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Pensioni, dal decreto sviluppo la solita manovra

 Andremo tutti in pensione a 67 anni con pensioni sempre più ridicole senza per nulla incidere sui privilegi, ovvero non esiste un intervento serio e credibile sui trattamenti vitalizi di parlamentari e consiglieri regionali (che possono mettersi a riposo, questi ultimi, anche a 55 anni di età come ci ricordano alcuni casi non proprio esemplari).

Una solita manovra che intende fare solo cassa alle spalle dei soliti lavoratori con la scusante che ce lo chiede l’Unione Europea.

Sembra che, al momento attuale, non esiste una vera intesa su questo delicato tema perché da una parte c’è la posizione della Lega che non è intenzionata, al momento, a cedere. Berlusconi, al contrario, rimane fortemente convinto che riuscirà a strappare la loro adesione anche, se poi, il capogruppo della Lega Reguzzoni ha fatto sapere che

Siamo sempre stati contrari all’ipotesi di ridiscussione dell’età pensionabile. Abbiamo fatto le nostre proposte alternative. Di questa questione ne discuterà il Consiglio dei Ministri

Al momento non ci sono decisioni ma solo diverse ipotesi di lavoro: tante sfaccettature con l’unico obiettivo di ridurre la platea dei pensionati. In effetti, c’è chi prospetta di accelerare i tempi per l’equiparazione dell’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia tra donne e uomini insieme ad una stretta alle pensioni di anzianità con un rapido aumento delle quote per l’accesso alla pensione anticipata. Non solo, esiste anche l’esigenza, da parte del governo, di limitare gli assegni di reversibilità con ampie penalizzazioni in relazione con l’età anagrafica.

Tal altri ritengono, al contrario, di intervenire introducendo delle penalizzazioni economiche per chi abbandona il lavoro prima dei requisiti della pensione di vecchiaia concedendo, bontà loro, ampie possibilità al lavoratore. Esiste, poi, anche l’ipotesi di accelerare l’adeguamento dell’età di vecchiaia delle donne nel settore privato.

Secondo le indiscrezioni che circolano dovrebbero ricadere nel calderone anche i lavoratori che possono vantare 40 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.

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