CUD 2011, in arrivo il certificato di pensione

Nei prossimi giorni l’Inps invierà i due certificati di pensione (CUD 2011 e ObisM) relativo all’anno 2011 a tutti i pensionati iscritti all’istituto di previdenza e, in questo modo, si ha così la possibilità di verificare la correttezza delle informazioni contenute, in particolare l’esatto ammontare della pensione in pagamento oltre alla facoltà di chiedere eventuali rettifiche.

Il certificato di pensione, chiamato anche modello OBisM, deve contenere, oltre ai dati anagrafici del titolare, le detrazioni fiscali spettanti, l’adeguamento della pensione secondo le indicazioni Istat e le trattenute fiscali che il pensionato è chiamato a versare mediante il suo sostituito d’imposta.

Il punto sulle maggiorazioni sociali

Con la legge finanziaria n. 448 del 23 dicembre del 2001 sono stati previsti aumenti dell’importo delle maggiorazioni sociali delle pensioni, delle pensioni sociali, delle prestazioni pensionistiche a carico di qualsiasi fondo previdenziale, degli assegni sociali, di pensione e assegni di invalidità civile, ciechi e sordomuti con preventiva verifica di tipo reddituale da parte dell’istituto previdenziale privato, ovvero l’Inps.

Si ricorda che l’aumento viene erogato automaticamente dall’Inps al pensionato che già percepisce la vecchia maggiorazione sociale.

Tutti i redditi, ai fini della verifica reddituale, di qualsiasi natura sono da considerarsi influenti per la concessione della maggiorazione sociale.

In effetti, dal calcolo ai fini della concessione non si devono considerare i redditi da pensione di guerra, l’indennità di accompagnamento, l’indennità per ciechi parziali, l’indennità di comunicazione per sordomuti, l’indennizzo previsto per i soggetti danneggiati da trasfusioni e vaccinazioni, il rimborso forfetario di 154,94 euro dall’anno 2001 in poi, così come previsto dal collegato fiscale.

Inps, assegno o pensione sociale?

L’assegno sociale ha sostituito dal 1996 la pensione sociale fino ad allora prevista ed è corrisposta dall’Inps a chi raggiunge i 65 anni di età e si trova in condizioni economiche disagiate e che rientrino in determinate fasce di reddito.

L’assegno sociale è una prestazione di carattere assistenziale che prescinde del tutto dal versamento dei contributi.

Per ottenere l’assegno sociale è necessario aver compiuto il 65° anni di età  e che siano cittadini italiani.

Il nostro legislatore ha previsto l’equiparazione ai cittadini italiani i rifugiati politici, i cittadini dell’Unione Europea e gli extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo o della vecchia carta di soggiorno.

Inpdap, requisiti per la pensione di vecchiaia

L’Inpdap, l’ente previdenziale per la pubblica amministrazione, ha chiarito alcuni aspetti sulla nuova pensione di vecchiaia in virtù delle modifiche introdotto dalla recente manovra finanziaria.

È opportuno precisare che i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia non sono comuni per tutti i lavoratori, ma variano a seconda del sistema di calcolo utilizzato, ovvero il sistema utilizzato può essere di tipo contributivo, retributivo o misto.

Fino al 31 dicembre 2011 si può accedere alla pensione di vecchiaia utilizzando il sistema retributivo e misto con 65 anni di età anagrafica, se uomini, o 61 per le donne. In questo caso occorre, ad ogni modo, possedere 20 anni di anzianità contributiva o di servizio.

La nuova età pensionabile

Il nuovo sistema pensionistico che ha pensato il nostro Legislatore è diventato, certamente, un sistema da prendere come riferimento per gli altri Paesi europei.

Ora, finalmente, un Paese europeo può copiare da noi, e non viceversa.

Il decreto 78/2010, convertito nella legge 122/2010, ha confermato che l’età pensionabile è una variabile che dovrà crescere sempre più in alto.

L’articolo 22 della legge n. 102/2009 ha introdotto l’adeguamento dei requisiti di accesso alla pensione agli incrementi della speranza di vita.

L’assegno d’invalidità anche agli stranieri

La Corte costituzionale ha rilevato un’eccezione di incostituzionalità in merito al contenuto dell’articolo 80 della legge n. 388/2000: la concessione dell’assegno d’invalidità non può essere vincolata alla carta di soggiorno.

Infatti, la Corte a Corte costituzionale, con la sentenza 187/2010, ha dichiarato illegittimo l’articolo 80 della legge n. 388/2000 (legge finanziaria 2001), che limita il diritto all’assegno sociale e alle provvidenze economiche agli stranieri che siano titolari di carta di soggiorno.

Pensione 2010, quando si è abbastanza vecchi?

 La pensione di vecchiaia è una delle due principali forme pensionistiche in vigore nel nostro Paese.

Grazie alla riforma Dini sono presenti due forme: retributivo e contributivo.

Le pensioni di vecchiaia, riferite al sistema retributivo, dovranno, per il 2010, rispettare le seguenti condizioni.

Per i dipendenti del settore privato l’età pensionabile, per il 2010, non si modifica. Potranno andare in pensione a 65 anni gli uomini, mentre per le donne il requisito rimane a 60 con un minimo contributivo, per entrambi i sessi, di 20 anni (si riducono a 15 se maturati prima dell’anno 1992).

Dal 2015 anche il settore privato dovrà adeguare l’età pensionabile recependo il limite dei 65 anni.

Pensioni 2010, il coefficiente nel sistema contributivo

 Avevamo già dato evidenza in un precedente articolo la decisione da parte del governo di cambiare i coefficienti di trasformazione calcolati con il sistema contributivo.

La pensione annua, secondo il sistema contributivo, si ottiene applicando al montante contributivo, ossia all’ammontare della somma accantonata nell’arco della propria attività lavorativa rivalutata nel tempo, il coefficiente di trasformazione relativa all’età anagrafica applicata al momento del pensionamento.

Si è anche stabilito che dal 2010 la revisione dei coefficienti non avverrà più ogni dieci anni ma ogni tre, in questo modo si produrranno risparmi sensibili di spesa e, di conseguenza, minore pensione accantonata.

Pensioni 2010, i nuovi minimi

 Con l’anno nuovo sono state definiti i nuovi minimi per la pensione e l’assegno sociale e per il trattamento minimo garantito.

Questi minimi si applicano alle prestazioni erogate da un istituto previdenziale, ad esempio Inps per i dipendenti privati, e quelle a carico di un fondo esclusivo o sostitutivo dell’assicurazione generale obbligatoria (ad esempio Inpdap per i dipendenti pubblici).

Dal 1° gennaio 2010 il trattamento minimo a carico dell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti pubblici e privati è stabilito in 461,40 euro mensili per tredici mensilità, pari a 5.998,20 euro annuali.

Pensionati ed anziani: più diritti per i connazionali all’estero

 Lo Stato italiano, ai pensionati che, residenti in Italia, versano in condizioni di difficoltà e di bisogno, riconosce il percepimento dell’assegno di solidarietà; trattasi di un diritto ad una prestazione assistenziale che, pur tuttavia, non viene concessa ai nostri connazionali che, residenti in Paesi esteri, versano allo stesso modo nelle condizioni di povertà. Anche per questo, al fine di garantire pari diritti e pari dignità ai pensionati italiani che risiedono all’estero, per la giornata di giovedì prossimo, 10 dicembre 2009, è prevista una mobilitazione internazionale. Al riguardo, tra l’altro, la Cgil sottolinea come nella passata legislatura fossero stati presentate a più riprese delle proposte di Legge che avevano trovato un consenso bipartisan, ma fino ad ora nulla di tutto ciò ha portato all’approvazione di una Legge.

Inps: cos’è e a cosa serve

 Inps=Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale

E’ il più grande ed il più importante Ente pensionistico del nostro Paese, al quale sono iscritti la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti, sia del settore privato, sia di quello pubblico, ma anche tantissimi lavoratori autonomi non iscritti ad altre casse previdenziali.

L’Istituto, oltre ad erogare le pensioni in base all’anzianità ed all’ammontare dei contributi versati, eroga anche tutta una serie di prestazioni assistenziali a favore di tutti coloro che rientrano nella gestione di quello che viene comunemente definito come il welfare, ovverosia lo “stato sociale“. E così, da un lato l’Inps eroga le pensioni di anzianità, quelle di vecchiaia, quelle per inabilità al lavoro e quelle retrocesse ai superstiti attraverso il meccanismo della reversibilità, mentre dall’altro l’Istituto è impegnato allo stesso modo nel pagare gli assegni sociali, quelli per le invalidità civili e le pensioni minime.