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La pensione futura, il contributivo pro-rata

È da tempo che se ne discute ma con la nomina della professoressa di Economia Politica all’Università di Torino, Elsa Fornero, e coordinatrice del Cerp, ovvero del Centro per le ricerche sulle pensioni e le politiche del welfare, l’idea sta prendendo corpo. Già in precedenza, in una intervista al Messaggero del 25 ottobre 2011, ha espresso le sue valutazioni sull’andamento della spesa previdenziale ipotizzando il contributivo pro-rata per tutti già dal primo gennaio del 2012 insieme all’innalzamento dell’età minima a 63 anni.

L’idea della Fornero è quello di aumentare l’età pensionabile finalizzata all’eliminazione del criterio di anzianità e, insieme all’introduzione per tutti del sistema contributivo “pro rata”, con un meccanismo di premi e penalizzazioni a seconda della finestra di uscita.

Quando si parla di “pro rata” si intende riferirsi al nuovo metodo di calcolo che riguarda l’anzianità futura e in modo indipendente dal numero di anni residui di attività: non è in discussione l’anzianità pregressa, così come i trattamenti di chi è già in pensione; in effetti, con questo nuovo criterio si andrebbe incontro a una situazione dove ci sarebbero solo lavoratori con sistema misto o completamente contributivo e sarà eliminata il sistema retributivo, ossia sulla base della media della retribuzione degli ultimi dieci anni al momento dell’andata in pensione: sistema applicabile solo ai lavoratori che, al 31 dicembre 1995, potevano vantare 18 anni di contributi.

In sostanza, per i lavoratori che attualmente si trovano nel sistema retributivo gli anni successivi al primo gennaio 2012 saranno calcolati con il metodo contributivo.

Per la professoressa Elsa Fornero nel prossimo sistema pensionistico troveranno posti lavoratori con sistema completamente contributivo o parzialmente attraverso il sistema misto. Non solo, alcune indiscrezioni, perché ad oggi non esiste su questa materia ancora una proposta ufficiale dal parte del governo, ipotizzano anche l’introduzione di un meccanismo di incentivi e disincentivi: chi va in pensione più tardi, chi ipotizza 67/68 anni, potrà ottenere un bonus, mentre, al contrario, chi decide di abbandonare prima, 62/63 anni, sarà disincentivato.

Il problema è un altro: chi lo spiega alle aziende visto che, tendenzialmente, cercano di lasciare a casa quelli che sono, per così dire, pensionabili.

2 commenti su “La pensione futura, il contributivo pro-rata”

  1. Al 31.12.2011 completo: 62 anni di età e 40 anni di servizio. ( INPDAP Dip. ALS) sistema retributivo.
    Questo crea malcontento popolare, alla vigilia della pensione mi vengono cambiate le carte?
    non è possibile che ho pagato le tasse per il sistema retributivo e vado in pensione con un sistema diverso.
    L’Italia non meritava questa fine, la mia infanzia è stata piena di sacrifici, chiedete i soldi a quelli che hanno mangiato senza pagare il conto ( Vi assicuro che ne sono tanti).

    ( Vincenzo TINA )

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  2. al 16/03/2012 compio 60 anni con 37anni 6 mesi e 23 giorni di servizio (poste italiane spa).sono stato convocato dall’azienda informandomi che potevo lasciare il posto di lavoro perchè alla data che ho scritto (16/12/2012)maturavo il requisito,e con i 12 mesi della manovra fatta ad agosto avrei preso la misera pensione il 03/04/2013.n.b.molti colleghi come me hanno lasciato il lavoro facendo assumere un figlio a part time.rimanendo senza stipendio sino al requisito del 2012.adesso mi chedo cosa ci succedera’se cambiano drasticamente le cose?non riusciremo mai a prendere la misera pensione e senza lavoro a 60 anni di eta’,pensate che disastro.

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