Fiat, negli USA si firma il rinnovo contrattuale

Mentre in Italia la Fiat, ossia la più grande e importante azienda privata guidata da Sergio Marchionne, ha deciso di uscire da Confindustria negli Stati Uniti le parti sociali firmano il rinnovo contrattuale Uaw-Gm. In effetti, l’Uaw ha ratificato con una maggioranza del 65% la bozza di accordo valida per i prossimi quattro anni firmata da Bob King e dalla General Motors. L’accordo si muove nella direzione voluta da Bob King quando affermava, prima dell’accordo con i sindacati, che “il successo dell’azienda è legato a quello dei lavoratori”.

In Italia la CISL è visibilmente soddisfatta del successo dei colleghi americani anche perchè il nuovo contratto ha il merito di contribuire all’aumento dei costi fissi solo per un modesto 1% tanto che il direttore esecutivo di GM, Daniel F. Akerson

E’ un contratto che rappresenta una vittoria per entrambe le parti ed è la prova che Gm si sta realmente rinnovando

Fiat, dagli Usa il rinnovo del contratto di lavoro

È scaduto il contratto di lavoro dei lavoratori di Detroit e Marchionne sfida il sindacato per ottenere maggiori e più convenienti intese. L’amministratore delegato di casa Fiat, attraverso una lettera indirizzata al responsabile del sindacato americano, ha accusato il sindacato di non aver rispettato gli impegni assunti per il rinnovo del contratto entro i termini previsti.

In realtà, al sindacato americano non piace più la contrattazione a due livelli: giusta in caso di crisi aziendali ma non più tollerata quando l’azienda inizia a macinare utili. In un sistema di questo tipo i nuovi assunti guadagnano in alcuni la metà dei vecchi dipendenti.

Scioperare per i diritti del lavoro e contro la manovra

È stato approvata in Commissione in Senato la norma che sancisce, di fatto, il superamento dell’articolo 18 della legge 300, meglio conosciuta come lo Statuto dei lavoratori.

In effetti, in base all’articolo 8 del correttivo alla manovra finanziaria si stabilisce che “fermo restando il rispetto della Costituzione, nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro”, le specifiche intese aziendali e territoriali “operano anche in deroga alle disposizioni di legge” ed alle “relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro”.

Le vertenza dell’estate

Le ferie sono finalmente arrivate ed è anche il momento per fare il punto della situazione a proposito del diverse vertenze che sono ancora aperte e dove migliaia di lavoratori chiedono certezze per il loro futuro.

I casi sono davvero moltissimi, ma è opportuno soffermarci sulla vicenda Fiat di Termini Imerese o quello dell’Irisbus.

Termini Imerese, la Fiat non abbandoni lo stabilimento

Il prossimo 31 dicembre Fiat compirà l’ultimo suo atto, ossia si concluderà l’esperienza dell’azienda torinese lasciando le maestranze di Termini libere da ogni impegno ma per la FIOM il ritardo fino ad ora accumulato è davvero inaccettabile.

Il tavolo negoziale tenuto presso il Ministero per lo Sviluppo Economico sul futuro dello stabilimento di Termini Imerese che il Lingotto ha deciso di chiudere a fine anno non ha portato nessuna svolta positiva: presenti all’incontro i rappresentanti della FIAT, delle istituzioni siciliane, sindacati, Invitalia e l’advisor che ha definito la ‘short list’ delle imprese interessate a rilevare tutto o parte dello stabilimento siciliano.

Fabbrica Italia, la FIOM ottiene il pieno riconoscimento a Pomigliano

Avevamo già dato evidenza della recente sentenza del Tribunale di Torino che aveva legittimato l’accordo separato firmato allo stabilimento di Pomigliano e, allo stesso tempo, ha richiamato la Fiat di Sergio Marchionne a non tenere un comportamento antisindacale riconoscendo alla Fiom la possibilità di svolgere liberamente le attività sindacali fino alla costituzione delle Rsa interne allo stabilimento.

Landini, segretario della FIOM, ha confermato la presenza della componente metalmeccanica della CGIL dichiarandosi a fianco dei lavoratori

pronta a sostenere tutti i lavoratori di Pomigliano che vogliono difendere i loro diritti aprendo cause individuali

CGIL, la Fiat condannata per condotta antisindacale

Per la Fiat è una vittoria metà; in effetti, da una parte la giustizia del lavoro ha deciso la legittimità dell’accordo di Pomigliano e dall’altra condanna la stessa azienda di Torino per comportamento antisindacale e, per l’effetto del provvedimento del giudice, i lavoratori, o meglio la rappresentanza sindacale dei metalmeccanici della CGIL, dovranno essere riammessi negli organi sindacali dell’Azienda.

La decisione del Tribunale di Torino ammette le legittimità degli accordi per Fabbrica Italia di Pomigliano in riferimento agli accordi di primo livello del 29 dicembre 2010 e del contratto collettivo di secondo livello dello scorso 17 febbraio 2011, anche se nel contempo, il giudice Ciocchetti,  ha sanzionato il comportamento della Fiat come antisindacale.

Per il giudice del lavoro Vincenzo Ciocchetti, il comportamento della direzione aziendale ha determinato l’estromissione della rappresenta FIOM dalla RSU dello stabilimento di Pomigliano d’Arco.

Fiat, sciopero per il 15 luglio per l’Ergo-Uas

Per il prossimo 15 luglio il sindacato, Fim e Uilm, hanno deciso di dichiarare una quattro ore di sciopero in tutto il Gruppo Fiat con diverse articolazioni territoriali a seconda dello stabilimento coinvolto. Secondo il sindacato la decisione è maturata per via di alcuni rilievi mossi dai lavoratori in merito ad una applicazione errata del premio di risultato ma anche sul sistema Ergo – Uas non applicato in modo serio e corretto.

In realtà, luglio è un mese denso di aspettative e confronti anche per via del prossimo incontro del 18 luglio per definire il nuovo contratto sull’auto. Ricordiamo che in tale data le parti sociali, Fdermeccanica e sindacato (Fim, Uil, Fismic e Ugl) si confronteranno per definire una specifica disciplina specifica per il settore dell’auto nell’ambito del contratto nazionale dei metalmeccanici.

La nuova rappresentanza sindacale, adesso si vota

 La CGIL avvia la procedura di verifica che permetterà ai lavoratori di decidere sul nuovo sistema di rappresentanza; in effetti, dopo la decisione del Direttivo Nazionale che ha approvato –  con 117 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astenuto – il dispositivo finale, proposto dalla Segreteria, sull’ipotesi di accordo del 28 giugno scorso raggiunto con Confindustria, CISL e UIL, su contratti e rappresentanza adesso è arrivato il momento di chiedere conferma ai lavoratori attraverso un referendum nei luoghi di lavoro.

È su questo testo che, a partire dalla prossima settimana e fino al 17 settembre, si pronunceranno gli iscritti dipendenti delle aziende afferenti al sistema contrattuale di Confindustria.

L’accordo sulla rappresentanza e la posizione FIAT

Alla fine la segreteria confederale della maggiore centrale sindacale italiana ha vinto: è riuscita a portare fuori dall’isolamento la CGIL e ha passato alla FIAT il cerino accesso. Non solo, con questa iniziativa intende, in sostanza, chiedere alla maggiore azienda privata italiana di uscire allo scoperto per esporre finalmente le sue reali intenzioni in relazione agli accordi precedentemente sottoscritti. Ad oggi, mancano ancora gli investimenti e dettagli precisi sulla politica industriale della casa automobilistica torinese.

Le prospettive per Fincantieri

 Una delle maggiori società cantieristiche italiane, se non la più importante e blasonata, ha deciso di dare forfait proponendo alle organizzazioni sindacali una ricetta dolora non per nulla condivisibile tanto che il ministro, Paolo Romani, ha deciso di convocare le parti sociali per il prossimo 3 giugno.

Le organizzazioni sindacali sono abbastanza compatte sul tavolo negoziale in merito al piano industriale proposto dall’azienda; in effetti, la dirigenza di Fincantieri intende congedare almeno 2500 lavoratori e si prospetta una Pomigliano 2: ossia una riedizione della deroga contrattuale a suo tempo chiesta e ottenuta da Fiat per i suoi stabilimenti.

Le organizzazioni sindacali sembrano far quadrato intorno ad un obiettivo comune: salvaguardare i posti di lavoro anche con qualche sacrificio.

Termini Imerese, a quando il lavoro?

Non si conclude la vicenda di Termini Imerese, anzi la situazione si fa sempre più complicata con una preoccupazione crescente che vede, da una parte, lavoratori e sindacato che vogliono difendere il loro posto di lavoro anche affrontando scelte difficili e riconversioni non troppo digeribili e, dall’altra, anzienda e rappresentanti dei datori di lavoro che hanno la necessità di dismettere uno stabilimento che non è più strategico per lo scacchiere Fiat: in mezzo sta il governo che deve mediare al fine di raggiungere un accordo che possa essere il più condivisibile da parte di tutti.

La Fiom e la ex Bertone, i nuovi rapporti sindacali

 Passa anche alla ex Bertone il piano della Fiat: maggiore flessibilità in cambio di investimenti e nuove produzioni. Il voto alla ex Bertone non lascia dubbi, con 886 voti a favore e 111 contrari i lavoratori hanno dato una precisa indicazione alla Fiat, ma anche alla Fiom che non potrà non tenerne conto tanto che la stessa CGIL ha richiesto alla federazione di categoria di non ritirarsi sull’Aventino e prendere tutte le necessarie iniziative per difendere i lavoratori e, soprattutto, gli iscritti al sindacato.

Ricordiamo che la componente FIOM della RSU alla ex Bertone ha sottoscritto l’accordo condividendo le scelte e le responsabilità: una decisione sofferta ma necessaria per rilanciare l’attività produttiva ed evitare la chiusura.

Termini Imerese, al via il nuovo polo industriale

In arrivo un nuovo polo industriale di tipo multi-produttivo con il plauso delle organizzazioni sindacali, ad eccezione della CGIL che ha espresso riserva sull’argomento. Nasce così una nuova realtà economica che prevede una graduale riconversione e trasformazione di un’area che ha lavorato da sempre con la Fiat.

In effetti, la Fiat abbandonerà il suo sito produttivo per la fine dell’anno e farà posto ad un centro diversificato: dalla produzione ai servizi arrivando a coinvolgere cinema, attrezzature sanitarie e serre fotovoltaiche.

Le Istituzioni hanno espresso un parere sostanzialmente positivo; infatti, secondo il  ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani

Da una situazione di crisi ne abbiamo ricavato una straordinaria case history italiana di ristrutturazione aziendale, industriale, che dà anche alla Sicilia la possibilità di raddoppiare l’occupazione