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Lavoro Piemonte: nuovi aiuti per i settori in crisi

 Grazie ad un accordo siglato tra il Governo centrale e la Regione Piemonte, a valere sul 2011 e sul 2012, ci saranno a disposizione per l’Amministrazione regionale fondi per complessivi 27 milioni di euro da utilizzare per il sostegno al lavoro ed in particolare per venire incontro ai settori in crisi. I comparti interessati alle misure che poi saranno messe a punto, e che mirano alla riqualificazione professionale ed al finanziamento di servizi per l’inserimento nel mondo del lavoro, sono quelli della meccanica, del tessile e dell’ICT. A firmare a Torino l’accordo Stato-Regione nella giornata di ieri, lunedì 31 gennaio 2011, sono stati Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro e del Welfare nell’attuale Governo in carica, e Claudia Porchietto, che nell’Amministrazione regionale piemontese ricopre la carica di Assessore al Lavoro ed alla Formazione professionale. Con i finanziamenti a disposizione nel biennio si stima che potranno essere aiutati ben tremila lavoratori nell’ambito degli interventi di riqualificazione professionale e di reinserimento nel mondo del lavoro di quei soggetti espulsi dai settori in crisi sopra citati.

L’incontro Governo-Regione di ieri, inoltre, è stato fruttuoso per i lavoratori piemontesi anche dal lato degli interventi di sostegno al reddito. Al riguardo è infatti arrivato anche l’accordo relativo al rifinanziamento, a valere sull’anno 2011, della cassa integrazione in deroga affinché i lavoratori dipendenti presso aziende in difficoltà non rimangano scoperti in termini di accesso agli ammortizzatori sociali.

Nell’ambito delle politiche anticrisi a sostegno dell’occupazione, la Regione Piemonte ha sinora stanziato e speso quasi 15 milioni di euro a fronte di circa 28 mila piemontesi che hanno potuto fruire degli interventi di politica attiva a partire dall’accoglienza e passando per le misure di orientamento, formazione professionale ed accompagnamento al lavoro. E per l’anno in corso l’Amministrazione regionale mira a migliorare ulteriormente l’incisività degli interventi anche attraverso un rapporto ancora più stretto con le parti sociali.

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