CGIL, il cambio della guardia

La maggiore organizzazione sindacale italiana ha deciso di eleggere il suo nuovo segretario confederale: Susanna Camuso sostituisce Guglielmo Epifani al vertice della CGIL.

Il Comitato Direttivo, con un voto quasi plebiscitario, pone per la prima volta una donna al vertice del sindacato.

Il lavoro del nuovo segretario generale della CGIL è sicuramente pieno di incertezze e tensioni con le maggiori centrali sindacali. Sul tavolo di lavoro è presente lo strappo con Cisl e Uil apertosi dopo l’accordo separato sul nuovo modello contrattuale e su una visione divergente delle relazioni sindacali.

Fiat, la posizione di Epifani

Sebbene l’incarico di Guglielmo Epifani si stia svolgendo al termine, il segretario generale della CGIL non rinuncia a rilasciare alcune sue dichiarazioni sulle ultime vicende legate alla Fiat di Melfi.

Secondo Epifani in verità Marchionne vorrebbe disfarsi dei siti italiani e andarsene all’estero; non solo, per il segretario generale della CGIL non esisterebbe nessun progetto industriale per l’Italia della società torinese.

Per Epifani manca un serio programma di investimenti e di aggiornamento dei prodotti Fiat; infatti, per il segretario generale della CGIL

si fa Cassa integrazione dappertutto […] il mercato europeo non va bene, in particolare per i marchi FIAT […] Non ci sono i modelli (nuove automibili, n.d.a) : questa è la realtà

Secondo la maggiore organizzazione sindacale mettere in discussione gli accordi di Melfi ed estendere le deroghe al contratto di lavoro, già stabilite a Pomigliano, innescherebbe una spirale pericolosa nei rapporti sindacali nel nostro Paese.

Fiat, disdetta a Melfi le pause sui tempi lavoro

Dopo il caso Pomigliano ora è il momento di rivedere l’organizzazione del lavoro nello stabilimento Fiat di Melfi.

Mentre da una parte la CISL cerca di chiudere su Fabbrica Italia chiedendo precisi riscontri concreti e a questo riguardo le parole di Raffaele Bonanni, segretario generale della seconda organizzazione sindacale, sono precise

Ci aspettiamo che Marchionne incontri i sindacati e precisi  nei minimi dettagli i contenuti  del piano Fabbrica Italia per non prestare il fianco a chi vuole bloccare l’investimento con veti pretestuosi e campagne intimidatorie

Ora, Fiat, dopo aver incassato l’accordo su Pomigliano da CISL e UIL, intende mettere in discussione l’organizzazione del lavoro a Melfi innescando una nuova spirale di confronto con il sindacato.

Melfi, inammissibile il ricorso della Fiom

È stato dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Fiom, organizzazione di categoria della CGIL, sul reintegro dei tre operai licenziati a luglio dalla Fiat di Melfi.

La decisione è dello stesso giudice del lavoro Emilio Minio che aveva emesso il provvedimento di annullamento dei licenziamenti.

Il ricorso della Fiom chiedeva di specificare le attività idonee a dare concreta attuazione all’ordine di reintegro nel posto di lavoro dei tre operai della Sata, licenziati a luglio e riammessi un mese dopo sulle linee produttive.

I tre operai sono stati reintegrati nel posto di lavoro, ma di fatto la Fiat non li ha mai ammessi sulle linee, seppur garantisca loro lo stipendio.

La democrazia del lavoro, la visione Chrysler

Il neo-presidente dell’Uaw, Bob King, è in visita a Torino con una delegazione americana insieme Cindy Estrada, suo vicepresidente, e, durante un incontro con la Fim Cisl, ha riaffermato la volontà dell’Uaw di privilegiare il tavolo del confronto ponendo in evidenza di quanta strada ha fatto il suo sindacato facendosi paladino di una svolta radicale e storica nel settore americano dell’auto.

In effetti, l’organizzazione sindacale americana ha deciso di improntare le nuove relazioni industriali con il sistema del partenariato piuttosto che sposare l’antagonismo e il conflitto.

A questo proposito Bob King rilancia chiedendo alla controparte, ovvero alla Fiat, più potere decisionale ai dipendenti.

Pomigliano e gli accordi separati

La democrazia del lavoro non può passare attraverso accordi separati, poichè una prassi del genere può avere delle ricadute non indifferenti sull’intero sistema dei modelli e forme della partecipazione dei lavoratori alla vita economica.

Escludere una componente sindacale dal tavolo delle trattative finalizzate a definire un nuovo modello di partecipazione e contrattuale può essere deleterio, a maggior ragione se parliamo della più importante organizzazione sindacale italiana: la CGIL.

L’accordo separato alla FIAT di Pomigliamo rappresenta l’esempio più evidente e che ha segnato il panorama delle relazioni industriali.

In realtà, è da circa dieci anni che si fanno  accordi separati in diversi settori: il caso di Pomigliano non è l’unico caso isolato.

Disdetto il contratto dei metalmeccanici

Federmeccanica ha così deciso e ha disdetto il contratto nazionale in vigore dal 2008.

Il presidente di Federmeccanica Ceccardi ha avuto il mandato dal consiglio direttivo di comunicare, già da subito, alle organizzazioni sindacali la volontà di recesso del contratto in vigore dal 20 gennaio 2008.

In questo modo Federmeccanica intende cautelarsi, a suo dire, dalle azioni giudiziarie minacciate dalla Fiom, federazione di categoria appartenente alla CGIL. Infatti, secondo Ceccardi, la disdetta è maturata dopo una serie di confronti all’interno di Federmeccanica ed è avvenuta

a fronte delle minacciate azioni giudiziarie della Fiom relative all’applicazione di tale accordo

La decisione, stando alle dichiarazioni del presidente è stata decisa

in via meramente tecnica e cautelativa allo scopo di garantire la migliore tutela delle aziende

La disdetta ha effetto dal primo gennaio 2012.

La decisione di Federmeccanica è la diretta conseguenza dell’accordo di Pomigliano d’Arco siglato dalla FIAT per volontà di Marchionne.

La nuova contrattazione, la scommessa della Cisl

La Cisl nel suo ultimo Consiglio Generale riunito a Roma il 16 luglio 2010 avente come tema la concertazione territoriale e la contrattazione decentrata ha posto in evidenza un nuovo modello contrattuale.

Di sicuro, le recenti novità in Fiat hanno aperto, nel mondo sindacale, ampie discussioni.

Uno degli aspetti più interessanti messi in evidenza è il nuovo ruolo del salario e la partecipazione economica ai risultati dell’azienda.

Per il secondo sindacato italiano, la partecipazione agli utili e ai  risultati dell’impresa è anche  un modo per valorizzare e promuovere il lavoratore nell’azienda.

Chrysler e la cura Fiat

Sembra che la cura di Sergio Marchionne sia stata proficua. In effetti, secondo gli ultimi risultati la Chrysler ha visto crescere ricavi e margini tanto da prevedere un ritorno in borsa per l’anno prossimo.

La Fiat, da parte sua, ha aumentato la sua presenza nell’assetto azionario portandosi prossimamente verso quota 35 per cento, così come è stato stabilito all’inizio.

Il gruppo torinese intende proporre la 500 negli USA, previsto per l’ultimo trimestre del 2010.

Un agosto “caldo”, per via delle vertenze in sospeso

La pausa estiva non può certamente far dimenticare le vertenze in atto per la difesa dell’occupazione.

Le aziende in difficoltà sono tante, dalla Fiat a Unicredit, da Agile a Tirrenia.

È vero, ora vogliamo solo non pensare alla nostra pausa estiva, ma la realtà che ci attende tra non molto è pregnante di tensioni e di incertezze.

Fiat è un tavolo complesso in grado di incidere sulle future relazioni sindacali e, in modo pesante, sulla regione Piemonte.

L’accordo su Pomigliano ha portato a serie conseguenze di cui ad oggi non possiamo ancora capirne la portata ma che, ad ogni modo,  sembra ancora non bastare.

Lavoratori Termini Imerese: Ugl, “no alla chiusura”

 Il Sindacato Ugl nei giorni scorsi ha ribadito la propria contrarietà alla chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, per il semplice fatto che il ridimensionamento o la chiusura di impianti al Sud significa in pratica avviare un processo di desertificazione di intere comunità locali. Questa è, in sintesi, la posizione di Renata Polverini, segretario generale dell’Ugl, in merito al piano di Fiat che, a fronte di un incremento della produzione di nuove auto ha deciso che Termini Imerese è uno stabilimento da chiudere. L’Ugl, pur tuttavia, ritiene che il piano industriale di Fiat sia insoddisfacente, e come debbano essere tutelati tutti gli stabilimenti del Sud specie se si considera che, in ogni caso, Fiat ha beneficiato di incentivi sotto forma di credito di imposta. Giovanni Centrella, segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, ha tra l’altro messo in evidenza come allo scenario di chiusura per lo stabilimento di Termini Imerese si aggiungano sia le incertezze sul futuro di Pomigliano d’Arco, sia la scarsa attenzione nei confronti dell’indotto.

Lavoratori Fiat Termini Imerese: futuro incerto anche per l’indotto

 Allo stabilimento Fiat di Termini Imerese restano al massimo poco più ventiquattro mesi di vita; il piano della casa automobilistica del Lingotto, infatti, è quello di chiudere lo stabilimento siciliano entro il 2011, e questo a fronte, invece, di investimenti massicci, pari ben otto miliardi di euro, annunciati dalla società automobilistica torinese per i prossimi due anni. Ma quale sarà, a questo punto, la fine che faranno i lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese? La decisione della Fiat appare infatti inappellabile, ma nello stesso tempo l’azienda piemontese si è mostrata disposta a discutere sulla riconversione dello stabilimento al fine di salvaguardare i livelli occupazionali. La società torinese, e non è una novità, da tempo vedeva nello stabilimento di Termini Imerese uno dei siti da chiudere in virtù di difficoltà strutturali e di costi eccessivi, al punto che la società al riguardo ha messo in evidenza come, tirando le somme, l’impianto lavori in perdita.

Costruzioni e auto: a rischio tanti posti di lavoro

Ancora posti di lavoro a rischio.

Si parla di trecententomila nel settore auto (di questi, sessantamila sarebbero di FIAT) su un totale di un milione di addetti e di duecentomila in quello delle costruzioni.

Il Ministro Scajola ha comunque assicurato che

entro 10 giorni arriverà un pacchetto di interventi per fronteggiare la crisi, che giorno dopo giorno sta assumendo contorni sempre più gravi.

Disoccupazione: nel 2009 in aumento

Vogliamo parlarvi di una notizia piuttosto allarmante e che riguarda un tema già trattato: la disoccupazione. Nella zona euro, nel corso del 2009,  la disoccupazione sarà del 9,3% e nei Ventisette dell’8,7%, con 3,5 milioni di posti di lavoro in meno.

In Italia, la disoccupazione passerà dal 6,7% del 2008 all’ 8,2%.