Come diventare consulente del lavoro

 Se il lavoro da dipendente non vi ha mai attratto più di tanto e siete affascinati invece dal mondo del lavoro e dal capitale umano, potete pensare di intraprendere una professione in questo momento abbastanza richiesta anche nel nostro paese: quella del consulente del lavoro. Il consulente del lavoro è una figura professionale che in Italia esiste da più di trent’anni e lavora in autonomia, come libero professionista, ma in collaborazione con aziende di tutte le dimensioni. 

Novità sulla chiamata del lavoro intermittente

 Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha deciso di apportare una nuova decisione sulla cosiddetta chiamata del lavoro intermittente.

Ricordiamo che, ai sensi dell’articolo 34 del Decreto Legge n. 179 del 18 ottobre 2012, meglio noto come Decreto Sviluppo bis, convertito dalla Legge n. 221 del 17 dicembre 2012, ha modificato la disciplina in materia di lavoro intermittente, eliminando, a questo proposito, la possibilità che la chiamata del lavoratore possa essere comunicata alla competente Direzione territoriale del lavoro anche mediante FAX.

Manovra 2011, la liberalizzazione del collocamento

La recente manovra di luglio 2011 ha posto in essere diverse novità inclusa la liberalizzazione del collocamento; in effetti, in base alle novità introdotte  sono autorizzati allo svolgimento delle attività di intermediazione gli istituti di scuola secondaria di secondo grado, statali e paritari, a condizione che rendano pubblici e gratuitamente accessibili sui relativi siti istituzionali i curricula dei propri studenti all’ultimo anno di corso e fino ad almeno dodici mesi successivi alla data del conseguimento del titolo di studio o le università, pubbliche e private, e i consorzi universitari, a condizione che rendano pubblici e gratuitamente accessibili sui relativi siti istituzionali i curricula dei propri studenti dalla data di immatricolazione e fino ad almeno dodici mesi successivi alla data del conseguimento del titolo di studio.

Licenziare per scarso rendimento

La Fondazione studi dei consulenti del lavoro ha espresso un parere che è stato da più pari ripreso, ovvero lo scarso rendimento è una violazione del dovere di diligenza del lavoratore che può configurare un’ipotesi di giustificato motivo soggettivo di licenziamento e esistono diverse norme e sentenze che legittimano il licenziamento del dipendente.

La fondazione ha ricordato che esistono diverse autorevoli pareri giuridici – Cassazione del 9 settembre 2003, n. 13194 in Mass. Giur. It., 2003, Cassazione 3 maggio 2003, n. 6747 in Mass. Giur. Lav., 2004, 6, 99 e Cassazione 23 febbraio 1996, n. 1421 in Mass. Giur. It., 1996 –  che sembrano avvalorare che lo  scarso  rendimento è  una violazione del dovere di diligenza del  lavoratore che può configurare un’ipotesi di giustificato motivo soggettivo di licenziamento.

Il nuovo praticantato per il consulente del lavoro

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 179 del 3 agosto 2011 il Decreto Ministeriale del 20 giugno 2011 nel quale sono contenute le nuove modalità sulla disciplina del praticantato necessario per l’ammissione all’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di consulente del lavoro.

L’istituto del praticantato è il periodo obbligatorio di pratica professionale necessario per l’accesso  all’esame di stato abilitante all’esercizio della professione di consulente del lavoro.

Professione consulente del lavoro

 In attuazione a specifici obblighi comunitari, già da qualche tempo per diventare consulente del lavoro, e per esercitare di conseguenza la professione, servono dei requisiti più stringenti, a partire da quello relativo all’obbligo della laurea. Il tutto, in particolare, è disciplinato da un apposito Decreto, il numero 10 del 2007, successivamente convertito in Legge il 3 aprile dello stesso anno. A vigilare in merito, ed in generale contro ogni forma di abusivismo, è il corrispondente Consiglio Nazionale dell’Ordine che tutela sia gli interessi della categoria, sia quelli della collettività per quella che è in tutto e per tutto la promozione della cultura della legalità. Questo significa, in sintesi, che nell’esclusiva attività esercitata devono essere solo ed esclusivamente i consulenti del lavoro ad occuparsi di contratti di lavoro, gestione dei relativi rapporti, licenziamenti, assunzioni e, in generale, delle dinamiche aziendali annesse e connesse.

Ministero del lavoro, chiarimento sui permessi per riduzione orario di lavoro

 Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha espresso alcune valutazioni in riferimento al mancato godimento o pagamento dei permessi per riduzione orario di lavoro e lo fa con una propria nota protocollata come 25/Segr/0009044 emessa in data 3 giugno 2011.

La nota è stata emessa dalla Direzione generale per l’attività ispettiva verso il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro in risposta ad una serie di domande chiarificatrici scaturite da una precedente decisione della stessa Direzione all’interpello n. 16/2011.

Infatti, nel predente interpello n. 16/2011 si faceva riferimento alla locuzione termine ultimo di godimento dei permessi ma mancava, a detta dell’organismo dei Consulenti del Lavoro, un chiarimento a cui collegare l’insorgenza dell’obbligazione contributiva.

Enpals, nuova procedura per il PIN

 L’Enpals ha recentemente diffuso una nuova circolare, la n. 7 del 26 maggio del 2011, identificata come Nuove modalità per il rilascio e l’utilizzo del codice PIN (Personal Identification Number – codice personale identificativo), che si propone di mettere in evidenza la nuova procedura che deve essere utilizzata per il rilascio e l’utilizzo del codice PIN, ovvero del codice identificativo personale, necessario per accedere ai servizi telematici disponibili sul sito istituzionale dell’ente che cura gli interessi dei lavoratori dello spettacolo e dello sport di tipo professionistico.

Enpals, Inps e Inpdap, ossia tre istituti previdenziali con uno scopo comune: completare l’offerta dei servizi su canale telematico con l’obiettivo di rivoluzione l’offerta attuale garantendo flessibilità nei rapporti e la presenza, continua e discreta, in ogni momento della giornata dei servizi previdenziali.

Ispettore del lavoro e praticante consulente? non è possibile

 Il Consiglio nazionale consulenti del lavoro (CNCL) ha reso noto con circolare n. 1054 dell’8 aprile 2011 che è stato recentemente affrontato il problema della iscrivibilità nel registro dei praticanti dell’Ispettore del lavoro.

La circolare in oggetto rende noto i motivi per i quali si ritiene che il dipendente del Ministero del Lavoro che svolga mansioni ispettive non possa essere praticante presso lo studio di un Consulente del Lavoro.

Libro unico del lavoro

 Il libro unico del lavoro porta ad un cambiamento radicale nella gestione del personale che collabora in un’azienda. I datori di lavoro, avevano in precedenza, difficoltà a gestire il libro matricola, redatto in forma manuale.

Il libro unico del lavoro, è infatti, realizzato attraverso fogli meccanizzati a modulo continuo con numerazione di ogni pagina, il sistema laser e la registrazione sui supporti magnetici. In questo si differenzia dai precedenti libri relativi alla gestione del personale, permettendone una migliore gestione.

Il consulente del lavoro: chi è e cosa fa


Una delle professioni che sta vivendo un forte sviluppo e che è molto richiesta è quella del consulente del lavoro. Si tratta di una professione che permette di ottenere anche dei buoni guadagni.

Chi è il consulente del lavoro?

E’ una figura chiave che si occupa di curare il rapporto tra le aziende e le varie istituzioni come l’INPS, l’Agenzia delle Entrate e l’INAIL.