Home » Fare impresa fuori casa: ecco le città preferite

Fare impresa fuori casa: ecco le città preferite

 Milano, Aosta e Torino. Sono queste le tre Città italiane preferite dagli imprenditori per fare “impresa fuori casa”, ovverosia per aprire un’attività al di fuori della propria regione di nascita. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Monza e Brianza in accordo con un’elaborazione effettuata prendendo a riferimento i dati aggiornati del Registro delle Imprese. Basti pensare che a Milano ben 1 ditta individuale su 3 è rappresentata da titolari italiani che non sono nati nella Regione Lombardia. Questi imprenditori sono nel 22,3% dei casi provenienti dalla Regione Puglia con a ruota la Sicilia, con una percentuale del 17,9%, e poi gli imprenditori calabri con il 14,3% e quelli nati nella Regione Campania con il 12%. Per questo secondo l’Ente camerale, in concomitanza con l’anno in corrispondenza del quale nel nostro Paese si festeggiano i 150 anni dell’Unità d’Italia, si può dire che Milano è la “capitale” degli imprenditori italiani.

Come sopra accennato, dopo Milano tra le città dove si fa di più “impresa fuori casa” c’è Aosta con il 32,9% di imprenditori nati fuori dalla Regione, e poi Torino con una percentuale pari a ben il 27,1%. La Capitale per davvero, Roma, presenta percentuali decisamente più basse, attorno al 20%, ed è preceduta da Genova con il 26,6%, Monza e Brianza con il 26,4%, Bologna con il 23,6% e Firenze con il 21,5%. E se a Milano gli imprenditori fuori casa sono nati in prevalenza al Sud, ad Aosta c’è un 37,1% di imprese con titolare nato fuori Regione che proviene dal vicino Piemonte. A Roma, invece, allo stesso modo in ragione della vicinanza, gli extralaziali titolari di impresa sono in prevalenza nati nella Regione Campania.

Secondo quanto dichiarato dal Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza, Carlo Edoardo Valli, le storie d’impresa, rappresentate da titolari che non sono nati nella Regione, hanno fatto la storia del nostro Paese, e rappresentano l’esempio concreto come l’appartenenza ai territori si sviluppi e si fondi anche sulla cittadinanza economica e sul contributo dato allo sviluppo.

Lascia un commento