La Fiat di Mirafiori e la sconfitta della politica

Non esiste un vero vincitore nella disputa sul nuovo contratto di lavoro ma solo vinti.

Non ha vinto la Fiat perché è facile vincere imponendo un contratto con nessuna vera e plausibile alternativa, ma solo paventando una minaccia sicura sul tessuto sociale e umano dei propri lavoratori.

L’accordo di Mirafiori non può essere considerato un vero contratto di lavoro poiché mira solo a ridurre i diritti dei lavoratori senza nessuna reale concessione: più soldi? Sì, è vero, ma ci mancherebbe, a Mirafiori si sono chiesti un aumento dei carichi di lavoro e degli straordinari e una rinuncia ad esercitare il diritto di sciopero.

Non hanno vinto i lavoratori che si sono visti al centro di una disputa politica dove l’attore principale era assente: lo Stato. I lavoratori di Mirafiori che hanno dovuto accettare nuove condizioni di lavoro in nome di una piena occupazione allo scopo di continuare a garantire reddito alle proprie famiglie.

Arrivato il nuovo contratto per Pomigliano

Con la firma dei sindacati dei metalmeccanici Fim, Uilm, Fismic e Ugl e l’associazione quadri  si è concluso un iter che ha portato lo scontro verbale e, a volte anche qualcosa in più, su toni decisamente critici.

La Fiat di Sergio Marchionne e le compagine sindacale favorevole all’accordo, con l’esclusione della sola Fiom, hanno raggiunto l’accordo che vede coinvolti i 4600 dipendenti di Pomigliano che verranno assorbiti dalla nuova newco a partire dall’inizio del prossimo anno.

L’accordo raggiunto conclude un iter iniziato dal mese di giugno e ora dovrebbe sbloccare l’investimento promesso dalla direzione aziendale allo scopo di produrre la nuova Panda.

La parte economica prevede un incremento salariale che dovrebbe essere a regime su 360 euro annui, circa 30 euro al mese.

Fiat, accordo sul piano Marchionne

L’accordo è stato fatto con l’assenso del sindacato con l’unico escluso, la FIOM, che ha ritenuto inaccettabili le richieste della Fiat.

L’accordo prevede una settimana lavorativa, in fase sperimentale, su quattro giorni ma con dieci ore di lavoro giornaliere. Al momento, secondo il verbale sottoscritto dalle parti – datore di lavoro e sindacato – la sperimentazione sarà svolta su base volontaria.

L’accordo recepisce anche le indicazioni già espresse da Pomigliano e Melfi in materia di pausa e mensa a fine turno.

Secondo le richieste della Fiat di Marchionne le pause saranno ridotte a tre di dieci minuti dalla attuali due di venti minuti.

L’accordo prevede però la monetizzazione a parziale recupero. In effetti, i lavoratori di Torino percepiranno 32 euro parametrizzati al terzo livello.

Fiat, la trattativa continua

…E ora spunta il piano B: o si estendono le deroghe negli altri stabilimenti del settore auto o la Fiat non garantirà più occupazione e investimenti in Italia.

A questo punto anche la FIM Cisl non ci sta.

Sergio Marchionne intende estendere il modello contrattuale di Pomigliano anche nelle altre realtà del gruppo, in questo momento nello stabilimento di Mirafiori.

La richiesta pare un pò’ eccentrica visto che Fiat fa parte di Confindustria e non può negare che il lavoro non può essere regolato solo da precisi accordi aziendali ma, anche, da un contratto collettivo a livello nazionale.

Il fronte sindacale pare unito e compatto tanto che le organizzazioni sindacali che hanno caldeggiato e sostenuto l’accordo di Pomigliano scontrandosi con la FIOM ora si trovano in una situazione delicata.

FIM CISL, cambio al vertice regionale e il problema Mirafiori

La FIM CISL del Piemonte cambia timoniere: Antonio Sansone è il nuovo segretario della FIM Piemonte eletto con 45 voti su 47.

Sul tavolo del nuovo segretario di categoria la delicata vertenza FIAT con lo stabilimento di Mirafiori dove, proprio in questi giorni, si sta cercando di definire un accordo sul suo futuro.

Il nuovo segretario FIM CISL, Antonio Sansone, ha ribadito il suo impegno su questo importante e delicato argomento

Una buona fetta del Piemonte metalmeccanico si giocherà, nei prossimi 5 anni, su investimenti rilevanti quali il raddoppio della meccanica Fiat Powertrain di Verrone, su cui è previsto un investimento di quasi 600 milioni e un’occupazione, a regime, pari a circa 1.100 lavoratori, dei circa 600 occupati attualmente; l’avvio dell’attività produttiva a Cameri, nel settore aeronautico per oltre 700 milioni di investimento ed un’occupazione di circa 1.800 lavoratori e il recente annuncio di 1 miliardo di investimento su Mirafiori per la costruzione auto a marchio Jeep e Alfa Romeo, prima ricaduta rilevante e concreta dell’accordo Fiat-Chrysler

Fiat, la posizione di Epifani

Sebbene l’incarico di Guglielmo Epifani si stia svolgendo al termine, il segretario generale della CGIL non rinuncia a rilasciare alcune sue dichiarazioni sulle ultime vicende legate alla Fiat di Melfi.

Secondo Epifani in verità Marchionne vorrebbe disfarsi dei siti italiani e andarsene all’estero; non solo, per il segretario generale della CGIL non esisterebbe nessun progetto industriale per l’Italia della società torinese.

Per Epifani manca un serio programma di investimenti e di aggiornamento dei prodotti Fiat; infatti, per il segretario generale della CGIL

si fa Cassa integrazione dappertutto […] il mercato europeo non va bene, in particolare per i marchi FIAT […] Non ci sono i modelli (nuove automibili, n.d.a) : questa è la realtà

Secondo la maggiore organizzazione sindacale mettere in discussione gli accordi di Melfi ed estendere le deroghe al contratto di lavoro, già stabilite a Pomigliano, innescherebbe una spirale pericolosa nei rapporti sindacali nel nostro Paese.

Fiat, disdetta a Melfi le pause sui tempi lavoro

Dopo il caso Pomigliano ora è il momento di rivedere l’organizzazione del lavoro nello stabilimento Fiat di Melfi.

Mentre da una parte la CISL cerca di chiudere su Fabbrica Italia chiedendo precisi riscontri concreti e a questo riguardo le parole di Raffaele Bonanni, segretario generale della seconda organizzazione sindacale, sono precise

Ci aspettiamo che Marchionne incontri i sindacati e precisi  nei minimi dettagli i contenuti  del piano Fabbrica Italia per non prestare il fianco a chi vuole bloccare l’investimento con veti pretestuosi e campagne intimidatorie

Ora, Fiat, dopo aver incassato l’accordo su Pomigliano da CISL e UIL, intende mettere in discussione l’organizzazione del lavoro a Melfi innescando una nuova spirale di confronto con il sindacato.

Disdetto il contratto dei metalmeccanici

Federmeccanica ha così deciso e ha disdetto il contratto nazionale in vigore dal 2008.

Il presidente di Federmeccanica Ceccardi ha avuto il mandato dal consiglio direttivo di comunicare, già da subito, alle organizzazioni sindacali la volontà di recesso del contratto in vigore dal 20 gennaio 2008.

In questo modo Federmeccanica intende cautelarsi, a suo dire, dalle azioni giudiziarie minacciate dalla Fiom, federazione di categoria appartenente alla CGIL. Infatti, secondo Ceccardi, la disdetta è maturata dopo una serie di confronti all’interno di Federmeccanica ed è avvenuta

a fronte delle minacciate azioni giudiziarie della Fiom relative all’applicazione di tale accordo

La decisione, stando alle dichiarazioni del presidente è stata decisa

in via meramente tecnica e cautelativa allo scopo di garantire la migliore tutela delle aziende

La disdetta ha effetto dal primo gennaio 2012.

La decisione di Federmeccanica è la diretta conseguenza dell’accordo di Pomigliano d’Arco siglato dalla FIAT per volontà di Marchionne.

Chrysler e la cura Fiat

Sembra che la cura di Sergio Marchionne sia stata proficua. In effetti, secondo gli ultimi risultati la Chrysler ha visto crescere ricavi e margini tanto da prevedere un ritorno in borsa per l’anno prossimo.

La Fiat, da parte sua, ha aumentato la sua presenza nell’assetto azionario portandosi prossimamente verso quota 35 per cento, così come è stato stabilito all’inizio.

Il gruppo torinese intende proporre la 500 negli USA, previsto per l’ultimo trimestre del 2010.

Un agosto “caldo”, per via delle vertenze in sospeso

La pausa estiva non può certamente far dimenticare le vertenze in atto per la difesa dell’occupazione.

Le aziende in difficoltà sono tante, dalla Fiat a Unicredit, da Agile a Tirrenia.

È vero, ora vogliamo solo non pensare alla nostra pausa estiva, ma la realtà che ci attende tra non molto è pregnante di tensioni e di incertezze.

Fiat è un tavolo complesso in grado di incidere sulle future relazioni sindacali e, in modo pesante, sulla regione Piemonte.

L’accordo su Pomigliano ha portato a serie conseguenze di cui ad oggi non possiamo ancora capirne la portata ma che, ad ogni modo,  sembra ancora non bastare.

La Fiat e le nuove relazioni industriali

In arrivo la Fabbrica Italia Pomigliano. Ecco la nuova società iscritta, dal 19 luglio, nel registro delle imprese della Camera di commercio di Torino e ha come presidente Sergio Marchionne con un capitale sociale di 50mila euro. La newco si occuperà di attività di produzione, assemblaggio e vendita autoveicoli e loro parti.

La Fiat, o meglio Marchionne, non intende lasciare ombre e parla di un investimento importante, circa 20 miliardi di euro.

Unrae: 15.000 posti di lavoro a rischio nel settore auto

A richio 15.000 posti di lavoro nel settore auto. Questo l’allarme lanciato da Gianni Filipponi, Direttore Generale dell’UNRAE, l’Associazione che rappresenta le Case estere operanti in Italia.

L’incredibile  ascesa della vendita di automobili in Europa, che ha fatto registrare più di un milione e mezzo di immatricolazioni – 1.676.427 secondo l’ACEA, l’Associazione dei costruttori europei – , sembra essersi arrestata.

A marzo, in Italia, si è conclusa la fase nel corso della quale si potevano immatricolare le vetture beneficiate dagli incentivi governativi, perché ordinate entro il 31 dicembre del 2009.

La chiusura delle agevolazioni di Marzo provocherà da Aprile, secondo quanto affermato da Filipponi, un periodo di allarme per i lavoratori del settore auto.