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Inps, la stretta sull’aumento delle pensioni

La recente manovra economica voluta dal governo ha posto, di nuovo, particolare attenzione sull’importante e delicato segmento pensionistico chiedendo ai pensionati di contribuire al risanamento della spesa pubblica.

Il testo del provvedimento prevede una stretta, al momento solo temporanea, sugli aumenti degli assegni pensionistici per il 2012 e il 2013 provocando, al contempo, una presa di posizione forte da parte di diversi sindacati anche se con toni differenti. Non solo, il provvedimento prevede anche un aumento di almeno tre mesi dell’età minima pensionabile.

Per il segretario confederale della CGIL, Vera Lamonica,

Siamo assolutamente contrari e ci opporremo con tutti gli strumenti della mobilitazione. E’ una misura inaccettabile, iniqua e vessatoria che ancora una volta colpisce gli stessi e non le grandi ricchezze. E’ il segno di una manovra che scarica su lavoratori e pensionati il costo del risanamento e non colpisce la ricchezza

L’Inps con una nota ha voluto chiarire il provvedimento che coinvolge gli assegni di pensione lordi che oscillano tra 3 e 5 volte il minimo Inps e quelli che superano il detto limite e incide direttamente sul meccanismo di rivalutazione a fasce: attualmente tutte le pensioni sono oggetto di rivalutazione in una misura che è progressivamente inversa rispetto all’entità della pensione.

Nel primo caso, ossia tra 1.428 e 2.380 euro lordi mensili, la rivalutazione inciderà fino al 100% nella fascia fino a 1.427, mentre tra i 1428 e i 2380 la rivalutazione inciderà fino al 45%.

Al contrario, nel secondo caso, ossia per importi pensionistici superiori ai 2380 euro lordi mensili e quindi superiori a cinque volte il minimo Inps, non percepiranno nessun aumento. Secondo le valutazioni del maggiori istituto previdenziale italiano i pensionati italiani coinvolti a questa iniziativa sono solo 4,4 milioni.

Per la CGIL il provvedimento è inadeguato e inaccettabile perché mira a colpire il reddito essenziale dei lavoratori che non dispongono di mezzi per rivendicare le loro posizioni.

Il movimento di Luca Cordero di Montezemolo, Italia Futura, precisa che la manovra messa a punto dal governo non risponde pienamente alle esigenze del Paese e che non mira, nemmeno minimamente, a colmare i costi della politica se non ricorrendo a misure simboliche.

Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro nel precedente governo di centro-sinista e attualmente deputato Pd, ricorda che

Al tempo del governo Prodi avevamo fermato per un anno l’indicizzazione delle pensioni, ma di quelle otto volte il minimo. E contemporaneamente avevamo destinato risorse alle pensioni più basse attraverso l’istituzione della quattordicesima. Quindi avevamo fatto un intervento redistributivo dall’alto verso il basso

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