Come cambia la busta paga di colf e badanti

Novità in arrivo per le colf e le badanti. Stando a quanto stabilito dalla commissione paritetica nazionale in data 18 gennaio 2012, infatti, con decorrenza dal 1 gennaio 2012 entrano in vigore i nuovi minimi salariali, nel rispetto di quanto stabilito dall’art. 36 dell’accordo di categoria.

Come ogni anno, anche ad inizio esercizio la commissione ha deciso di adeguare i minimi retributivi sulla base delle variazioni dell’indice Istat sul costo della vita, provvedendo pertanto ad un apprezzamento – pur non eccessivamene ampio in termini assoluti – che è già entrato in vigore per le persone appartenenti alla categoria interessata dall’iniziativa.

Inps, nuovo servizio online per il lavoro domestico

L’Inps continua nel suo percorso di offerta di nuovi servizi online allo scopo di agevolare il suo rapporto con l’utenza insieme ad una riduzione di costi. In effetti, con il messaggio n. 21009 del 7 novembre 2011, l’Istituto previdenziale ha deciso di offrire la consultazione dell’estratto contributivo relativo ai rapporti di lavoro di tipo domestico.

Come al solito il nuovo servizio è disponibile sul sito internet dell’Istituto all’utenza abilitata mediante il PIN di autenticazione. Secondo le informazioni offerte dall’Ente per accedere al servizio è necessario accedere alla sezione Servizi Online attraverso il seguente percorso: “Al servizio del cittadino – Autenticazione con PIN/Autenticazione con CNS – Servizi rapporto di lavoro domestico – Estratto contributivo”.

Contributi Inps 2011 lavoratori domestici secondo trimestre

 Il tempo stringe per il pagamento dei contributi previdenziali per i lavoratori domestici relativi al secondo trimestre del 2011. L’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, ha infatti ricordato come il termine ultimo, peraltro perentorio, sia quello di lunedì prossimo, 11 luglio del 2011. Ci sono tra l’altro tanti canali attivati per poter pagare oramai i contributi per i lavoratori domestici, a partire dal circuito “Reti Amiche“, e passando per le tabaccherie abilitate, ovverosia quelle che espongono il logo “Servizi Inps“. Lo stesso dicasi anche per le parecchie migliaia di sportelli bancari del Gruppo bancario Unicredit sparsi su tutto il territorio nazionale. E se di Unicredit si è correntisti, ed è attivo il servizio di Banca multicanale, allora i contributi Inps per i lavoratori domestici si possono pagare anche via Internet dall’area riservata del proprio rapporto di conto corrente.

Colf: chi è e che cosa fa

 Il termine Colf è nato dall’unione delle parole collaboratore familiare e si riferisce a tutti i lavoratori domestici regolati dalla legge 2 aprile 1958, n. 339.

Nell’art 1, con colf si indicano:

gli addetti ai servizi domestici che prestano la loro opera, continuativa e prevalente, di almeno 4 ore giornaliere presso lo stesso datore di lavoro, con retribuzione in denaro o in natura.

Istituita la Cassa di Assistenza Domestica per le prestazioni integrative

La notizia è dell’ultima ora. La Cassa di Assistenza Domestica è stata costituita attraverso un accordo tra FIDALDO, DOMINA e FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTUCS-UIL, FEDERCOLF.

La cassa avrà la denominazione di CAS.SA.COLF, ovvero cassa sanitaria COLF.

La Cassa ha lo scopo di gestire i trattamenti assistenziali ed assicurativi, integrativi aggiuntivi e/o sostitutivi delle prestazioni sociali pubbliche obbligatorie a favore dei dipendenti collaboratori familiari.

Lavoro domestico: quello di una donna vale oltre 200 mila euro

 Se il lavoro domestico di una donna in Italia fosse retribuito, allora a “fine carriera” una casalinga nel nostro Paese si ritroverebbe in media con la bellezza di oltre 200 mila euro. A stimarlo è stata la Camera di Commercio di Monza e Brianza in base ai dati di Eurostat, quelli dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e quelli di Digicamere. In particolare, a fronte di una media di oltre 200 mila euro è la donna della Regione Campania che, nello svolgere il lavoro domestico, guadagnerebbe a “fine carriera” quasi 300 mila euro! Rispetto al Vecchio Continente la donna italiana si occupa così decisamente di più del lavoro domestico, ed impegna in media ben 2,5 ore al giorno in più rispetto agli uomini nel rapporto di 3,51 ore giornaliere contro una media di appena 1,1 ore per gli uomini nel caso in cui la donna sia occupata.

Lavoratori domestici: come e quando pagare i contributi

 I contributi da versare all’Inps, a cura del datore di lavoro, per i collaboratori domestici, hanno una cadenza trimestrale; i versamenti, infatti, devono essere effettuati sempre e comunque dal primo al decimo giorno dalla conclusione del trimestre solare, altrimenti scattano le sanzioni sia nel caso di omesso versamento, sia nel caso di versamento parziale o tardivo, anche se il ritardo risulta essere pari ad un solo giorno. Se però il giorno dieci del mese successivo alla chiusura del trimestre è festivo, o trattasi di una domenica, la scadenza viene automaticamente prorogata al giorno successivo. Per fare un esempio, al fine di fissare le idee, il versamento dei contributi per i lavoratori domestici del secondo trimestre, ovverosia il periodo aprile-giugno, deve essere effettuato a partire dall’1 luglio ed entro e non oltre il 10 luglio. Rispetto al passato, sono tante le modalità con cui è possibile saldare regolarmente i contributi dei lavoratori domestici: il bollettino postale, debitamente compilato, si può infatti pagare presso un qualsiasi ufficio postale oppure direttamente online dal sito Internet dell’Inps dopo essersi regolarmente registrati con Poste Italiane.

Colf e badanti: quasi 300 mila ora sono in regola

 Dovevano essere all’incirca 300 mila, e così è stato. Mercoledì scorso, 30 settembre 2009, si è infatti è chiusa la campagna di regolarizzazione per colf e badanti; ebbene, in accordo con quanto riporta una nota ufficiale del Ministero dell’Interno, le domande di regolarizzazione pervenute sono state 294.744, di cui 114.336 per la regolarizzazione delle badanti, e 180.408 domande per le colf.

In questo modo, quasi 300 mila lavoratori italiani, comunitari e immigrati irregolari possono ora guardare al futuro con più certezze e più tutele riguardo alle prestazioni svolte; il datore di lavoro, per ogni posizione sanata, ha pagato con il modello F24 un contributo di emersione una tantum pari a 500 euro, potendo tra l’altro avvalersi della possibilità di “chiudere” con il passato visto che con la regolarizzazione a carico del datore di lavoro non scattano provvedimenti e/o sanzioni, anche penali, sulla situazione pregressa.

A fronte delle 294.744 domande presentate, il Ministero dell’Interno ha rilasciato altrettante ricevute, mentre i moduli di regolarizzazione richiesti sono stati ben 351.219. 149.670 domande di regolarizzazione sono state inviate dai privati, 137.160 da Patronati ed Associazioni, 4.673 dai Consulenti del Lavoro ed appena 3.238 dai Comuni italiani.

Lavoro irregolare: molto diffuso nel settore dei servizi

 Negli ultimi dieci anni è maturata sempre di più nel nostro Paese l’attenzione al fatto che il lavoro irregolare contribuisce a frenare lo sviluppo socio-economico, esercitando, sui potenziali investitori, dei veri e propri fenomeni ed effetti di dissuasione. A rilevarlo è l’IRES – Istituto di Ricerche Economiche e Sociali, che, con il progetto “INREGOLA”, ha effettuato un’analisi da cui, tra l’altro, è emerso come la sicurezza sul lavoro, l’emersione e la legalità rappresentino temi che non possono essere trattati separatamente. Nel nostro Paese l’economia sommersa viene stimata tra il 17% ed il 19% del prodotto interno lordo, con una perdita di gettito per lo Stato stimata in ben 100 miliardi di euro all’anno. In base ai dati Istat del 2005, nel nostro Paese ci sono poco più di 5,5 milioni di lavoratori non in regola, e di questi tre milioni risultano essere occupati a tempo pieno; ne consegue che in Italia il 12% delle persone che lavorano non è messo in regola. Ma in quali settori dell’economia tende maggiormente ad annidarsi il lavoro irregolare?

Le richieste del sindacato Domina per colf e badanti

 Gazzetta del Lavoro riceve e pubblica

DOMINA, il sindacato che rappresenta le famiglie che danno lavoro a colf e badanti, commenta favorevolmente le dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla famiglia Carlo Giovanardi, in merito alla possibile regolarizzazione delle badanti che si trovano già nel territorio italiano, senza permesso di soggiorno, ma con un rapporto di lavoro già in corso.

Sono infatti numerose le famiglie italiane che affidano ad assistenti stranieri la cura dei propri anziani e spesso questa è l’unica maniera per garantire alle persone sole e non autosufficienti, la possibilità di continuare a vivere nel proprio ambito domestico.