Home » Libro unico del lavoro

Libro unico del lavoro

 Il libro unico del lavoro porta ad un cambiamento radicale nella gestione del personale che collabora in un’azienda. I datori di lavoro, avevano in precedenza, difficoltà a gestire il libro matricola, redatto in forma manuale.

Il libro unico del lavoro, è infatti, realizzato attraverso fogli meccanizzati a modulo continuo con numerazione di ogni pagina, il sistema laser e la registrazione sui supporti magnetici. In questo si differenzia dai precedenti libri relativi alla gestione del personale, permettendone una migliore gestione.

Il libro unico del lavoro è stato istituito con gli articoli 39 e 40 del decreto-legge n. 112/2008 ed è entrato in nel 2009 proprio per sostituire i libri paga e matricola, il libretto personale di controllo ed il registro impresa di un’azienda.

La particolarità del libro unico del lavoro, è data dal fatto che esso è costituito da una sequenza numerale di fogli, poiché non si può suddividere il libro unico in parti differenti, a meno che non si tratti di indicare le presenze. E’ obbligatorio tenere un unico libro, anche in presenza di più sedi di lavoro.

All’interno del libro unico del lavoro vengono inseriti: i dati anagrafici, la qualifica, la retribuzione, l’anzianità, i rimborsi spese, le trattenute, nonché le presenze (compresi gli straordinari), il relativo domicilio dei lavoratori esterni all’azienda e la descrizione del lavoro effettuato.

Chi è tenuto ad adottare il libro unico del avoro sono tutti i datori di lavoro privato in ogni settore (come in quello agricolo, nello spettacolo, dell’autotrasporto e marittimi) i collaboratori coordinati e continuativi (con o senza progetto), gli associati in partecipazione con apporto lavorativo. Non sono tenuti ad adottarlo i datori di lavoro domestico, le imprese familiari, le ditte private del commercio e le società cooperative che non hanno dipendenti.

Il libro libro unico non è più custodito dove si effettua il lavoro, ma:

  • Nella sede legale dell’impresa.
  • Nello studio del consulente del lavoro.
  • Nei centri di assistenza delle associazioni di categoria delle imprese.

Chi di competenza, ha l’obbligo di conservare il libro unico del lavoro per cinque anni.

Via| Governo.it

Lascia un commento