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Lavoro precario: ricercatori Ispra, protesta ad oltranza

 A Roma, e precisamente sul tetto dell’Ispra di via Casalotti, al numero 300, è in atto una protesta ad oltranza da parte dei lavoratori precari dell’Istituto; il presidio, tra l’altro, può essere seguito da tutti, via Internet, accedendo a questo link. I ricercatori, quindi, a rischio in quanto col contratto in scadenza, fanno sapere, per voce del coordinamento USI RdB Ricerca, che non scenderanno dal tetto se la vertenza non si chiuderà con esito positivo. Nella giornata di oggi, tra l’altro, i ricercatori hanno organizzato iniziative a sostegno della protesta, e a difesa del posto di lavoro, nella Provincia di Roma, mentre dopodomani i precari faranno sentire la loro voce al Parlamento. Al momento i ricercatori non sembrano per nulla propensi a sospendere il presidio sul tetto, visto che ancora non c’è chiarezza riguardo alla destinazione dei fondi che il Ministro Prestigiacomo ha richiesto.

L’Ispra è l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ed a quanto pare per i ricercatori precari a Roma, molti dei quali con il contratto in scadenza a fine mese, ovverosia tra pochissimi giorni, il futuro è molto ma molto incerto. La coordinatrice ISPRA dell’USI RdB Ricerca, Michela Mannozzi, auspica che il Ministro Prestigiacomo provveda a predisporre per la continuazione dei contratti di lavoro dei ricercatori precari a conferma del fatto che si voglia lavorare per il bene dell’ambiente.

Dopo che già 200 precari di lungo corso sono stati mandati a casa, altri 250 ricercatori, quasi tutti giovani, rischiano di perdere il posto di lavoro a seguito della pianificazione di un piano di licenziamenti che viene contestato in virtù del fatto che i gestori dell’Ente stanno sostanzialmente azzerando le attività di ricerca dedicate al mare. Ad affermarlo è Claudio Argentini, appartenente alla Segreteria Nazionale USI RdB Ricerca, il quale ha sottolineato come i ricercatori rischiano di perdere un lavoro al quale non solo hanno dedicato parecchi anni della loro vita, ma questo è avvenuto molto spesso a fronte del percepimento di salari da fame.

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