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Manovra Monti, dal sindacato proposte correttive

I sindacati non ci stanno e bollano la manovra finanziaria del governo Monti come iniqua e che mira solamente a fare cassa sulle pensioni e che si propone a presentare il conto ai soliti noti, ossia lavoratori, pensionati e ceti medi.

In realtà, le tre organizzazioni sindacali sono ancora più dure e precise: la manovra punta al blocco delle rivalutazioni delle pensioni, su un aumento considerevole della tassazione sulla prima casa, la solita presenza dell’addizionale regionale Irpef, dell’Iva e delle accise sui carburanti.

Sulla crescita, poi, non ci sono impegni precisi ma le decisioni del governo Monti tendono ad accentuare la dinamica recessiva dell’economia non prevedendo misure fiscali a favore dei redditi dei lavoratori, di pensionati e delle famiglie. Le politiche rivolte ai giovani e alle donne sono, poi, tipicamente simboliche.

A questo proposito Cgil, Cisl e Uil propongono diverse modifiche al decreto in corso di conversione prevedendo, in campo previdenziale, il recupero del sistema di indicizzazione in vigore per recuperare il costo della vita.

Nel segmento delle pensioni di anzianità, ovvero ora pensione anticipata, per il sindacato occorre riconoscere ai fini del diritto alla pensione una maggiore gradualità nell’abolizione delle cosiddette quote per l’accesso al pensionamento di anzianità rispetto ai requisiti previsti per la pensione di vecchiaia.

Occorre anche equiparare, sempre secondo il sindacato, il requisito contributivo richiesto per l’accesso al pensionamento a prescindere dall’età anagrafica a 41 anni e 1 mese dal 2012 sia per gli uomini che per le donne, oltre ad eliminare, ai fini dell’accesso al pensionamento a prescindere dall’età anagrafica (41 anni e 1 mese), la penalizzazione (2%) attualmente prevista per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni; eliminazione dell’aggancio del requisito contributivo – a prescindere dall’età anagrafica – all’aumento dell’aspettativa di vita.

Per le pensioni di vecchiaia occorre, al contrario, introdurre una maggiore gradualità nell’accesso al pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici.

In tema di lavori usuranti per il sindacato è necessario conservare la possibilità di anticipo fino a tre anni dei requisiti di accesso al pensionamento rispetto all’attuale sistema delle quote date dalla somma di età anagrafica ed età contributiva. Non solo, diventa poi pressoché necessario prevedere un aggiornamento della normativa sui lavori particolarmente faticosi e pesanti.

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