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Voucher in agricoltura: si riduce il lavoro sommerso

 L’utilizzo dei voucher, ovverosia dei cosiddetti buoni lavoro, in agricoltura, contribuisce a garantire sul territorio della Regione Veneto la trasparenza e la legalità con una contestuale riduzione del lavoro sommerso. Questo è quanto afferma la Coldiretti Veneto nel sottolineare come ad incentivare il lavoro regolare in agricoltura, assieme ai voucher, sia anche il decreto flussi 2011 con la conseguenza che nei campi e nelle campagne venete non c’è sfruttamento della manodopera straniera e non ci sono irregolarità grazie proprio ai nuovi strumenti normativi. In termini numerici questo significa che nelle campagne della Regione Veneto, negli ultimi due anni, hanno lavorato con i voucher ben 60 mila persone tra studenti, disoccupati e pensionati che si sono occupati non solo della vendemmia, ma anche delle attività di raccolta e quelle legate alla cura degli animali. Nella Regione Veneto la provincia capofila per quel che riguarda l’utilizzo dei voucher è quella di Treviso con oltre 160 mila buoni lavoro.

La Coldiretti Veneto ricorda inoltre come il prossimo 31 gennaio, a partire dalle ore 8, scatterà il cosiddetto “click day” grazie al quale le imprese agricole, nell’ambito del Decreto Flussi 2011, potranno avvalersi del lavoro dei cittadini extracomunitari. Un altro “click day” importante, inoltre, è quello del 3 febbraio prossimo, sempre con partenza dalle ore 8, quando sarà possibile andare a convertire i permessi di soggiorno per il lavoro di tipo e di natura periodica in un rapporto di lavoro sia subordinato, sia  stabile.

Per quel che riguarda invece i voucher ricordiamo come questi possano essere acquistati dagli imprenditori agricoli sia in formato cartaceo, sia online direttamente dal sito Internet dell’Inps al fine di regolarizzare le collaborazioni occasionali. Per ogni 10 euro lorde di retribuzione, 7,5 euro netti vanno al lavoratore, mentre i restanti 2,5 euro, tolti i costi del servizio, coprono la previdenza dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps) e quella sugli infortuni dell’INAIL.

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