
Una cattiva forma fisica può pregiudicare un percorso professionale: questo è quanto emerge da una ricerca condotta Timothy A.Judge della University of Florida e M.Cable della London Business School. La ricerca ha posto in evidenza la relazione che esiste tra peso e carriera e sulla sua diversa incidenza sulle donne; in effetti, secondo i dati dello studio americano negli Stati Uniti le donne magre guadagnano in media 22mila dollari in più delle altre, mentre per le normopeso l’aumento si assesta intorno ai 7mila dollari.
Sandra Rawline, manager, 52 anni, al servizio di una nota società texana del real estate. Al giorno d’oggi un’età di poco sopra i 50 anni non è la stessa di trenta anni fa, ma ciò nonostante qualche capello grigio, inesorabilmente, è spuntato. Sandra Rawline li porta tra l’altro da anni, ma tutto ad un tratto per la società per cui lavorava, la Capital Title, il suo aspetto estetico non andava bene. La società, trasferitasi in un quartiere chic di Houston, a quanto pare avrebbe chiesto a Sandra (nella foto) di tingersi i capelli, ma lei ha rifiutato ed è stata licenziata. Immediata, da parte di Sandra Rawline, è stata la presentazione di una causa per cui ha citato proprio la Capital Title per discriminazione sul posto di lavoro. Che c’entra la compravendita di immobili col colore dei capelli dei manager?

Lo scorso anno in Toscana le imprese con titolare donna sono cresciute dell’1,6% rispetto al più modesto +0,3% delle imprese con titolare uomo. A metterlo in evidenza è stata la Regione Toscana nel sottolineare come le imprese toscane in rosa siano oramai quasi 100 mila, corrispondenti a quasi il 24% del totale. E così la Toscana riguardo alle imprese con titolare donna è in Italia seconda solamente alla Regione Lazio e davanti all’Emilia-Romagna, Veneto, Regione Piemonte, Lombardia e Regione Marche. Sono questi alcuni dei dati emersi dall’ultimissimo Rapporto di Unioncamere Toscana che, secondo Salvatore Allocca, Assessore regionale al welfare ed alle pari opportunità, confermano la propensione delle donne a rischiare di più nelle fasi di crisi a fronte di elevate competenze, qualifiche e preparazione; il tutto senza dimenticare il contributo dato dall’imprenditoria femminile straniera che allo stesso modo dà un grande apporto allo sviluppo dell’economia sul territorio toscano.
In Piemonte l’Amministrazione regionale ha annunciato la messa a punto di nuove misure, con una dotazione finanziaria pari a complessivi tre milioni di euro, per il sostegno alla conciliazione dei tempi di lavoro con quelli da dedicare alla famiglia. Ad annunciarlo nei giorni scorsi è stato Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte, sottolineando come trattasi di un altro passo in avanti nel sostegno alle famiglie piemontesi a fronte, tra l’altro, anche di importanti novità. Secondo quanto dichiarato infatti da Giovanna Quaglia, assessore alle Pari opportunità della Regione Piemonte, sono previste anche misure per il sostegno al congedo parentale dei papà. In questo modo le madri possono tornare a lavoro a fronte dell’ottenimento di un contributo per cui anche i papà potranno essere coinvolti in maniera diretta nella vita familiare e, quindi, nella gestione dei tempi da dedicare alla famiglia.
Sebbene ci sia ancora molto da fare in materia di pari opportunità, a Milano le donne sono sempre più protagoniste nell’economia del territorio. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Milano che, in vista della Festa dell’8 Marzo, ha effettuato un’elaborazione prendendo a riferimento i dati del registro delle imprese del terzo trimestre 2010 confrontandoli con quelli dello stesso periodo dell’anno 2009. Ebbene, dall’indagine è emerso come in Provincia di Milano le imprese femminili siano oltre 57 mila, andando a registrare rispetto al 2009 un rialzo dell’1,2%. Con un’impresa in rosa su tre, è Milano la capolista in Lombardia. Alto è il contributo delle imprese femminili con il titolare che è una donna di nazionalità estera; in maggioranza in Provincia di Milano sono cinesi con a ruota le peruviane e le rumene.
Un po’ a causa della crisi, un po’ per passione, in Italia le donne appaiono essere sempre di più interessate ad esercitare quei mestieri che, generalmente, sono “da uomini“. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Monza e Brianza in base ad un’elaborazione effettuata prendendo a riferimento i dati aggiornati del Registro delle Imprese. Di conseguenza non deve stupire la presenza nel mercato del lavoro di un numero sempre maggiore di camioniste, idrauliche, ma anche calzolaie, elettriciste e tanti altri mestieri tradizionalmente da uomo ma sempre più “declinati” al femminile. In particolare, l’Ente camerale dall’indagine effettuata ha “contato” ben 1.800 camioniste, ma anche 2300 fabbre e 140 donne-idraulico.
Ad Imperia la Giunta provinciale, nell’ambito della programmazione prevista dal Fondo Sociale Europeo, ha emanato un avviso finalizzato a concedere aiuti per la creazione d’impresa e per l’accesso individuale alla formazione attraverso l’erogazione di voucher. Trattasi, nello specifico, di voucher formativi per donne non occupate, di voucher per la formazione continua di lavoratori occupati, e voucher a supporto per la creazione d’impresa. Per tutte le misure previste i termini di presentazione delle domande scadono lunedì prossimo, 31 gennaio 2011, con la modulistica e l’avviso integrale che si possono visionare e scaricare direttamente dal sito Internet della Provincia di Imperia. I voucher a supporto della creazione d’impresa sono finalizzati ad incentivare il lavoro autonomo e l’auto-imprenditorialità; l’importo di ogni singolo voucher, a fondo perduto, ammonta a 4.777,23 euro a patto di rispettare tutti i requisiti previsti, tra cui quelli di essere in regola con il pagamento dei contributi INPS e INAIL, e di non aver ottenuto in passato contributi per le stesse finalità.
Nel nostro Paese quando si parla di lavoro, e si effettua il confronto tra uomini e donne, le differenze di genere sono ancora notevoli e particolarmente rilevanti. In Italia, infatti, considerando la fascia di popolazione tra i 15 ed i 64 anni, il 57,5% di questa è occupata; ma effettuando il confronto uomo-donna emerge come gli occupati uomini siano il 68,6%, mentre le donne sono appena il 46,4%. Questo è quanto, in particolare, emerge dall’edizione 2011 di “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo“, un Rapporto a cura dell’Istat, l‘Istituto Nazionale di Statistica. Oltre alle notevoli differenze di genere dal Rapporto dell’Istituto emergono anche dati tutt’altro che incoraggianti, a causa della crisi, proprio dal fronte occupazionale nel suo complesso. Nel 2009 il tasso di occupazione nel nostro Paese ha fatto registrare una caduta dell’1,2% con la conseguenza che si è tornati non ai livelli pre-crisi, ovverosia agli inizi del 2007, ma addirittura all’anno 2005.
Si chiudono il 28 dicembre prossimo, nella Regione Sardegna, i termini di partecipazione ad un Bando 2010 che assegna contributi finalizzati sul territorio a promuovere la parità tra uomini e donne. A darne notizia è stato l’Urp della Presidenza della Regione Sardegna nel precisare come il Bando sia stato pubblicato in attuazione al programma operativo, a valere sul corrente anno, da parte della Commissione regionale per la realizzazione della parità fra uomini e donne. A suporto del Bando c’è una dotazione finanziaria pari a 33.500 euro che, se sarà possibile, potranno essere equamente ripartiti tra tutte le otto Province della Regione Sardegna. Il tutto fermo restando che, come sopra accennato, l’istanza di partecipazione al Bando venga spedita entro i termini, con raccomandata con ricevuta di ritorno, oppure con consegna a mano, al Servizio affari generali ed istituzionali, Direzione generale della Presidenza della Regione Autonoma della Sardegna che si trova a Cagliari al numero 69 di viale Trento.