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Lavoro ed apprendimento: gli obiettivi di “Italia 2020”

 Una delle difficoltà dei giovani è quella di riuscire a passare dal mondo della scuola a quello del lavoro, potendo in particolare avere l’opportunità e la fiducia delle imprese nel mettere in atto quanto appreso dai libri. Per agevolare il processo di integrazione tra apprendimento e lavoro, il Ministero del Lavoro, e quello dell’Istruzione, hanno presentato nei giorni scorsi “Italia 2020“, un piano di azione per garantire l’occupabilità dei giovani, e che si articola sulla gestione di sei priorità tramite una “cabina di pilotaggio” istituita tra i due Ministeri.

Innanzi tutto, l’obiettivo è quello di facilitare i processi di transizione dalla scuola al lavoro rendendo più efficiente l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, e rendendola in particolare più fluida ma anche più trasparente. Nell’incrocio tra domanda ed offerta, tra l’altro, le aziende hanno bisogno di forza lavoro qualificata, e spesso non riescono a trovarla a causa di un numero insufficiente di giovani che hanno acquisito un’istruzione con un profilo tecnico e professionale.

Un’altra priorità è quindi quella del rilancio nelle scuole della formazione tecnica e professionale unitamente al contratto di apprendistato. “Italia 2020” punta anche a rivedere l’utilizzo dei tirocini informativi: l’obiettivo è quello di introdurre sempre di più le esperienze di lavoro nei percorsi di studi, riuscendo così a fondere occupazione ed apprendimento anche in ambiti come quelli della sicurezza del lavoro e della tutela pensionistica.

Un altro punto fondamentale è quello della formazione universitaria che, spesso, non ha rispondenza poi con la professione effettivamente esercitata. In tal senso, l’obiettivo congiunto tra i due Ministeri è quello di fare in modo di ridurre le iscrizioni di massa all’Università che poi portano agli abbandoni dopo nemmeno un anno di frequentazione dell’Ateneo. Effettivamente, per chi vuole trovare un lavoro, e per farlo vuole continuare gli studi all’università, ma con poca convinzione, è meglio avere un’ottima istruzione tecnico-professionale ed inserirsi subito, in giovane età, nel mercato occupazionale.

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