L’indennità di inabilità per i lavoratori a part-time

 L’INAIL ha fornito attraverso la sua nota n. 2319 dello scorso 7 marzo 2013 alcune indicazioni in materia di indennità per inabilità temporanea assoluta per i casi di lavoratori che prestano la loro attività in regime di part-time verticale ciclico.

Infatti, secondo l’INAIL, la base retributiva deve essere calcolata sulla retribuzione convenzionale oraria, moltiplicata per il numero delle ore settimanali complessive da retribuire e dividendo poi il prodotto per sei.

Firmato il contratto nazionale metalmeccanici

 Si conclude la stagione contrattuale dei lavoratori metalmeccanici con la firma del nuovo accordo nazionale lo scorso 5 dicembre 2012 che prevede il rinnovo contrattuale per il triennio 2013/2015 dei metalmeccanici.

L’intesa è importante perché coinvolge oltre 1,6 milioni di lavoratori, ha visto la firma di Fim-Cisl, Uilm e Federmeccanica, con l’assenza della Fiom-Cgil.

La durata del part-time

 Il part-time è un particolare contratto dove il prestatore d’opera decide di fornire la sua collaborazione in misura ridotta; in effetti, si parte da un lavoro, definito full-time, basato su 8 ore di lavoro giornaliero, in relazione al contratto di lavoro applicato, pari a 40 settimanali, settore metalmeccanico ad esempio, o a 4 ore giornaliero, part-time in misura del 50%, per una quota settimanale pari a 20 ore.

Legge di Stabilità 2012, diverse novità in arrivo

 La legge di Stabilità 2012, legge n. 183 del 12 novembre 2011, introduce alcune novità sul lavoro femminile e sull’apprendistato. In particolare, il nuovo contratto di apprendistato, il contratto di inserimento (con particolare riferimento all’inserimento delle donne), il contratto part-time ed il telelavoro.

In materia di apprendistato, e allo scopo di promuovere l’occupazione giovanile, le imprese che hanno alle proprie dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove una decontribuzione totale (contributi previdenziali ed assistenziali Inps ed Inail) per tre anni per tutti i contratti di apprendistato stipulati a decorrere dal 1° gennaio 2012 e fino al 31 dicembre 2013.

Enpals, chiarimenti su lavoro a tempo parziale

L’Enpals, l’Ente assicurativo dei lavoratori dello spettacolo, ha fornito alcuni chiarimenti in merito al contratto di lavoro a tempo parziale, o part-time.

In effetti, l’Enpals è intervenuto in merito attraverso la sua nota operativa dello scorso 4 novembre 2011 chiarendo la posizione dell’Istituto previdenziale di categoria nell’applicazione del lavoro part-time nel delicato settore dello spettacolo e la disciplina in tema di contribuzione previdenziale per il lavoro a tempo parziale in caso di prestazioni rese da soggetti titolari di rapporti di lavoro di natura parasubordinata o autonoma.

Intesa S.Paolo, accordo per assumere mille giovani

Importante accordo sindacale all’Intesa San Paolo che, accanto alla volontà di difendere il posto di lavoro, ha posto in essere una serie di intese finalizzate all’assunzione di mille giovani disoccupati: questo è un esempio tipico di accordo sindacale che intende favorire e incentivare l’occupazione insieme alla difesa di 8 mila impiegati del primario gruppo bancario.

L’accordo tra Intesa San Paolo e le compagini sindacali, arriva dopo lunghe trattative e terminata a notte fonda. L’intesa siglata prevede l’uscita volontaria di tremila dipendenti della banca, la riconversione e riqualificazione di altri cinquemila che passeranno dal lavoro in filiale ad attività commerciali e oltre mille assunzioni di giovani utilizzando per la prima volta nel settore il cosiddetto contratto di solidarietà difensiva che prevede l’80% della retribuzione lorda.

Lavoro, presentate le politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro

È stato presentato lo scorso 7 luglio presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il lavoro svolto dall’ufficio della Consigliera Nazionale di Parità Alessandra Servidori i risultati del lavoro in attuazione dell’avviso comune Azioni a sostegno delle Politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro firmato il 7 marzo scorso e della documentazione raccolta nell’Osservatorio sulla contrattazione decentrata e sulle prassi in materia di conciliazione fra tempi di vita e di lavoro.

Ricordiamo che l’avviso comune punta a sostenere il programma Italia 2020 che mira a definire una serie di azioni per inserire le donne nel mercato del lavoro, oltre a sostenere l’occupabilità, con particolare attenzione a quella femminile, attivando specifici provvedimenti da convenire con le parti sociali, quali ad esempio il contratto di apprendistato o il contratto di inserimento per l’assunzione delle donne, nonché avviando l’attuazione delle deleghe contenute nella legge n. 183/2010 volte a favorire l’occupazione femminile,  a partire dall’incentivazione dei part-time lunghi.

Donne in maternità, dimissioni e discriminazioni

Presentato un report curato da Serenella Molendini, consigliera regionale di Parità in Puglia, in cui si evidenziano alcune preoccupazioni in fatto di discriminazioni in ambito lavorativo, ma anche, secondo i risultati del monitoraggio svolto dalla Direzione Regionale del Lavoro, la necessità di predisporre nuovi strumenti al fine di conciliare la conciliazione vita lavoro.

In effetti, secondo i risultati dell’indagine, la nascita di un figlio determina grossi cambiamenti in senso lavorativo nella vita di una famiglia e in particolare alla madre. La presente congiuntura economica poi non facilita di certo questo approccio ma, anzi, per la maggior parte delle donne lavoratrici un figlio è una delle cause principali di abbandono dal mondo del lavoro.

Proposta di legge per regolare la flessibilità

È stato presentato un progetto di legge alla Camera da Benedetto della Vedova e Enzo Raisi insieme ad altri parlamentari con l’obiettivo di tentare di arginare ad una flessibilità eccessiva senza regole e prospettive reali per i giovani.

L’idea dei presentatori è di offrire ai giovani, anche di prima occupazione, un sistema di ammortizzatori sociali di tipo innovativo.

Secondo la proposta il governo dovrà esercitare la delega conferita dalla legge al fine di regolare i rapporti di lavoro dipendente introducendo un meccanismo di regolazione dei flussi e dei diritti. In effetti, secondo il contenuto della proposta i rapporti di lavoro di tipo dipendente saranno sostituti da un contratto di lavoro a tempo indeterminato a tempo pieno o a tempo parziale, sostitutivo di tutte le formule contrattuali di tipo flessibile.

Cassazione, la discrezionalità del datore di lavoro per il part time

 La Corte di Cassazione, con sentenza del 4 maggio 2011 n. 9769, ha chiarito che spetta al datore di lavoro, in virtù della discrezionalità sugli aspetti organizzativi della sua azienda, stabilire se esiste l’eventuale esigenza di ricorrere al lavoro a tempo parziale.

È, in effetti, l’azienda, in presenza di proprie esigenze organizzative e produttive, può accogliere domande di prestazione a tempo parziale presentate dai dipendenti in servizio o, in alternativa, assumere lavoratori a tempo parziale. In sostanza è un potere decisionale che compete solo al datore di lavoro e, per questa ragione, non è possibile mettere in discussione le scelte di questo tipo.

Benefici alle aziende per la flessibilità dell’orario di lavoro

 È stato pubblicato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 277 del 23 dicembre 2010 sulla Gazzetta Ufficiale intitolato come Regolamento recante criteri e modalità per la concessione dei contributi di cui all’articolo 9 della legge 8 marzo 2000, n. 53, concernente i benefici a favore delle aziende i cui accordi contrattuali prevedono azioni positive per la flessibilità dell’orario di lavoro.

In sostanza, telelavoro, lavoro flessibile in entrata e in uscita, turnazione, concentrazione di orario di lavoro: ecco le parole magiche utilizzate in un Paese dove, secondo quanto ci dicono gli ultimi dati Isfol, l’occupazione, in particolare delle madri, è fortemente condizionata dalla disponibilità di strumenti che consentano una gestione flessibile degli orari di lavoro.

A questo riguardo il regolamento intende fissare i criteri e le modalità che riguardano la concessione dei contributi già previsti dall’articolo 9 della legge 53 dell’8 marzo 2000 è giunto sulla Gazzetta Ufficiale.