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Società tra professionisti, il peso del socio di capitale

 Sebbene con numerosi ed evidenti problemi, la disciplina sulle società tra professionisti inizia a prendere forma. Tra i più importanti elementi distintivi, sembra che all’interno del regolamento delle Stp possa essere introdotta la possibilità che i soci di capitali (comunque di minoranza) e i professionisti, avranno un ruolo per lo più paritetico.

Ma non solo. Sempre secondo le ultime indiscrezioni, al professionista (e probabilmente anche al socio di capitale) sarà vietato di partecipare a più di una società, e tale incompatibilità potrà determinarsi anche nell’ipotesi di società multidisciplinare. Vi è poi il nodo relativo all’iscrizione della società tra professionisti, che potrebbe essere iscritta in una sezione speciale nell’albo dedicato, oppure no.

È probabile che una soluzione possa ritrovarsi in un doppio regime: ovvero, gli albi professionali dovranno prevedere una sezione apposita per le società tra professionisti, ma le stesse dovranno essere iscritte anche presso l’albo o il registro dell’ordine o collegio professionale relativo all’attività individuata come prevalente o nell’atto costitutivo.

SOCIETA’ TRA PROFESSIONISTI RINVIATA A LUGLIO

Sulla base dello schema di regolamento attuativo, inoltre, l’iscrizione della società sarà obbligatoria anche al registro delle imprese, e non saranno solamente i soci professionisti a rispettare il codice deontologico del proprio ordine di appartenenza, ma anche le stesse società tra professionisti.

Ne consegue che nell’ipotesi di violazione deontologica prevista dal singolo socio professionista, la responsabilità disciplinare del socio concorre con quella della società.

Rimane invece aperto lo scenario della contribuzione previdenziale, poiché il professionista per esercitare deve essere iscritto ad un ordine regolamentato che prevede il versamento della propria cassa di previdenza, sebbene ulteriori margini di interpretazione rimangano aperti. Talmente aperti che, in assegna di riferimenti normativi, potrebbe essere la gestione separata dell’Inps a rivendicare – in sostituzione degli eventi privatizzati e privati – i contributi previdenziali (il 27%, che ne l2018 diventerà il 33%).

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