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Incentivi contratti di solidarietà: Bando nella Regione Toscana

 Attraverso un apposito avviso pubblico, le imprese toscane nella Regione potranno presentare dei progetti di formazione dei propri dipendenti a patto però di fare ricorso all’utilizzo dei cosiddetti contratti di solidarietà che, tra l’altro, si stanno rivelando uno strumento molto efficace contro la crisi al fine di evitare che l’azienda in difficoltà arrivi a chiudere i battenti. Quindi, se l’azienda dimostra di essere solidale, allora sarà l’Amministrazione regionale, grazie ad uno stanziamento aggiuntivo per complessivi 500 mila euro, a poter finanziare la formazione in modo da qualificare le lavoratrici ed i lavoratori e, quindi, poter avere un parco dipendenti in grado di dare il giusto apporto al rilancio dell’attività ed alla ripresa della produzione anche a seguito del lento ma graduale miglioramento dello scenario macroeconomico italiano.

Secondo quanto dichiarato da Gianfranco Simoncini, l’Assessore alle attività produttive della Regione Toscana, con l’adozione dei contratti di solidarietà è possibile preservare il capitale umano dell’azienda visto che trattasi sempre di ammortizzatori sociali ma, a differenza della cassa integrazione e della mobilità, tale forma contrattuale permette di scongiurare i licenziamenti e, quindi, di tutelare il patrimonio industriale dell’impresa in difficoltà a causa del calo delle commesse. Inoltre, il contratto di solidarietà può essere adottato anche da parte di quelle imprese toscane che, pur non essendo in condizioni di difficoltà, stanno comunque attuando un piano di ristrutturazione interna finalizzato ad un riposizionamento strategico sul mercato di riferimento.

Attualmente nella Regione Toscana sono poco più di trenta, 33 per la precisione, le aziende che stanno salvaguardando la loro attività produttiva ed i livelli occupazionali attraverso il ricorso ai contratti di solidarietà che, lo ricordiamo, devono essere autorizzati dal Ministero del Lavoro, e che permettono al lavoratore, senza andare a rischiare il licenziamento, di lavorare per un numero di ore inferiore al normale ma di continuare nello stesso tempo a percepire uno stipendio dignitoso.

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