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Italia: una Repubblica di stagisti

Potremmo definirlo come un altro slogan molto diffuso. Qualcuno considera  lo stage come uno strumento per muovere i primi passi nel mondo del lavoro. Tuttavia spesso le aziende “se ne approfittano”.

Facciamo un piccolo passo indietro per capire bene come stanno le cose.

Chi sono gli stagisti?

Gli stagisti sono studenti delle scuole superiori, dell’università o persone che intendono reinserirsi in un’attività lavorativa, cambiare lavoro o comunque acquisire competenze professionali (fonte Wikipedia).

Quali sono le aziende che “assumono” stagisti?

Aziende private, pubbliche ma anche enti no profit.

Lo stage viene retribuito?

In linea di massima, lo stagista non percepisce somme di denaro per l’attività svolta all’interno dell’azienda. Tuttavia ci sono aziende che potremmo definire “buone” che erogano buoni pasto e piccoli rimborsi spesa (come per la benzina). Questo accade soprattutto nel caso delle grandi aziende multinazionali.

Qual è la durata dello stage?

In Italia ha una durata massima di 6 mesi, rinnovabile.

L’azienda matura obblighi verso lo stagista al termine periodo di stage?

Assolutamente no. Ed è per questo che nella maggior parte dei casi terminata l’esperienza all’interno dell’azienda, lo stagista ritorna ad essere un disoccupato (forse con qualche conoscenza acquista in più).

Lo stage è realmente valido?

Ci piacerebbe fornire una risposta valida a questa domanda ma purtroppo non possiamo farlo. Chi sta scrivendo l’articolo ha avuto un’esperienza molto piacevole come stagista ma non sempre è così.

Sono numerosissimi i casi di stagisti che si ritrovano a fare fotocopie o a portare il caffé ai dipendenti dell’azienda. Se svolto in queste condizioni lo stage non è di certo un’attività formativa ma si rivela solo ed esclusivamente una perdita di tempo. L’azienda deve poter mettere nelle condizioni migliori lo stagista. Deve considerarlo come una risorsa in più e non come un semplice “passante”.

Girando nel web abbiamo trovato questo link.

Avete avuto esperienze come stagisti? Lasciate il vostro commento che potrà essere utile a tutti i lettori di Gazzetta del Lavoro.

18 commenti su “Italia: una Repubblica di stagisti”

  1. molte aziende ti rifilano lo stage con annunci del tipo “stage… con buone possibilità di assunzione”, mentre alla fine te lo pigli in quel posto! E loro chiamano un altro stagista e via così fino a sfruttare i neolaureati all’infinito…

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  2. Alla fine del mio corso di studi, ho fatto in italia ben tre stage, tutti con buone pospettive di assunzione alla fine (mai avvenute tra l’altro). Solamente con uno stage ho vermanete acquisito nuove competenze ma, gli altri due si sono rivelati perdite di tempo. Ho fatto uno stage presso una software house dove, a parte riordinare l’archivio, ho fatto il portinaio tutto il tempo e il titolsre era un pazzo scatenato.
    In un’altro stage, che ho svolto presso una grande cartiera della mia zona, non solo non ho avuto un rimborso spese ma dovevo andare in giro con la mia macchina per acquisire nuovi cienti. Dimenticavo: lo stage era della durata di tre anni (senza paga)!!! La motivazione? Siamo una realta’ particolare e devi imparare il mestiere.
    Oppure, sai cerchiamo personale ma non vogliamo pagarlo.
    Comunque, adesso gli stage si chiamano “work experience”: cambia il nome ma non la sostanza!!!
    Adesso per fortuna sono ripartito per l’estero e, dimenticavo, e’ vero che dovro’ faro 8 mesi di tirocinio per imparare al meglio il mestiere (ho cambiato totalmente settore) ma saro’ pagato e, se vado bene, alla fine saro’ assunto stabilmente.

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