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Voucher conciliazione per trovare lavoro in Provincia di Alessandria

 400 euro al mese, per un periodo massimo di sei mesi, al fine di conciliare i tempi da dedicare alla famiglia con quelli da “spendere” per trovare lavoro dopo magari averlo perso. E’ questa, in estrema sintesi, la misura attiva nella Provincia di Alessandria che, nello specifico, prevede l’erogazione di voucher di conciliazione ai fini del reingresso nel mondo del lavoro. Al riguardo l’Amministrazione provinciale, che per la misura vuole destinare più risorse ai Comuni sul territorio, è convinta che sostenendo spese per la cura della famiglia, da “coprire” con i voucher, i cittadini possano affrontare sia con più impegno, sia con meno problemi un percorso di orientamento, un corso di formazione professionale e, in generale, tutto l’iter necessario per garantirsi un reinserimento nel mondo del lavoro in una fase congiunturale come quella attuale che di certo ancora non è delle migliori.

Per l’erogazione dei voucher la priorità è per le fasce della società maggiormente penalizzate dalla crisi finanziaria ed economica, ovverosia quelle che hanno perso il proprio posto di lavoro. Il voucher di conciliazione per trovare lavoro in Provincia di Alessandria è chiaramente una misura agevolativa particolarmente indicata e di grosso aiuto per le donne che, espulse dal mondo del lavoro, possono magari più facilmente rientrare nel circuito occupazionale anche attraverso la partecipazione a tirocini in azienda.

Secondo quanto dichiarato da Massimo Barbadoro, Assessore al Lavoro della Provincia di Alessandria, l’Amministrazione, come tra l’altro sopra accennato, vuole mettere a disposizione più risorse per i Comuni avendone la possibilità ed avendo contestualmente riscontrato sul territorio una necessità ed un bisogno crescente, da parte dei cittadini, di accedere a strutture per l’infanzia ed a quelle socio-assistenziali. Con le risorse aggiuntive promesse dalla Provincia, i voucher saranno direttamente erogati alle famiglie beneficiarie da parte dei Comuni per le strutture comunali di assistenza o per i soggetti privati che operano nel settore a patto che risultino essere iscritti nell’apposito Albo regionale.

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