La riforma del lavoro, che tanto ha fatto – e sta facendo – discutere parti politiche, sindacali e imprenditoriali, è migliorabile. A dirlo non siamo solo noi, ma un diretto esponente dell’attuale governo Monti, che cerca comunque di salvare i positivi intenti della revisione del nostro sistema normativo occupazionale, in attesa di comprendere nel maggior dettaglio quali saranno i possibili benefici della riforma.
“E’ una buona riforma e come ogni cosa può essere ulteriormente migliorata” – ha dichiarato il ministro dello sviluppo economico Corrado Passera, intervistato da Lucia Annunziata nella tramissione “In mezz’ora” – “ma sono sicuro che arriverà in fondo”.
La riforma del mercato del lavoro costerà tanto. A dirci quanto è lo stesso governo, che ha stimato in 20 miliardi di euro per il periodo 2014 – 2021 l’onere complessivo per supportare la revisione del sistema occupazionale italiano. Ma da dove proverranno tali fondi? Lo spiega il disegno di legge, che precisa come gli introiti necessari per finanziare la riforma del lavoro giungeranno dall’utilizzo delle maggiori entrate e dei risparmi di spesa, che seguiranno l’applicazione delle misure fiscali previste dallo stesso disegno di legge, e in parte da ulteriori riduzioni di spesa di funzionamento degli enti previdenziali (quantificate in 90 milioni di euro, cui si aggiungeranno 10 milioni dai Monopoli).