Disoccupazione Italia: oltre 2,1 milioni di persone cercano lavoro

 Continua ad avere nuove reclute nel nostro Paese l’esercito dei disoccupati. Gli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) sul quarto trimestre 2009 parlano chiaro: le persone che cercano un’occupazione sono aumentate di ben 369 mila unità, con la conseguenza che coloro che in Italia sono alla ricerca di un lavoro sono saliti a quota 2,14 milioni con una prevalenza a livello geografico nel Centro e nel Nord Italia. Il fatto che i nuovi disoccupati si concentrino al Nord ed al Centro si spiega con il fatto che trattasi delle aree del Paese a più elevata densità imprenditoriale, rispetto al Mezzogiorno, ragion per cui per i dipendenti delle imprese che chiudono a causa della crisi è sempre più difficile potersi reinserire in tempi brevi nel mondo del lavoro.

Intesa sull’arbitrato tra le Parti Sociali e il Ministero del Lavoro

Siglata dalle parti sociali una dichiarazione comune sull’arbitrato introdotto dal recente collegato al lavoro, un provvedimento che ha sollevato inevitabilmente diverse polemiche e dubbi interpretativi.

Di sicuro l’arbitrato è un vero strumento alternativo al giudice nelle controversie di lavoro, ma per evitare abusi è necessario definire delle linee d’azione comuni.

Ricordiamo, infatti, che il comma 9 del collegato al lavoro stabilisce che, in   relazione alle materie di cui all’articolo 409 del codice di procedura civile, le parti contrattuali possono pattuire clausole compromissorie di cui all’articolo 808 del codice di procedura civile che rinviano alle modalità di espletamento dell’arbitrato di cui agli articoli 412 e 412-quater del codice di procedura civile.

Collegato lavoro: scontro sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori

Oggi si sciopera anche per affermare il ruolo preminente dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Infatti, con l’art. 31 del collegato lavoro il Legislatore elimina l’obbligatorietà, D.L. n. 80/1998, del tentativo di conciliazione reintroducendo la normativa in vigore fino al 1998.

Non solo, le parole dell’assessore al Lavoro, Pari Opportunità e politiche giovanili della regione Lazio, Alessandra Tibaldi, non lasciano dubbi sulla posizione dell’opposizione:

Siamo in presenza di un attacco senza precedenti al mondo del lavoro ed ai principi di civiltà giuridica del nostro ordinamento giuslavoristico.

Di fronte a questo inaudito attacco al sistema di tutele e diritti delle lavoratrici e dei lavoratori mi unisco al coro di tutto coloro che stanno aderendo all’appello contro questa controriforma, che aggira subdolamente l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Prolungamento cassa integrazione: parere negativo del Governo

 L’allungamento della cassa integrazione ordinaria da 52 a 78 settimane è inutile. A dichiararlo nelle ultime ore è stato Maurizio Sacconi, Ministro del Lavoro, aggiungendo che in merito al provvedimento approvato nei giorni scorsi in Commissione l’Esecutivo esprimerà un parere negativo. Secondo il Ministro, in virtù delle estensioni già presenti per l’accesso alla cassa integrazione, l’allungamento della CIG ordinaria non serve visto che per le aziende in crisi ci sono già strumenti che offrono una adeguata protezione ai lavoratori. L’orientamento del Governo in materia di estensione della cassa integrazione ordinaria non è stato ben accolto dalla Cgil, la quale, per voce del segretario confederale, Fulvio Fammoni, sottolinea come il no del Ministro Sacconi confermi il disinteresse del Governo nei confronti della crisi.

Cassa integrazione ordinaria: durerà diciotto mesi

 Grazie ad una votazione favorevole da parte sia del centrodestra, sia del centrosinistra, alla Camera dei Deputati, ed in particolare presso la Commissione Lavoro, è stato approvato un importante emendamento anticrisi che prolunga la cassa integrazione ordinaria da dodici a diciotto mesi, ovverosia da 52 a ben 78 settimane. Trattasi di una misura di rilevante importanza se si considera che nelle ultime settimane sono state molte le aziende nel nostro Paese che, a causa del loro persistente stato di crisi, hanno dovuto fare richiesta per la CIGS, la cassa integrazione guadagni straordinaria con molti casi che, in base ai decreti di concessione, hanno riguardato purtroppo anche dei fallimenti societari. L’emendamento approvato in Commissione, tra l’altro, è in linea con le richieste della CGIL, la quale da parecchi mesi oramai chiede il raddoppio della cassa integrazione guadagni ordinaria, portandola da 52 a 104 settimane al fine di evitare che le aziende e, di riflesso, i lavoratori rimangano scoperti dal beneficio degli ammortizzatori sociali aspettando che la ripresa in Italia si faccia più robusta ed il mondo del lavoro torni lentamente ai periodi pre-crisi.

Dipendenti Alcoa in piazza per il lavoro e contro la crisi

 Si dovrebbe tenere lunedì prossimo a Roma un nuovo incontro, probabilmente decisivo, sul futuro dei lavoratori dell’Alcoa; il colosso dell’alluminio, nonostante le aperture del Governo, che ha varato di recente un provvedimento finalizzato ad abbassare le tariffe elettriche nelle Isole per i grandi consumatori di energia, sembra infatti intenzionato a proseguire con il proprio “disimpegno” dal nostro Paese.

Sembrano in particolare appesi ad un filo i destini di due stabilimenti, quello veneziano di Fusina e quello sardo di Portovesme. E proprio per oggi, in Sardegna, la Cgil, la Cisl e la Uil, in maniera unitaria, hanno proclamato lo sciopero generale contro la crisi nella Regione; decine di migliaia di lavoratori in corteo, compresi quelli di Alcoa, scendono in piazza per chiedere lavoro e per sostenere la causa non solo dei dipendenti dello stabilimento Alcoa di Portovesme, ma anche di quelli che nella Regione, in particolar modo nel settore industriale, stanno vivendo un momento di grande e grave incertezza.

Lavoro nero al Sud: Piano del Governo contro il sommerso

 Il Governo, al fine di contrastare il lavoro nero al Sud, ha varato quello che è stato definito il “Piano anti sommerso”, ovverosia un insieme di misure finalizzate a mettere a segno un vero e proprio attacco frontale contro l’occupazione irregolare che molto spesso fa rima con lo sfruttamento. La decisione del Governo, ed in particolare del Ministro Sacconi, di contrastare frontalmente il lavoro nero è stata ben accolta dalla Cisl, ed in particolare dal Segretario confederale Giorgio Santini, il quale ritiene che, pur tuttavia, per una efficace implementazione del “Piano anti sommerso” servirebbe sul territorio il pieno coinvolgimento dei rappresentati dei datori di lavoro e dei lavoratori. Da molti mesi, inoltre, la Cisl aspetta che il Governo provveda a varare il “Piano per il Sud” che, associato alle misure di contrasto al sommerso, possono chiaramente dare una prospettiva al Mezzogiorno.

Lavoro e fisco: Cgil proclama sciopero generale

 La Cgil ha proclamato per il prossimo 12 marzo 2010 uno sciopero generale. Questo dopo che circa tre settimane fa il più grande Sindacato italiano ha inviato al Governo una lettera con delle proposte finalizzate a sostenere i lavoratori dipendenti ed i pensionati attraverso l’erogazione di bonus, detrazioni Irpef ed abbattimento strutturale della pressione fiscale. Secondo quanto dichiarato dal Segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, quello proclamato non è uno sciopero preventivo, ma una vera e propria vertenza visto che a fronte di tante promesse ci sono stati altrettanti rinvii da parte del Governo. Lo sciopero della Cgil non è unitario, dato che la Uil e la Cisl non hanno fino ad ora preso una simile decisione sebbene la loro posizione rimanga critica nei confronti delle politiche adottate dal Governo. La Cgil, d’altro canto, denuncia come lo scorso anno, a carico dei redditi fissi, il prelievo fiscale sia aumentato dell’1%, ragion per cui, come sottolineato proprio da Guglielmo Epifani, se si continua a temporeggiare alla fine si restituirà ai lavoratori ciò che nel frattempo il Fisco avrà già preso.

Disoccupazione: in Italia rischia di aumentare senza politiche attive

 Quest’anno la ripresa in Italia sarà lenta, fin troppo per poter pensare allo stato attuale ad una ripresa dell’occupazione nel nostro Paese senza interventi incisivi. In queste ultime ore, non a caso, la Banca d’Italia ha emesso il suo Bollettino Economico che non disegna di certo per il nostro Paese un quadro incoraggiante nel breve termine. Al riguardo si è espresso il Segretario Confederale Cisl, Giorgio Santini, il quale ha sottolineato come le recessioni di lunga durata abbiano effetti molto negativi sull’occupazione, ragion per cui la cassa integrazione da sola non basta; servono infatti secondo il leader del Sindacato delle politiche attive che permettano il reinserimento al lavoro dei cassintegrati e dei disoccupati, senza dimenticarsi della disoccupazione giovanile che in Italia è ben superiore alla media europea.

Disoccupazione giovanile: in Italia è sopra la media europea

 I dati diffusi ieri dall’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, sulla disoccupazione in Italia non sono di certo incoraggianti; nel nostro Paese, in base ai dati dello scorso mese di novembre, il tasso di disoccupazione è cresciuto arrivando all’8,3%. Trattasi di una percentuale che, sebbene inferiore alla media europea, è comunque sensibilmente superiore al 7,1% registrato nel novembre del 2008; inoltre, nei dodici mesi, ovverosia dal novembre del 2008 al novembre del 2009 sono stati persi in Italia la bellezza di 389 mila posti di lavoro, andando ad incrementare quell’esercito di disoccupati che oramai nel nostro Paese ha sfondato la quota dei due milioni di persone. Ma il dato più preoccupante, in accordo con quanto dichiarato dal Segretario Confederale della Cisl, Giorgio Santini, è il tasso di disoccupazione giovanile nel nostro Paese che, rispetto alla media europea, risulta essere invece decisamente più elevato.

Contratto pubblico impiego: tanti i lavoratori precari da stabilizzare

 Prima del Natale un folta delegazione del Sindacato della Cgil ha incontrato Renato Brunetta, Ministro della Pubblica Amministrazione, in merito al rinnovo dei contratti di lavoro nel pubblico impiego. Al riguardo, la Finanziaria 2010 non aiuta visto che, come sottolineato dal Segretario Generale, Guglielmo Epifani, del rinnovo dei contratti se ne parla ma a conti fatti manca la cosa più importante, ovverosia i soldi. Il Sindacato da un lato sottolinea come in una fase congiunturale difficile come quella attuale ci siano tanti precari da sistemare, ma come nello stesso tempo per i rinnovi contrattuali il Governo stia solo programmando un calendario di adempimenti senza mettere le risorse, ragion per cui la strada appare tutta in salita. Di conseguenza, il Segretario Epifani non vede come la situazione al riguardo si possa sloccare visto che manca proprio da parte del Governo al riguardo un impegno fondamentale, rappresentato dall’atto finalizzato a disporre lo stanziamento per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

Lavoratori Termini Imerese: Ugl, “no alla chiusura”

 Il Sindacato Ugl nei giorni scorsi ha ribadito la propria contrarietà alla chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, per il semplice fatto che il ridimensionamento o la chiusura di impianti al Sud significa in pratica avviare un processo di desertificazione di intere comunità locali. Questa è, in sintesi, la posizione di Renata Polverini, segretario generale dell’Ugl, in merito al piano di Fiat che, a fronte di un incremento della produzione di nuove auto ha deciso che Termini Imerese è uno stabilimento da chiudere. L’Ugl, pur tuttavia, ritiene che il piano industriale di Fiat sia insoddisfacente, e come debbano essere tutelati tutti gli stabilimenti del Sud specie se si considera che, in ogni caso, Fiat ha beneficiato di incentivi sotto forma di credito di imposta. Giovanni Centrella, segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, ha tra l’altro messo in evidenza come allo scenario di chiusura per lo stabilimento di Termini Imerese si aggiungano sia le incertezze sul futuro di Pomigliano d’Arco, sia la scarsa attenzione nei confronti dell’indotto.

Per i cassaintegrati tredicesima più bassa

A Natale siamo tutti più buoni? Temo proprio di no. Infatti, secondo quanto contenuto all’interno del sito CGIL i cassaintegrati per quanto riguarda la tredicesima arriveranno a perdere fino a euro 312 netti; non è di certo finita così. Ci saranno persone che la tredicesima proprio non la riceveranno: sto parlando di chi è in cassa integrazione a zero ore da 52 settimane.

Vediamo ancora più dettagliatamente cosa accadrà. I tessili che hanno lavorato con orario ridotto mediamente del 50% perderanno circa 306 euro; gli operai del Nord che si troveranno con 173 euro in meno. Tredicesima pari a zero invece per chi ha perso il lavoro, per le partite Iva e i collaboratori, che con la crisi hanno già pagato un prezzo elevato.

Lavoratori Fiat Termini Imerese: futuro incerto anche per l’indotto

 Allo stabilimento Fiat di Termini Imerese restano al massimo poco più ventiquattro mesi di vita; il piano della casa automobilistica del Lingotto, infatti, è quello di chiudere lo stabilimento siciliano entro il 2011, e questo a fronte, invece, di investimenti massicci, pari ben otto miliardi di euro, annunciati dalla società automobilistica torinese per i prossimi due anni. Ma quale sarà, a questo punto, la fine che faranno i lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese? La decisione della Fiat appare infatti inappellabile, ma nello stesso tempo l’azienda piemontese si è mostrata disposta a discutere sulla riconversione dello stabilimento al fine di salvaguardare i livelli occupazionali. La società torinese, e non è una novità, da tempo vedeva nello stabilimento di Termini Imerese uno dei siti da chiudere in virtù di difficoltà strutturali e di costi eccessivi, al punto che la società al riguardo ha messo in evidenza come, tirando le somme, l’impianto lavori in perdita.