Sussidi di disoccupazione: con la crisi si impennano le domande

 Anche nel nostro Paese la crisi finanziaria ed economica sta generando effetti nefasti sul fronte occupazionale, con la conseguenza che negli ultimi mesi c’è stato da parte delle imprese un robusto ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, ma molti lavoratori precari, quelli che per Legge non dovrebbero accedere agli ammortizzatori sociali, si sono potuti avvalere anche della cassa integrazione in deroga. Di certo la fase peggiore della crisi sembra alle spalle, ma il rischio che in Italia l’esercito dei disoccupati da qui a qualche mese possa continuare ad ingrossarsi rimane alto. Gli ultimissimi dati forniti dall’Inps, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, non possono tra l’altro non innescare una riflessione approfondita sulla situazione del mercato del lavoro in Italia; nello scorso mese di aprile, infatti, sono stati ben 450 mila i sussidi di disoccupazione concessi dall’Inps, mentre nel mese precedente era stata addirittura superata la quota dei 460 mila sussidi.

Swap boutique: lavorare ai tempi del baratto

 Molto spesso capita che un capo di abbigliamento non piaccia più, anche se questo magari è costato tanto e per averlo sono stati fatti dei sacrifici. Sarebbe bello magari scambiarlo con un altro abito dello stesso valore che piaccia di più, potendo così evitare, specie di questi tempi, di dover nuovamente mettere mani al portafoglio. Ebbene, sarà la crisi, sarà di conseguenza la vita che è sempre più cara, ma si stanno diffondendo nel nostro Paese dei negozi online, ma anche sulla terraferma, dove si acquista “senza soldi”; trattasi dei cosiddetti negozi dove vige rigorosamente il baratto, lo “swap” per restare al passo con i tempi. E non ci sono solamente negozi dove si scambiano i vestiti, di pari valore, magari a fronte solamente del pagamento di una quota associativa e/o dei costi di lavaggio dei capi, presso la “swap boutique“, ma anche libri, dvd ed accessori. E’ un business che sfrutta proprio i venti di crisi, e che può diventare un’attività molto interessante per chi vuole lavorare mettendosi in proprio; d’altronde, chi non ha a casa qualcosa di cui sbarazzarsi che si scambierebbe volentieri con qualcos’altro di pari valore?

Crisi: anche i liberi professionisti a rischio disoccupazione

 A causa della crisi economica internazionale non sono solamente i lavoratori dipendenti, quelli delle fabbriche e delle imprese di servizi, a rimanere senza posto di lavoro o, nel migliore dei casi, ad andare in cassa integrazione. Anche presso gli studi professionali, sia in Italia, sia un po’ ovunque, già da un pezzo si respira una brutta aria; non a caso, si stima che saranno ben 300 mila i posti di lavoro che nel 2009 “salteranno” presso gli studi professionali italiani, con molti di questi che hanno dovuto tagliare il budget e le collaborazioni. Molti di questi collaboratori, quasi sempre con partita IVA, iscritti magari all’ordine, e comunque senza ammortizzatori sociali, si sono ritrovati o si ritroveranno a spasso ed alla ricerca magari di un altro studio professionale pronto ad accoglierli.

Professione hostess: chi è, cosa fa

Già qui vi abbiamo descritto come la figura dell’hostess sia una di quelle professioni maggiormente ricercate da chi frequenta l’università per cercare di “arrotondare” e pesare meno sul bilancio familiare.

Chi è l’hostess? Una ragazza di aspetto gradevole (non una modella), disponibile a lavorare soprattutto nel fine settimana (venerdì e sabato ma anche venerdì, sabato e domenica), con conoscenza della lingua inglese (non sempre richiesta), paziente ed educata.

L’hostess (quella di cui stiamo parlando non è l’assistente di volo) può lavorare negli ambiti e contesti più disparati: dal congresso medico, all’evento sportivo, ad una cena di gala, ad un evento musicale, ad una fiera.

Crisi del lavoro? Non per tutti i settori

Lo sappiamo e lo abbiamo ripetuto in diverse occasione: la crisi c’è e sebbene sembrano esserci alcuni segni di ripresa di strada da fare ce n’è ancora molta.

Tuttavia una ricerca elaborata dalla CGIA di Mestre avrebbe individuato per il 2009 un fabbisogno occupazionale pari a oltre 524.000 unità. Certo: bisogna anche sapersi adattare e capire che forse si deve fare un lavoro diverso da quello dei propri sogni.

Le professioni più richieste dalle aziende italiane sono, sempre secondo questo studio, commessi, addetti alle pulizie, contabili, muratori e camerieri.

Daniel Seddiqui: 27 anni e 50 lavori in ben 50 stati

 Quando si dice che i giovani non sanno cosa sia l’intraprendenza probabilmente non conoscono la storia di Daniel Seddiqui, 27enne laureato in economia alla University of Southern California. Dopo aver sostenuto numerosissimi colloqui per un lavoro full-time senza ottenere però alcun contratto non si è demoralizzato, anzi.

Quando gli è stata proposto un incarico part-time non gli è interessato che non fosse attinente al percorso di studi che aveva fatto: ha accettato e basta. Così si è ritrovato a fare da tutor part-time in una scuola elementare. In seguito ha però capito che quello forse non era il lavoro adatto a lui.

Per entrare (o rientrare) nel mercato del lavoro si ricorre al chirurgo plastico

 Può sembrare assurdo soprattutto perchè il periodo della crisi non è ancora finito eppure sembra che oltreoceano per entrare o rientrare nel mercato del lavoro si ricorra con facilità al bisturi. Proprio così: in una società in cui l’apparenza conta (anche troppo) le donne che hanno dedicato ad esempio gran parte della vita alla casa e ai figli si vedono quasi costrette a recarsi dal chirurgo estetico per eliminare le rughe ed essere di nuovo competitive nel mercato del lavoro.

Alessandro Gennai, chirurgo plastico di Bologna socio dell’Eafps, European academy of plastic surgery dice

Mi è capitato di avere richieste per un ringiovanimento al volto per questioni direttamente legate al lavoro. Più spesso mi è successo di fare dei “ritocchini” per togliere qualche anno a donne che, dopo essere state a casa per anni a fare le madri, hanno deciso di riprendere a lavorare. Di solito è una scelta che si fa soprattutto per sentirsi meglio con se stessi: in questo modo si acquista sicurezza, un fattore molto positivo anche nelle situazioni lavorative

Crisi? Io voglio una promozione

Crisi? Io voglio una promozione” Titolo provocatorio? Può darsi. Ma è innegabile che tutti noi (chi più chi meno) sia ambizioso e desideri sempre qualcosa di più soprattutto da un punto di vista lavorativo. Certo: la situazione economica mondiale non è idilliaca ma possiamo lo stesso provare a chiedere un aumento oppure una promozione al nostro datore di lavoro.

Facciamo un passo indietro. Lo spunto per questo post mi è venuto leggendo un articolo all’interno del mensile “Glamour” a cura della giornalista Chiara Oltolini. A quanto pare nei periodi di crisi le aziende piuttosto che cercare all’esterno preferiscono affidarsi a persone che già conoscono e con le quali si è instaurato un rapporto di fiducia. All’interno le parole di Luigi Ballerini, psicanalista e autore del manuale “120 giorni che ti cambiano la vita” (edito da Rizzoli) che riferendosi proprio alle risorse interne dice

Costano meno e sono già formate. Due regole base che valgono sempre: verificate che la posizione scoperta sia alla vostra portata

Reddito dei ristoratori uguale a quello dei pensionati

Torniamo a parlare di redditi. Dai dati delle dichiarazioni dei redditi è emerso un altro dato che se vogliamo possiamo definirlo come preoccupante. Sembra infatti che il reddito lordo dei ristoratori sia stato lo stesso dei pensionati: ossia tra i 14.500 e i 13.500 euro l’anno.

I commercianti invece hanno dichiarato un reddito di poco superiore ai 19.000 euro l’anno: un dato simile a quello dei lavoratori dipendenti.

Crisi: per Berlusconi la soluzione è lavorare di più

Oggi vi stiamo fornendo diversi spunti su come uscire (almeno in teoria) dalla recessione. In questo nostro breve elenco non potevano mancare le parole del Premier Silvio Berlusconi. Secondo lui, per uscire dalla crisi economica gli italiani devono avere

voglia di reagire, di impegnarsi e magari lavorare anche di più, reagendo a questa influenza americana, a questo virus che viene dall’America

Lavoro: il bon ton per superare la crisi

Se nella vita di tutti i giorni non sempre riusciamo ad avere (con gli altri) un atteggiamento rilassato, nel mondo del lavoro se vogliamo puntare in alto dobbiamo iniziare ad usare il bon ton.

Proprio così: stando ai risultati di alcune ricerche compiute dalla North Carolina State University agire con savoir faire può rappresentare un vero e proprio vantaggio competitivo.

Il licenziamento nuoce gravemente anche ai superstiti

Che voi ci crediate o meno questa crisi ogni giorno che passa sta assumendo contorni sempre più spaventosi.

Stando ad una ricerca compiuta da David Edwards, manager di un’azienda che si occupa di risorse umane, licenziare nuoce sia ai lavoratori sia all’azienda. Se chi resta vede moltiplicarsi la mole di lavoro è altrettanto vero che si assiste ad una vera e propria diminuzione della motivazione e della produttività.

Retribuzioni più alte nel 2008. Chi lotta contro la crisi e chi continua a dormire…

Forse, con la notizia che stiamo per darvi inizierete il week end con un sorriso. L’Istat (secondo quanto contenuto all’interno di Repubblica) ha comunicato i dati per quello che riguarda le retribuzioni nel quarto trimestre del 2008. Ebbene: avrebbero registrato un aumento del 3,6% rispetto allo stesso trimestre del 2007. Nel settore dei servizi c’è stato l’incremento maggiore. Ora non ci resta che aspettare i dati relativi al primo trimestre del 2009 (che purtroppo non saranno così positivi).