……..

rispetto alle difficoltà “le lavoratrici temporanee non riescono a mantenere l’occupazione o a stabilizzarsi: la dinamica dei flussi evidenzia che le occupate a termine hanno una probabilità più alta di rimanere con un’occupazione temporanea (32,7% contro il 20,5% degli uomini) o di passare all’inattività (16,7% contro il 9,1%). Sono le donne del Mezzogiorno a pagare il prezzo più alto (una su tre contro due uomini su tre).
Problematica anche la situazione delle disoccupate al 2003: rispetto agli uomini, le disoccupate passano molto più di frequente verso l’inattività, uscendo definitivamente dal mercato del lavoro, mentre la quota di chi permane nello stato di disoccupazione non presenta differenze di genere

Non si tratta certo di un quadro rassicurante ma di dati che dovrebbero spimgere chi di dovere ad agire. Purtroppo è davvero il caso di dire che viviamo ancora in una società maschilista e che almeno in certi settori non aiuta le donne che vorrebbero essere sia madri che manager.
Cosa ne pensate?

Fonte: http://donna.tiscali.it

Fonte foto: www.fotosam.it

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