Dal sindacato le proposte per un fisco sostenibile

 Occorre, di certo, cambiare rotta perché l’attuale situazione economica sta diventando insostenibile e le continue nuove richieste fiscali non fanno altro che pesare sulle famiglie e sui lavoratori.

Infatti, è necessario ridurre da subito le tasse a lavoratori e pensionati: ecco che cosa chiedono Cgil, Cisl e Uil che hanno varato un documento dal titolo Cambiare il fisco per il lavoro, la crescita, il welfare, che è alla base della manifestazione sindacale unitaria in programma il 2 giugno a Roma.

Le tre centrali sindacali intendono chiedere di aumentare di 400 euro annui pro capite la detrazioni per i redditi da lavoro dipendente e da pensione compresi entro l’attuale limite di 55mila euro. Ma non solo, è anche necessario abolire l’Imu sull’abitazione principale per gli immobili non di pregio esclusivamente per chi possieda un solo immobile nel medesimo nucleo familiare, varare il decreto attuativo per rendere applicabile il meccanismo di detassazione dei premi di risultato erogati tramite la contrattazione collettiva aziendale o territoriale.

La crisi nell’edilizia con 7500 fallimenti

 In tre anni siamo arrivati a quota 7552 su un totale di 33000, tanto che l’Associazione dei costruttori edili lancia l’allarme denunciando che il 23% dei fallimenti avvenuti in Italia riguardano imprese di costruzioni, nel primo trimestre del 2012 si registra un ulteriore aumento delle procedure fallimentari con un aumento dell’8,4% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso. I dati diffusi dalla CISL attraverso le pagine del suo quotidiano denunciano che l’area più colpita è quella del Sud e delle isole: tra il 2009 e il 2011 ha infatti subito un aumento del 40% del numero di imprese di costruzioni entrate in procedura fallimentare.

Questi dati regionali pongono in evidenza un aumento dei fallimenti superiori al 40% in Liguria, emilia Romagna, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna. A questo proposito il presidente dell’associazione dei costruttori, Paolo Buzzetti, denuncia una mancanza di una vera politica che possa dare risposte al settore già duramente colpito: il dimezzamento degli investimenti, la pressione fiscale (vicina al 54,5% del pil) e il crollo dei mutui immobiliari, diminuiti del 60% nell’ultimo anno.

La risposta del Governo Monti al problema degli esodati

 Il Ministero del Lavoro ha deciso così di salvare i 65mila esodati ufficialmente riconosciuti e per il sindacato la decisione del Governo Monti non porta sostanziali novità su questo particolare tema; in effetti, per la CISL il provvedimento non è nulla di nuovo e la situazione resta complicata visto che il ministro del Welfare, Elsa Fornero, nell’incontro di ieri tra sindacati e Governo, non va oltre quanto già annunciato più volte negli ultimi giorni.

Fornero assicura che è già pronto il decreto interministeriale che riguarda una platea di soli 65 mila persone, ovvero saranno salvaguardati tutti i lavoratori che hanno fatto un accordo con l’azienda e che raggiungeranno i requisiti per accedere alla pensione con le vecchie regole entro il 2013.

Il ritorno della contrattazione nella pubblica amministrazione

 Sembra ritornare nel pubblico impiego il ruolo rilevante della contrattazione sindacale tanto che l’ex ministro Renato Brunetta ha aspramente criticato questo nuovo corso. In effetti, l’intesa sulla riorganizzazione del pubblico impiego tra Governo Monti e sindacati è una nuova via intrapresa dalle parti con un nuovo dialogo allo scopo di ricostruire la figura del dipendente pubblico in passato sotto tiro dal precedente corso.

Il nuovo percorso, secondo il segretario confederale Cisl, Gianni Baratta, porta indubbi vantaggi al metodo

Si è stabilito che è molto più utile impegnarsi tutti insieme in questa scommessa che non graverà sui conti delle amministrazioni pubbliche, in quanto le risorse andranno trovate tra i risparmi realizzati lavorando meglio. Sulle accuse di egemonie di partiti ed organizzazioni sindacali che avrebbero condizionato questo accordo, il giudizio appare frettoloso ed ingeneroso

Esodati, possibile decreto in arrivo

 Sul problema degli esodati con molta probabilità arriverà prima del 9 maggio un decreto che dovrebbe sistema alcune cose anche se non chiuderà la questione. In effetti, se da una parte il governo Monti ha la necessità di avviare un confronto serio e costruttivo con le parti sociali, dall’altra l’approvazione di un eventuale decreto il giorno prima della convocazione del tavolo con i sindacati, prevista per il 9 maggio, sarebbe “grave”, o almeno è così l’opinione del sindacato.

In particolare, il segretario confederale della Cisl, con delega alla previdenza, Maurizio Petriccioli, ha osservato

Il governo, procedendo da solo alla riforma previdenziale, si è assunto la responsabilità di attuare norme che non tengono in nessuna considerazione la necessaria gradualità per tenere presente la vita e la storia contributiva di centinaia di migliaia di persone. Questo ha provocato il cosiddetto fenomeno degli esodati e noi ci aspettiamo nell’incontro del 9 di maggio un decreto che deroghi queste persone all’applicazione delle nuove norme previdenziali

Esodati, il governo Monti annaspa

 Sul tema degli esodati il governo pare avere idee confuse, è questa l’opinione del sindacato italiano, in particolare della CISL. Infatti, nell’ambito del convegno sulla sicurezza organizzato presso l’Auditorium della Tecnica di Roma da Confindustria, con la collaborazione e il sostegno di Inail, Federmanager e Fondirigenti, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha preferito limitarsi al tema della sicurezza non spingendosi sul tema caldo della riforma del mercato del lavoro.

Nel corso del convegno il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno messo a confronto le loro posizioni identificando, comunque, il solito argomento spinoso che richiede una soluzione, ossia il tema degli esodati.

I sindacati chiedono di vedere il piano industriale di Finmeccanica

 Le parti sociali chiedono di confrontarsi con la direzione industriali al fine di conoscere la situazione finanziaria di Finmeccanica perché la situazione del gruppo non deve condizionare le scelte industriali. Infatti, l‘attivo dei delegati regionali delle aziende di Finmeccanica aderenti a Fiom, Fim e Uilm che si è tenuto a palazzo Tursi ha chiesto di aprire il confronto del gruppo industriale.

In effetti, la recente approvazione del bilancio da parte del cda di Finmeccanica si è chiuso con una perdita netta di 2 mld di euro, un indebitamento di 3 mld e 443 mln e una drastica riduzione degli ordini che ha portato alla scelta di abbattere il debito con la cessione di alcuni asset per il settore energia e trasporti (Breda e Sts), con l’integrazione delle tre società Selex e la ricerca di partnership internazionali per i sistemi della Difesa (Oto Melara) e Spazio.

Dal Ministero del Lavoro un opuscolo sulle patologie oncologiche invalidanti

 È stato presentato l’l’opuscolo informativo “Patologie oncologiche e invalidanti – Quello che è importante sapere per le lavoratrici e i lavoratori”.  La pubblicazione, redatta dal Tavolo di coordinamento nazionale costituito dalla Consigliera Nazionale di Parità, dalle Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL, UGL e CONFSAL e dalle Associazioni di Volontariato FAVO, AIMaC e KOMEN ITALIA, fornisce con semplicità e chiarezza alle lavoratrici e ai lavoratori affetti  da patologie oncologiche e invalidanti le principali informazioni sui propri diritti e quelli dei propri familiari: il diritto al part-time, i congedi, gli eventuali sostegni economici, le tutele legate ai contratti collettivi, i passi da fare per la domanda di invalidità civile.

Al via il rinnovo del contratto dei metalmeccanici

 Le tute blu hanno deciso di dare l’avvio al dibattito interno sul rinnovo contrattuale cercando di mettere a punto una piattaforma unitaria chiedendo alla FIOM di contribuire alla nuova stagione. Infatti, le due organizzazioni sindacali, Fim e Uilm, si troveranno mercoledì 18 aprile per avviare la discussione sul rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici e della Fiat.

I due segretari dei metalmeccanici di Cisl e Uil, Giuseppe Farina e Rocco Palombella, hanno inviato al loro omologo della Fiom nazionale Maurizio Landini una lettera di invito dove

Esodati, si aspetta la trattativa

 Alla manifestazione unitaria tenuta dalle tre maggiori centrali sindacali hanno partecipato 25mila persone per protestare contro l’ultima riforma sulle pensioni che ha provocato tante disparità sociali, in modo particolare creando un limbo non meglio definito per gli esodati, ossia lavoratori che non percepiscono la pensione e, allo stesso tempo, sono fuori dagli schemi produttivi in virtù di accordi sottoscritti dai rappresentanti dei lavoratori e con Confindustria.

Infatti, ai lavoratori cui era stata promessa la pensione anticipata (dunque usciti dal mercato del lavoro) si sono visti innalzare l’età del riposo. Lavoratori che rischiano di rimanere in un limbo assurdo: senza stipendio, poi senza ammortizzatori sociali, e infine senza l’assegno previdenziale. In questa situazione si trovano, ad esempio, 5 mila lavoratori delle Poste, altrettanti di Alitalia, oppure i circa 400 dell’ex Eutelia.

Esodati e pensioni passando per la delocalizzazione in Polonia

 La riforma del mercato del lavoro ora è pronta ad essere discussa al Parlamento ma, allo stesso tempo, non si fermano le delocalizzazioni delle imprese italiane in altri Paesi allo scopo di ottenere manodopera ad un prezzo inferiore anche se la sfida economica si vince con gli investimenti e nelle nuove tecnologie: a questo proposito la Germania è un modello sicuramente da imitare.

Infatti, dopo due anni dalla chiusura della vertenza in Indesit in cui il gruppo produttore di elettrodomestici si era impegnato ad investire in Italia, mantenendo le produzioni, oggi ad essere di nuovo a rischio è lo stabilimento di None nel Torinese.

Busta paga più leggera per il mese di marzo

 Il 27 molti lavoratori e pensionati avranno la sorpresa di intascare una retribuzione, o una pensione, più leggera rispetto al mese precedente perché dovranno fare i conti con l’aumento della addizionali e con il conguaglio per i redditi 2011.

Secondo alcune valutazioni della CISL si presume un aumento di 137 euro per l’addizionale regionale e 193 per quelle comunali per l’effetto della manovra economica di fine anno 2011. Oltre  fare i conti con un aumento continuo della benzina che ormai sfiora i 2 euro al litro, il lavoratore e pensionato dovrà contribuire in modo massiccio, con le finanze locali. In effetti, l’aumento delle addizionali regionali è dello 0.33% su base annua con un effetto che varierà dai 50 euro per una retribuzione di 1200 euro mensili fino a 137 euro per uno stipendio di 3200 euro. Al contrario, i comuni che hanno deliberato l’aumento delle addizionali comunali vedranno aumentare le proprie entrate in base alla percentuale decisa; infatti, per il comune di Chieti ci si aspettano 193 euro per contribuente.

Riforma del lavoro, dalla CISL una nuova proposta

 Per la CISL l’iter non si è ancora concluso; infatti, il segretario confederale della CISL, Raffaele Bonanni, ha riproposto la necessità di cambiare la norma sui licenziamenti economici tenendo ancora aperto il tavolo delle trattative allo scopo di allargare le tutele.

In effetti, per la seconda confederazione sindacale italiana è necessario adottare del tutto il modello tedesco che prevede l’affidamento al giudice del potere di decidere tra indennizzo e reintegro. A questo scopo, nel corso di un nuovo incontro con il premier Mario Monti ha di nuovo chiesto al governo una particolare attenzione a questo problema: in caso di contenzioso, se dal processo emergono motivi diversi da quelli economici cioè discriminazioni, abusi, irregolarità nelle procedure o motivi disciplinari, il giudice annulla il licenziamento.

Riforma del lavoro, si prosegue giovedì

 Secondo gli osservatori l’incontro di giovedì sarà di certo conclusivo perché il governo Monti ha in animo di chiudere la partita visto che è riuscito a convincere le imprese e due importanti organizzazione sindacale, ovvero CISL e UIL.

La CGIL, da parte sua, rimane arroccata sulle sue posizioni criticando fortemente gli ultimi sviluppi visto che lo stesso segretario confederale generale della CGIL ha sentenziato

farà tutto ciò che serve per contrastare la riforma del mercato del lavoro. Farà le mobilitazioni necessarie, non sarà una cosa di breve periodo […] E’ evidente che per la terza volta, dopo la riforma delle pensioni e le liberalizzazioni, i provvedimenti del governo si scaricano sui lavoratori: davvero una strana idea della coesione sociale