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In scadenza i contributi dei liberi professionisti

 Ricordiamo che con la fine del mese di luglio sono in scadenza il versamento dei contributi previdenziali dei liberi professionisti e, rispetto all’anno trascorso, appare opportuno anche ricordare che le casse hanno registrato un incremento dei contributi soggettivi sui redditi 2011, oltre a quelli integrativi dovuti sui volumi d’affari.

In media si registra un aumento dell’1% rispetto all’anno precedente. In effetti, citando solo alcune categorie, possiamo ricordare che per i dottori commercialisti il soggettivo è salito dal 10% all’11%, mentre per i geometri dall’11 all’11.5% , così schematizzando:

  • veterinari si arriva all’11%
  • architetti e ingegneri all’12,5%
  • per i notai è scattato dal 1 gennaio 2012 l’aumento del contributo mensile che arriva oggi al 33%
  • per i periti industriali e per gli infermieri il contributo integrativo è aumentato dal 2% al 4% da quest’anno

Mentre le libere professioni sono al lavoro per effettuare il versamento dovuto, dal Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia dedicato alla Finanza pubblica si apprende che il nostro debito pubblico, rilevato nel mese di maggio, è salito ad un nuovo record arrivando a 1.966 miliardi di euro a dispetto dell’enormità di tasse che paghiamo, in primis, allo Stato e, in successione, alle regioni e ai nostri comuni.

Questo nuovo valore rimette in gioco la necessità di puntare su una vera crescita come l’unico strumento per diminuire il nostro debito: occorre cambiare radicalmente le nostre convinzioni visto che non è più pensabile chiedere ai lavoratori italiani ulteriori tasse, ma, pare opportuno, rilanciare il nostro sistema Paese concedendo ai comuni, ad esempio, di rilanciare le infrastrutture o di pagare i fornitori insieme ad una maggiore capacità dello Stato di occuparsi della spesa pubblica senza perdersi in assurde polemiche sui fuori corso universitari.

Per il segretario generale confederale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha precisato che ormai è necessario puntare alle dismissioni ponendo in evidenza che con questa operazione è possibile recuperare almeno 500-600 miliardi di beni, insieme ad un taglio di almeno un quinto del debito.

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