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In arrivo l’accordo sulla produttività

 Il sindacato in ordine sparso: la CISL di Bonanni ha firmato e la UIL sta ancora valutando mentre la CGIL rimane piuttosto scettica perché l’accordo rappresenta un nuovo colpo mortale ai diritti dei lavoratori.

La CISL, secondo la posizione del segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini

Se il nuovo testo conterrà le correzioni concordate nell’ultima riunione tra associazioni imprenditoriali e sindacati, la Cisl sottoscriverà l’intesa sulla produttività

Santini, in merito alla posizione assunta dalla CGIL, ricorda che

è opportuno ricordare che il negoziato, iniziato ai primi di ottobre, è stato sempre condotto in autonomia dalle associazioni imprenditoriali e dai sindacati, ai massimi livelli e con ampio approfondimento. Questo ha permesso di arrivare alcune settimane fa ad un testo condiviso dalla stessa Cgil, come tutti sanno, nel corso dell’ultima tornata di trattativa. Consideriamo pertanto fuorviante la posizione della Cgil di individuare o di riproporre temi che sono stati ampiamente dibattuti e definiti nel corso della trattativa, come l’attuazione dell’accordo del 28 giugno che viene assunta e definita in tempi molto stringenti, così come viene confermata la funzione del contratto nazionale di tutelare il potere d’acquisto dei salari

Per Santini la posizione della CGIL è prettamente politica perchè

aprire un insieme così ampio di questioni, configura soltanto una ricorrente volontà di autoesclusione dalla responsabilità necessaria di condividere una intesa che va nella direzione di aumentare i salari attraverso i fondi stanziati dal governo per la detassazione degli accordi di secondo livello

Da parte sua, la CGIL, rinnova la sua posizione attraverso una lettera del segretario generale confederale, Susanna Camusso, ribadendo la sua posizione perché occorre determinare una politica salariale più orientata alla produttività, tema da tempo presente nella contrattazione, deve trovare una sua composizione con la tutela del potere di acquisto tutela attraverso l’istituto dei minimi contrattuali o, in materia di condizioni di lavoro

Infine grande preoccupazione continuiamo ad esprimere, non sull’idea che la contrattazione si riappropri di materie oggi soggette alla legislazione, ma che si indirizzi tutto ciò a determinare condizioni differenti e a nostro avviso peggiorative, per ovviare a guasti legislativi (demansionamento) o a riduzione di diritti (controllo a distanza)

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