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Crisi del lavoro? Non per tutti i settori

Lo sappiamo e lo abbiamo ripetuto in diverse occasione: la crisi c’è e sebbene sembrano esserci alcuni segni di ripresa di strada da fare ce n’è ancora molta.

Tuttavia una ricerca elaborata dalla CGIA di Mestre avrebbe individuato per il 2009 un fabbisogno occupazionale pari a oltre 524.000 unità. Certo: bisogna anche sapersi adattare e capire che forse si deve fare un lavoro diverso da quello dei propri sogni.

Le professioni più richieste dalle aziende italiane sono, sempre secondo questo studio, commessi, addetti alle pulizie, contabili, muratori e camerieri.

Ed ecco come dovrebbero essere distribuiti questi 254000 posti di lavoro:

– 28,6 % nel Nord Ovest del Paese
– 28,3 % al Sud
– 3,2 % nel Nord Est
– 20 % al Centro

Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre spiega

Nonostante la difficoltà economica e l’aumento della disoccupazione il ruolo delle piccole imprese nel contrastare la crisi continua ad essere determinante anche al Sud. Al Sud sono le piccole imprese a farsi carico del maggior numero di nuove assunzioni. Mentre al Nord piccole e grandi realtà produttive si spartiscono le assunzioni pressoché a pari merito con un primato più o meno marcato per la piccola azienda. Ad eccezione della Lombardia dove la situazione è capovolta ed è la grande industria, infatti, a fare da padrona attestandosi al 53,1 % delle nuove assunzioni

Non dimentichiamo poi che si sta assistendo ad un enorme sviluppo anche di tutte quelle professioni legate alla green economy.

Per lavorare bisogna essere disposti a fare qualche piccolo sacrificio.

Via|cgia

1 commento su “Crisi del lavoro? Non per tutti i settori”

  1. Non solo…anche parrucchieri, esperti di marketing, modellisti.
    E’ davvero impressionante sapere che mentre cresce la disoccupazione, aumenta anche il numero di posti di lavoro scoperti.

    Rispondi

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