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Cassa integrazione: Inps, tiraggio sotto il 40%

 In linea con le attese, è in diminuzione in Italia il cosiddetto tiraggio della cassa integrazione, ovverosia il rapporto tra le ore richieste ed autorizzate, e quelle che poi le imprese vanno effettivamente ad utilizzare. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata dall’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, sui dati relativi alla cassa integrazione nel primo trimestre del corrente anno; il tiraggio nei tre mesi si è infatti attestato sotto il 40%, al 38,82% per l’esattezza, andando così a segnare un netto calo rispetto al 50% circa di tiraggio della CIG nel periodo gennaio-marzo 2010, ovverosia nello stesso trimestre dell’anno precedente.

Entrando maggiormente nel dettaglio dei dati forniti dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), a fronte di una media del tiraggio della cassa integrazione pari, come sopra accennato, al 38,82%, quello della cassa integrazione guadagni straordinaria, la CGIS per intenderci, che comprende anche la CIGD, cassa integrazione guadagni in deroga, si è attestato nel trimestre al 36,71%, quindi sotto la media; mentre il tiraggio della CIGO, la cassa integrazione guadagni ordinaria, nel periodo gennaio-marzo 2011 è stato pari al 44,80%. In termini numerici questo significa che nel Q1 2011 su un totale di 233 milioni di ore di cassa integrazione richieste ed autorizzate, solamente 90 milioni sono state poi effettivamente utilizzate dalle imprese.

Secondo quanto dichiarato dal Presidente dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), Antonio Mastrapasqua, i dati del primo trimestre del 2011 confermano come sia sempre più accentuato un comportamento che vede le imprese richiedere ore di cassa integrazione in misura ben superiore a quello che poi sarà l’effettivo utilizzo. Ne consegue che c’è una ripresa della produzione ragion per cui ora si vedrà se questo buon segnale sarà confermato anche con i dati del prossimo trimestre, ovverosia quello in corso che si chiuderà il 30 giugno del 2011. Così come sono buoni anche gli ultimi dati consolidati sulle domande di mobilità e di disoccupazione.

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