Quote rosa nelle società quotate

 In tema di lavoro, più volte sul nostro sito ci siamo soffermati a sottolineare le discriminazioni che tutt’oggi esistono tra lavoratori uomini e colleghe donne, in termini di trattamento (economico e non), e non solo. Ebbene, è appena stata presentata una direttiva che potrebbe aiutare al raggiungimento di un maggiore equilibrio tra uomini e donne all’interno dei consigli di amministrazione delle società quotate in Europa, con un obiettivo del 40% di quota rosa.

In arrivo le quote “rosa” nelle società pubbliche

 Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali detiene anche la delega alle pari opportunità e, in ragione di questo ruolo, ha deciso finalmente di voltare pagina introducendo il criterio delle quote rosa nei consigli di amministrazione delle società detenute da soggetti pubblici.

L’Inail e la Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro

 È stato sottoscritto il documento che ribadisce l’impegno dell’Istituto per la valorizzazione delle diversità all’interno dell’organizzazione aziendale e contro ogni forma di discriminazione. Il documento è stato firmato dal commissario straordinario De Felice alla presenza del ministro Fornero, della consigliera di Parità Servidori e della presidente del Cug Ninci.

La Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro indica dieci azioni concrete – dall’attuazione di politiche che coinvolgano tutti i livelli aziendali, a partire dai vertici, alla promozione esterna dei risultati ottenuti – per contribuire alla lotta contro tutte le forme di discriminazione sul luogo di lavoro basate su genere, età, disabilità, etnia, fede religiosa e orientamento sessuale.

Progetto per integrare le donne nelle PMI

 Al fine di favorire l’inserimento delle donne nelle piccole e nelle medie imprese, rafforzando le rispettive capacità imprenditoriali, di assunzione delle decisioni e di iniziativa privata delle stese donne mediante l’analisi delle situazioni nazionali sui modelli esistenti e in via di sprimentazione in materia di opportunità, la Commissione UE ha approvato un progetto europeo di sicuro interesse anche per l’Italia.

Obiettivo del progetto, oltre quanto già anticipato, sarà altresì raccogliere e analizzare i processi innovativi di negoziazione collettiva sui meccanismi che favoriscono il processo di leadership e di partecipazione delle donne nei consigli di amministrazione, e approfondire le misure di negoziazione collettiva, tese a conciliare la vita privata con quella professionale.

Le donne nel lavoro ancora troppo discriminate

 L’Anmil ha voluto sollevare un problema fondamentale presente nel mercato del lavoro e lo fa in occasione dell’8 marzo, ossia sono ancora presenti troppe discriminazioni per le donne che lavorano.

Anche se da un punto di vista prettamente giuridico esiste una completa parità tra uomini e donne, nel campo del lavoro questo non è vero perché sono ancora presenti troppe fasce di discriminazioni: dalle difficoltà quotidiane nella conciliazione degli impegni familiari e professionali ai tanti infortuni in itinere, da un sistema di tutele carente alle difficoltà di reinserimento per le disabili.

L’Anmil, Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, nel Rapporto “Donne, lavoro e disabilità: fra sicurezza e qualità della vita” presentato a Roma ribadisce l’emergenza sociale perché le donne possono ben rappresentare la fascia debole del sistema perché si trovano continuamente a dover conciliare i tempi della vita familiare con quelli professionali fino ad arrivare a scontare una discriminazione “di genere” ancora fortemente trascurata sul piano delle tutele.

Ministero del lavoro, è stato costituito il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità

Si è tenuto lo scorso 24 ottobre 2011 la riunione di insediamento del “Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” (CUG) nel corso della quale sono state evidenziate le priorità e le proposte nell’ambito delle prossime attività del Comitato.

Il Comitato, istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ai sensi dell’articolo 21 della Legge n. 183 del 4 novembre 2010, ha composizione paritetica e sostituisce, unificando le competenze, i comitati per le pari opportunità ed i comitati paritetici sul fenomeno del mobbing.

Dalla Covip: parità di genere nella previdenza complementare

 La Covip ha fornito alcune disposizioni che mirano a chiarire alcuni aspetti sulla parità di trattamento di genere nelle forme pensionistiche complementari collettive; in effetti, la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, COVIP, con la Deliberazione del 21 settembre 2011, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 227 del 29 settembre 2011, ha emesso alcune disposizioni in ordine alla parità di trattamento tra uomini e donne precisando che ai sensi dell’articolo 30-bis, comma 1, lett. a) e b) del decreto n. 198/2006 è vietata, con  riferimento alle forme pensionistiche complementari collettive, qualsiasi discriminazione diretta o indiretta tra uomini e donne per  quanto riguarda il campo di applicazione di tali forme, le relative condizioni di accesso, l’obbligo di versare i contributi e il calcolo degli stessi.

L’omofobia nei luoghi di lavoro

La Direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro e si muove in linea con il principio che l’occupazione e le condizioni di lavoro sono elementi chiave per garantire pari opportunità a tutti i cittadini e contribuiscono notevolmente alla piena partecipazione degli stessi alla vita economica, culturale e sociale e alla realizzazione personale.

La direttiva interviene e chiarisce che per principio della parità di trattamento si intende l’assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta basata sulla religione o le convinzioni personali, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali, per quanto concerne l’occupazione e le condizioni di lavoro al fine di rendere effettivo negli Stati membri il principio della parità di trattamento.

Le pari opportunità anche nello sport

Grazie ad una proposta di legge presentata da Di Centa e Ceccacci Rubino, anche lo sport deve rispettare le pari opportunità con atti e comportamenti opportuni e congrui. In effetti, per via delle disposizioni per il sostegno dello sport femminile e per la tutela della maternità delle atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica, il nostro Parlamento ha voluto dare risposte precise anche ad un particolare settore come quello sportivo.

Il nuovo testo unificato delle proposte di legge, la 4019, detta norme in materia di previdenza e di tutela della maternità per gli atleti non professionisti.

Lavoro, l’avvio del programma Obiettivo

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 178 del 2 agosto 2011 il Provvedimento 24 giugno 2011 intitolato come “Programma Obiettivo per l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile, per il superamento delle disparità salariali e nei percorsi di carriera, per la creazione, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete”.

Il Ministero del Lavoro ricorda che le domande di ammissione al finanziamento per la realizzazione di progetti di azioni positive possono essere presentate dal 1° ottobre al 30 novembre 2011.

In sostanza, si tratta di azioni positive che hanno l’obiettivo di promuovere la presenza delle donne negli ambiti dirigenziali e gestionali mediante la realizzazione di specifici percorsi formativi volti all’acquisizione di competenze di vertice e di responsabilità. L’idea centrale del programma è quello di potenziare l’andamento occupazionale delle donna in tutti i suoi aspetti.

Croce Rossa, proposta di legge per il personale femminile

Presentata una proposta di legge che mira al riconoscimento al personale femminile del diritto di arruolamento nel Corpo militare della Croce rossa italiana, in ragione dei principi della pari dignità sociale e delle pari opportunità.

Già in passato le associazioni delle famiglie militari e del Corpo militare della Croce rossa italiana avevano denunciato la grave discriminazione in merito al divieto di arruolamento femminile esistente nell’ambito di questo Corpo militare.

In effetti, l’articolo 1, comma1, della legge n. 380 del 1999 (ora abrogata), prevedeva la partecipazione delle cittadine italiane su base volontaria ai concorsi per il reclutamento di ufficiali e sottufficiali in servizio permanente e di militari di truppa in servizio volontario, e categorie equiparate, nei ruoli delle Forze armate e del Corpo della guardia di finanza. La disposizione è stata confermata dall’articolo 639 del citato codice dell’ordinamento militare, di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010, ed è evidente come il vuoto normativo dal 1936 a oggi non consenta di attuare la stessa disposizione al reclutamento del personale femminile nel Corpo militare della Croce rossa italiana.

Imprenditoria giovanile, in arrivo nuovi fondi

Novità interessanti, e soprattutto positive, in fatto di imprenditoria giovanile. Infatti, è stato pubblicato l’avviso pubblico finalizzato a sostenere progetti e iniziative sostenute da imprenditori con un’età inferiore ai 35 anni e, così come ha confermato la Cisl, l’iniziativa risulta collegato al fondo Mecenati istituito già da tempo dal Ministero della Gioventù che ha destinato all’iniziativa quasi 40 milioni di euro.

Secondo le finalità del fondo si prevede che vengano cofinanziati la nascita o l’avvio di nuove imprese oppure progetti di imprese già costituite soprattutto nei settori dell’eco-innovazione, delle arti e dei mestieri tradizionali con attenzione alla responsabilità sociale d’impresa e alla promozione dell’identità italiana ed europea.