Napoli, bando OSS per lavorare in ospedale 

C’è tempo fino al 14 luglio 2019 per poter inviare la domanda di partecipazione al concorso indetto dall’Azienda Ospedaliera Santobono – Pausilipon di Napoli (qui nel dettaglio il bando e la domanda): il bando è volto all’assunzione di 40 Operatori Socio Sanitari da inserire a tempo indeterminato all’interno della struttura.

Nel bando sono previste riserve di posti per volontari delle forze armate e per i dipendenti a tempo indeterminato dell’AORN Santobono Pausilipon.

Ecco i requisiti per poter partecipare: 

Ospedale di Melegnano, concorso per assistenti tecnici

L’Ospedale di Circolo di Melegnano, comune della Provincia milanese, ricerca due assistenti tecnici. E’ stato indetto per questo un concorso pubblico per titoli ed esami volto a trovare candidati che possano ricoprire questo ruolo tecnico di categoria professionale C a tempo indeterminato. I requisiti che i candidati devono possedere per poter partecipare riguardano il possesso della cittadinanza italiana, l’idoneità fisica all’impiego e il godimento dei diritti politici.

Brescia: concorso per 2 educatori professionali

Presso l’Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia è stato indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’assunzione di  2 Educatori Professionali (Categoria D – Profilo Professionale: Collaboratore Professionale Sanitario – Personale della Riabilitazione: Educatore Professionale).

Il termine ultimo per la presentazione della domanda di ammissione al concorso è fissato al 7 giugno.

La prova concorsuale prevede la riserva di un posto al candidato ritenuto idoneo appartenente ad una delle categorie di volontari delle forze armate congedati senza demerito nonché agli ufficiali in ferma biennale o prefissata.

Lavoro e salute: attenzione alle malattie a lunga latenza

 In Italia c’è lavoro e lavoro. Ci sono professioni “tranquille”, per le quali si sta seduti per otto ore davanti ad un terminale, magari con più pause durante la giornata rispetto al consentito, e ci sono lavori decisamente più usuranti, al punto che la salute è a rischio senza neanche accorgersene. Ci sono infatti alcuni settori dove l’inalazione di polveri e composti derivanti dalla lavorazione dei metalli, del legno e di altri materiali, possono mettere a rischio la salute nel lungo periodo con la formazione, anche dopo parecchi anni, di tumori del naso. Le polveri ed i composti a rischio, in particolare, sarebbero quelli derivanti dalla lavorazione del cuoio e del legno, ragion per cui il lavoro del falegname, di chi è addetto alla lavorazione dei mobili o della concia delle pelli rischia di contrarre dei carcinomi naso-sinusali; ma lo stesso dicasi per sostanze potenzialmente cancerogene come i composti del cromo ed i sali di nichel che, in generale, rischiano di mettere in serio rischio, senza adeguate protezioni sul posto di lavoro, la salute di chi lavora nell’industria chimica, nel tessile ma anche in agricoltura e nel settore della panificazione.

Lavoro e malattia: i medici e la sindrome da burnout

 Il 12% dei medici fa uso di farmaci, alcol e droghe come vera e propria deviazione, una valvola di sfogo contro lo stress legato ad una professione dove molto spesso la fatica e lo stress la fanno da padrone. Questo è il dato, in particolare, che emerge da studi che sono stati effettuati in numerosi Paesi esteri e che, se “applicati” al nostro Paese, indicherebbero la presenza di oltre 40 mila medici che ci devono curare ma che loro stessi, forse ancor di più, ne avrebbero di bisogno. Ma come mai una figura come quella del medico, determinante e fondamentale per il nostro bisogno di salute, ricorre all’alcol ed alle droghe? Ebbene, se vi è capitato di imbattervi in un medico poco disposto al dialogo, cinico ed introverso, allora è probabile che vi trovate datanti una figura professionale vinta dalla fatica a seguito di turni stressanti, ma anche dalle esperienze passate magari per aver commesso degli errori, a volte fatali.

Lavoro abusivo: boom dei falsi dentisti a buon mercato

 Nel nostro Paese la dilagante evasione fiscale è spesso non solo frutto delle scelte e delle azioni truffaldine di imprese furbe che, pur essendo in regola agli occhi del fisco, fanno carte false per dribblarlo, ad esempio, con false fatturazioni o con la compensazione di crediti fiscali inesistenti. Il mancato gettito da evasione per lo Stato arriva in buona parte anche dall’abusivismo, ovverosia dall’esercizio da parte di tanti soggetti di “false” professioni senza alcuna qualifica, e senza nessuna messa in regola a livello fiscale. Il fenomeno è ancor più grave se l’esercizio abusivo della professione può comportare rischi per la salute dei cittadini; non mancano, infatti, nel nostro Paese, veri e propri “maghi” e “guaritori” che, senza alcuna qualifica, ed in luoghi dove spesso l’igiene lascia a desiderare, esercitano illegalmente la professione anche truffando il cittadino cui invece magari viene detto di possedere titoli, riconoscimenti ed onorificenze.

Lavoro irregolare: professioni sanitarie, boom di “maghi” e “guaritori”

 In Italia c’è un grosso vuoto normativo in materia di professioni sanitarie, in quanto molte di queste non presentano una organizzazione in collegi o ordini in modo tale che l’utente possa essere tutelato sulla fruizione di servizi che riguardano la cosa più importante: la nostra salute! Con la crisi, tra l’altro, l’abusivismo in questo settore appare dilagante, e per il cittadino diventa sempre più difficile capire chi pratica massaggi e sedute di fisioterapia in quanto ne ha le competenze, e chi invece si nasconde dietro falsi titoli, falsi riconoscimenti praticando di conseguenza la professione in maniera illegale con tutto quel che ne consegue. Questi rischi non si rilevano chiaramente nelle corsie di ospedale o nelle strutture private, che operano alla luce del sole, ma con le visite a domicilio di finti professionisti che sfruttano le fasi di post-ricovero per praticare in maniera illegale la professione.