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Riforma Brunetta: cosa cambia per il lavoro pubblico

 Per il personale del pubblico impiego, e per i dirigenti, è arrivato tempo di confrontarsi sia con i meriti, sia soprattutto con i demeriti; il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato, in linea con le attese la “Riforma Brunetta“, fortemente voluta dal Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione al fine di dare avvio ad una vera e propria “rivoluzione” nella PA. Il principio fondamentale su cui si fonda la “Riforma Brunetta” è quello della trasparenza; le Amministrazioni, in merito, dovranno adottare un piano triennale e dovranno aprirsi ai “controlli” sia interni, sia esterni, anche al cittadino.

Con la Riforma decadono inoltre gli incentivi a pioggia, visto che vengono introdotti gli incentivi economici, e quelli di carriera, solamente per i lavoratori più capaci e meritevoli; non a caso, per ogni Amministrazione solamente il 25% dei dipendenti potrà beneficiare del trattamento accessorio nella sua misura massima, e ci saranno di conseguenza in ogni Amministrazione dei lavoratori pubblici che non prenderanno alcun incentivo.

Le premialità, inoltre, saranno definite anche e soprattutto in funzione dei livelli di customer satisfaction andando a premiare, in base ad una graduatoria stilata su base nazionale, solamente le migliori strutture pubbliche sul territorio italiano. Non solo i dipendenti, ma anche i dirigenti non potranno più “dormire sonni tranquilli”: la Riforma Brunetta, infatti, introduce sanzioni economiche anche a carico di quei dirigenti che non svolgono in maniera efficace il proprio lavoro.

Per diventare dirigenti, inoltre, scattano nuove procedure che comportano l’accesso esclusivamente tramite concorso pubblico. Una volta vinto il concorso, c’è l’obbligo di sostenere un periodo di formazione. Vita dura anche per chi in passato ha fatto il furbo assentandosi dal lavoro: nel caso in cui vengano prodotti falsi certificati medici, a rischiare sanzioni, anche a carattere penale, non è solo il dipendente pubblico, ma anche ed eventualmente il medico se quest’ultimo sarà ritenuto corresponsabile.

2 commenti su “Riforma Brunetta: cosa cambia per il lavoro pubblico”

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  2. Il Ministro Brunetta ha scoperto l’acqua calda . L’ordinamento attuale prevede già le sanzioni disciplinari , sino al licenziamento per i dipensdenti incapaci o che si assentano per ingiustificati motivi dal lavoro. Stesso discorso vale per i premi di produttività , non sono previsti ( in teoria incentivi a pioggia) ma erogati sulla base di progetti. Di fatto però per comodità della P.A. vengono in moltissimi casi erogati a pioggia, con la pace di tutti.
    Il ministro brunetta dovrebbe inziare dal parlamento e dai dirigenti che opera nei vari ministeri, per dare l’esempio. Altrimenti si predica bene e si razzola male

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