Occupazione terzo trimestre 2009: Istat, persi oltre 500 mila posti di lavoro

 Nel terzo trimestre di quest’anno, ma c’era da aspettarselo, il numero dei disoccupati nel nostro Paese è aumentato; a fornire la stima ufficiale in merito è l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, che ha rilevato per il terzo quarto di quest’anno un calo delle forze lavoro di 222 mila unità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Pesante è il bilancio su base annua, visto che i posti di lavoro persi superano quota 500 mila; per l’esattezza, le forze lavoro mancanti sono pari a 508 mila, frutto della contrazione sia dei dipendenti a tempo indeterminato, sia dei collaboratori autonomi, lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato e lavoratori autonomi. Contestualmente, sale il numero di persone alla ricerca di un lavoro: nel terzo trimestre 2009 sono infatti pari a 1,814 milioni con un incremento del 18,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Lavoro e crisi: i contratti flessibili penalizzano i giovani

 Gli ultimissimi dati rilasciati dall’Istat nella giornata di ieri, sull’andamento del mercato del lavoro, rivelano che nel nostro Paese è aumentata la disoccupazione, e che i senza lavoro hanno raggiunto la quota dei due milioni. Il tasso di disoccupazione in Italia è così salito all’8% ma al di sotto della media europea, sebbene lo stesso non si possa dire per quella giovanile che  in Italia è più alta rispetto all’eurozona. Ad affermarlo è stato il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini, il quale, di conseguenza, ritiene che a favore dei giovani, penalizzati dai contratti flessibili, si debba fare di più sia migliorando l’indennità per i co.co.pro, ed in particolare i requisiti di accesso, sia gestendo al meglio i percorsi legati alla scuola, alla formazione ed al lavoro.

Pubblico impiego: sciopero generale FP Cgil per rinnovo contratto

 Venerdì 11 dicembre i lavoratori del pubblico impiego incroceranno le braccia e scenderanno in piazza per manifestare sul rinnovo del contratto, per il quale, in base allo sciopero generale proclamato dalla Funzione Pubblica Cgil, si chiede un adeguamento tale da garantire e preservare la capacità d’acquisto dei lavoratori. La decisione della FP Cgil di scendere in piazza, senza tra l’altro, “aspettare” la Cisl e la Uil, è anche legata alla richiesta di stabilizzazione dei lavoratori precari, per i quali viene chiesta l’inclusione nel contratto di lavoro nazionale. Al riguardo, secondo Carlo Podda, segretario generale Funzione Pubblica Cgil Nazionale, il Governo non ha dato risposte adeguate sul rinnovo del contratto del pubblico impiego, e visto che il tempo è scaduto è arrivata puntuale ed inesorabile la decisione del Sindacato di scendere in piazza.

Lavoro e diritto allo studio: forti differenze tra Nord e Sud

 Per uscire dalla crisi, tutti uniti, senza il rischio che si accentuino le diseguaglianze a livello territoriale, è necessario investire sui giovani, nella loro formazione, garantendo nel Mezzogiorno quei necessari investimenti per colmare un divario, esistente e palese, che c’è tra Nord e Sud. Su tali basi la CGIL ha indetto per il prossimo 28 novembre 2009 una manifestazione finalizzata proprio a ribadire la necessità di investire nel Mezzogiorno per il Diritto allo studio. Questo perché esistono delle criticità e delle differenze che riguardano non solo le borse di studio, ma anche gli alloggi e le mense, spesso inefficienti e carenti nel Meridione, per non parlare poi dello stato in cui versa al Sud l’edilizia scolastica con tutti i rischi che ne conseguono in materia di sicurezza. Per questo secondo Vera Lamonica, Segretaria Confederale del più grande Sindacato italiano, è necessaria una svolta, un percorso che segni una discontinuità rispetto a quanto accaduto nel passato.

Lavoro e crisi: la Cgil “esige” delle risposte

 Erano in centomila ieri le persone che a Roma hanno partecipato ad una manifestazione che, indetta dalla Cgil, è stata organizzata per far emergere e portare alla luce le storie di tanti lavoratori colpiti dalla crisi. Secondo Guglielmo Epifani, segretario generale del più grande Sindacato italiano, parlando ad una piazza gremita di persone, il peggio non è ancora passato; secondo il leader della Cgil, infatti, ad attraversare il guado sono state sinora solo le banche e le borse, ma per il lavoro e per i lavoratori il peggio deve ancora venire. Guglielmo Epifani si è rivolto direttamente ed espressamente al Governo, invitandolo a cambiare registro e ad affrontare una volta per tutte i nodi di questa crisi.

Crisi e lavoro: in 50 mila hanno marciato a Milano

Per i lavoratori ed i pensionati è arrivato il momento, anche in Lombardia, di fornire adeguate risposte e per questo, in accordo con quanto riferisce la CGIL, sono state quasi 50 mila le persone che a Milano hanno marciato per il lavoro e contro la crisi; molti dei lavoratori presenti alla manifestazione appartengono ad aziende in crisi, ma non è mancata neanche la presenza di Amministratori locali, Sindaci e personaggi dello spettacolo e della cultura che hanno voluto mostrare vicinanza a migliaia di lavoratori che nella Regione affrontano sul luogo di lavoro problemi e difficoltà che richiedono una risposta. Al termine della marcia, conclusasi a Piazza Castello, c’è stato un incontro dei rappresentanti di CISL e CIGL con Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia, al fine di chiedere un impegno concreto sulla soluzione di tre punti/problemi prioritari.

Lavoro e previdenza: per Draghi necessario innalzare età pensionabile

 Non è la prima volta che Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia, parla del nostro sistema pensionistico, e della necessità di innalzare l’età pensionabile. Il Governatore lo ha fatto a Moncalieri, ma per il momento nessuno ha teso la mano, dagli altri fronti istituzionali, riguardo ad una proposta ed un tema tanto spinoso quanto chiaramente penalizzante per i lavoratori che, prima di godersi dopo anni di attività il meritato riposo, sarebbero costretti a lavorare per qualche anno in più. In particolare, Maurizio Sacconi, Ministro del welfare, ha “chiuso la porta” sostenendo che le misure messe a punto dall’attuale Governo in carica in materia di pensioni siano più che sufficienti. In particolare, il Ministro ha lasciato intendere che con il recente e progressivo innalzamento dell’età pensionabile delle donne fino al 2015, così come previsto dal Decreto anticrisi, non siano più necessari interventi di natura strutturale sul sistema previdenziale.

Lavoro e crisi: Cgil in piazza per consumi e investimenti

 Sabato 14 novembre 2009 la Cgil, il più grande Sindacato italiano, tornerà in piazza per manifestare per il lavoro, per i consumi e per il rilancio degli investimenti nel nostro Paese. La manifestazione è finalizzata a dare visibilità alle richieste dei lavoratori in una fase in cui ancora non si può di certo dire che in Italia la crisi sia superata. Anzi, Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, in un’intervista rilasciata al “Il Messaggero“, ha messo in evidenza come in Italia le aziende stiano continuando a mandare via tanti lavoratori sia chiudendo gli impianti, sia ristrutturandosi magari esternalizzando i compiti svolti da alcune divisioni.

Per questo, la Cgil con la manifestazione punta a dare un segnale forte al Governo affinché adotti dei provvedimenti incisivi a favore dei lavoratori. Guglielmo Epifani e tutta la Cgil non hanno di certo nascosto in questi mesi le critiche al Governo sul suo operato a partire dalle misure adottate l’anno scorso contro la crisi, e passando per una Finanziaria 2010 che è stata bocciata dal Sindacato senza riserve.

Ammortizzatori sociali: serve cassa integrazione più lunga

 La crisi finanziaria ed economica su scala internazionale, abbattutasi anche in Italia, con ripercussioni negative sul sistema imprenditoriale e sull’occupazione, non lascerà tutto come prima della tempesta. A farlo presente è stata Susanna Camusso, segretaria confederale della CGIL, la quale, di conseguenza, ha sottolineato come la soluzione non sia quella di rimanere immobili a guardare aspettando che la crisi passi.

Secondo il più grande Sindacato italiano, infatti, occorre tutelare il sistema industriale e l’occupazione bloccando i licenziamenti, e tra le proposte avanzate c’è quella di allungare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane, provvedere ad estendere i contratti di solidarietà, e prolungare il beneficio dell’indennità di disoccupazione ordinaria. Fondamentale per la CGIL è anche il sostegno al Mezzogiorno attraverso il completamento delle reti infrastrutturali, e la messa in sicurezza degli ospedali e delle scuole su tutto il territorio nazionale.

Gino Giugni, padre dello statuto dei lavoratori, è morto

 Gino Giugni, giurista e riformatore appartenente al vecchio Psi (Partito Socialista Italiano), è morto domenica notte a Roma al termine di una grave malattia alla veneranda età di 82 anni. Viene ricordato come il fondatore dello Statuto dei lavoratori, dal momento in cui nel 1969 venne messo a capo della Commissione nazionale che ebbe l’incarico di scrivere il testo (il quale rappresenta una delle norme principali del diritto del lavoro italiano).

Gino Giugni è stato professore di diritto del lavoro all’università di Roma, e presidente del Psi. Ha insegnato a Parigi e Los Angeles, ed è diventato presidente dell’Accademia europea di diritto del lavoro.  negli anni 80 Giugni ha presieduto le commissioni ministeriali per la riforma delle liquidazioni e sul costo del lavoro. Nel 1983 a Roma è stato vittima di un attentato delle Brigate Rosse, a cui è sopravvissuto.   Nel corso della sua carriera, ha assunto cariche sempre più importanti, diventando presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama ed ottenendo dal 1993 al 1994 la carica di ministro del Lavoro e della sicurezza sociale del governo Ciampi. Infine ha ricoperto la carica di presidente della Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Il mondo politico e la grave crisi economica

Anche il mondo politico sembra essersi, finalmente, accorto della grave crisi che da mesi sta colpendo l’Italia.
Silvio Berlusconi in un servizio all’interno del Corriere afferma

Questa crisi ha dimensioni che non sono ancora del tutto definite e la guardiamo con preoccupazione. Siamo convinti che questa crisi dipenda molto anche dai nostri comportamenti, ma è una crisi globale di cui realisticamente abbiamo sempre preso atto e lo facciamo ancora. Il governo e le Regioni hanno dato buona prova nell’affrontare la crisi dando risposte concrete e immediate a quanti più direttamente sono e potranno essere colpiti dalla crisi stessa.

Forse, per la prima volta ha messo da parte il suo tradizionale ottimismo.

I presupposti per un cambiamento sembrano esserci. Ma occorrono delle decisioni drastiche, immediate per fra fronte a questo grave momento. Basta parole, vogliamo fatti!

Telelavoro: Italia fanalino di coda

In un articolo del Corriere della Sera si parla di Telelavoro e del fatto che in Italia rispetto ad altri paesi europei sia diffuso in misura molto minore.

L’articolo pone l’accento sul fatto che nemmeno i sindacati vedono di buon occhio questa forma di lavoro.

Treves, responsabile del dipartimento Politiche attive del lavoro della Cgil afferma

Le persone hanno bisogno di parlarsi e di vedersi. Non è tutto risolvibile con la webcam e i messanger. E infatti i milioni di telelavoratori che aveva previsto l’Ue non sono arrivati