Legge Finanziaria 2010, incentivi per l’assunzione

 È stata pubblicata sul supplemento ordinario n. 243 della Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2009, la legge 191/2009 o meglio conosciuta come “Finanziaria 2010”.

Le norme ivi contenute entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2010.

Abbiamo già dato evidenza in precedenti articoli sulle novità introdotte in materia di lavoro.

Proseguiamo il nostro viaggio all’interno della Finanziaria 2010 affrontando il contenuto del comma 145.

Legge Finanziaria 2010, il lavoro occasionale e accessorio

La legge Finanziaria amplia la possibilità di ricorrere al lavoro occasionale ed accessorio.

Questa particolare forma di lavoro, previsto dagli articoli 70 e successivi dalla Legge n. 276/2003, trova nella legge Finanziaria, così come prevedono i commi 148 e 149, un ampliamento di tipo normativo. Grazie alla legge Finanziaria anche la Pubblica Amministrazione può utilizzare questa particolare strumento di lavoro.

Premesso che la struttura di fondo di questo particolare contratto di lavoro non è stato modificato ma semmai è cambiata l’ambito applicativo.

Un Ente Locale (sia esso Provincia, Regione, Comune o Comunità Montana) può ricorre a questa forma di collaborazione per i lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici, strade e monumenti.

I giovani con un’ età inferiore ai 25 anni e iscritti ad un istituto scolastico di ogni ordine e grado possono prestare attività occasionale ed accessoria (il limite è fissato in 5000 euro per ogni committente nell’anno solare) in qualsiasi settore produttivo.

La pensione dei dipendenti pubblici nel 2010

 Con 40 anni di contributi un dipendente pubblico, con decisione unilaterale dell’amministrazione pubblica, potrà essere collocato a riposo: questa è una delle novità introdotte dalla legge 102/2009 di conversione del “decreto anticrisi del 1° luglio 2009 n. 78”.

La legge ha modificato la norma prevista dalla legge 15/2009 sostituendo la frase da “anzianità di servizio effettivo” con “anzianità contributiva”. Con la norma contenuta nella legge 15/2009 un dipendente pubblico poteva essere licenziato con la maturazione dei 40 anni di servizio effettivo non computando nel calcolo i periodi di contribuzione figurativa o di riscatto, quali il servizio militare o il riscatto laurea.

Lavoro e collaborazioni precarie: non sempre la flessibilità è uno svantaggio

 Il lavoro e le collaborazioni precarie, pagate e non pagate, dagli stage ai tirocini e passando per il lavoro atipico ed occasionale, non sempre sono un’occasione per fare esperienza e poi magari ricominciare a cercare, spesso con ansia e frustrazione, un posto di lavoro stabile. Molte imprese, e non è di certo una novità, sfruttano la flessibilità attualmente offerta dal mercato del lavoro in Italia per reclutare forza-lavoro, anche molto qualificata, a basso costo o spesso anche a costo zero. Vi sarete di certo imbattuti in annunci su Internet dove si richiedono figure altamente specializzate, magari per un periodo di soli tre mesi, e l’unica cosa che offrono è il ticket pasto!

La legittimità del trasferimento di un lavoratore dipendente

 Quando è possibile trasferire un dipendente? La domanda è abbastanza, di per sé, intrigante.

Le normative al riguardo sono abbastanza vaghe e non intendono inquadrare, in maniera rigida, le prerogative del datore di lavoro.

Infatti, secondo il codice civile (art. 2103) il trasferimento può avvenire solo in presenza di comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive.

La legge ammette trasferimenti solo per ragioni oggettive e non ammette giustificazioni di ordine disciplinare.

Nel contempo diverse interpretazioni giurisprudenziali hanno ammesso che tensioni di tipo ambientali, o l’incompatibilità con l’ambiente stesso, possono giustificare comunque un trasferimento.

Lavoro e Internet: basta la posta elettronica per perdere il posto

 In passato Internet, un po’ ovunque nel mondo, è stato utilizzato dai lavoratori molto spesso a proprio uso e consumo, ovverosia per scopi personali e con finalità assolutamente estranee all’azienda. Chi giocava a poker online nelle ore più “calde” dell’attività d’impresa, chi controllava i prezzi delle azioni in Borsa comprate il giorno prima, e chi visitava siti per adulti. Al giorno d’oggi c’è ancora chi questo utilizzo lo fa a proprio rischio e pericolo, o se lo può permettere magari perché è il capo e nessuno può dire o si permetterebbe di dire qualcosa, ma con l’avvento dei social network è scattato una sorta di allarme planetario che ha portato a “blindare” le reti aziendali sia attraverso dei filtri, sia attraverso una tracciatura ed una mappatura della navigazione in rete di tutti i dipendenti. E se molto spesso Internet è utile, è uno strumento strategico per trovare lavoro, allo stesso modo la Rete può farci perdere il posto; insomma, a volte chi di Internet colpisce di Internet perisce.

Dal contratto a progetto a quello di tipo subordinato

Il lavoro parasubordinato, che si colloca tra il lavoro dipendente e quello autonomo, trova la sua identificazione non nel codice civile ma in disposizioni di altri leggi, come, ad esempio, quella sui minimi di trattamento (legge n. 741 del 1959) o sul processo del lavoro (art. 409 del codice di procedura civile).

Il lavoro autonomo parasubordinato è stato più volte definito come un nucleo essenziale che racchiude diversi elementi: la collaborazione continuativa e coordinata senza vincolo di subordinazione e la prevalenza dell’attività personale.

Malattie sul lavoro: aumentano i rischi col capo angosciante ed autoritario

 Come reagiscono i lavoratori dipendenti di fronte ad un capo che oltre che autoritario, è anche angosciante? Ebbene, occorre fare una netta distinzione tra lavoratrici donne e lavoratori uomini; a rivelarlo è uno studio a cura di un’università medica svedese nella città di Solna, il Karolinska Institutet, da cui è in particolare emerso come le donne nei confronti di un capo autoritario ed angosciante reagiscano meglio allo stress rispetto ai colleghi uomini; su questi ultimi, invece, in accordo con quanto riporta il canale “Salute” di Yahoo Italia, le vessazioni del capo posso mettere a rischio la salute con il possibile insorgere di problemi cardiaci.

Quando il malato è irreperibile

 È di per sé chiaro che la certificazione di malattia del lavoratore dipendente deve rispondere a precisi criteri oggettivi.

Per prima cosa occorre precisare che il certificato di malattia deve essere redatto dal medico curante in doppia copia secondo moduli predisposti allo scopo. In realtà il certificato è costituito da due sezioni: una deve essere consegnata al datore di lavoro e l’altra all’istituto previdenziale competente.

In mancanza dell’ apposito modulo INPS e’ possibile redigere i certificati sul ricettario privato del medico purché contengano gli stessi dati del modulo di legge (circolare INPS n. 99 del 13/05/96), ad esempio vanno bene anche i moduli in uso presso i reparti ospedalieri o di pronto soccorso, a condizione però che dagli stessi risulti una prognosi non di natura strettamente “clinica”.

Festività e trattamento economico

 Quando una giornata è considerata festiva? Sembra una domanda banale ma in realtà non è proprio così.

La legge 22 Febbraio 1934 n. 370 indica espressamente che sono da considerarsi giorni festivi le domeniche o i giorni di riposo settimanale compensativo, salvo le eccezioni stabilite dalla norma stessa.

Il codice civile all’art. 2109 richiama la tutela del giorno di riposo; infatti, il prestatore di lavoro ha diritto ad un giorno di riposo ogni settimana coincidente, di norma, con la domenica.

Successivamente alla legge del 1934 la materia è stata ulteriormente definita. Oggi sono considerate giornate festive le domeniche e le festività nazionali e infrasettimanali individuate dalla legge (legge n. 260/1949; legge n. 90/1954; legge n. 54/1977; D.P.R. n. 792/1985; legge n. 336/2000).

Lavoro: aumenta il contributo offerto dagli stranieri

 Dopo ben nove anni, nel 2008 è aumentato in Italia il numero delle persone in cerca di un posto di lavoro, mentre il numero degli occupati è cresciuto di 183 mila unità con un incremento dello 0,8% rispetto all’anno precedente. A rilevarlo è l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, nell’Annuario statistico italiano 2009, dove si legge altresì di un aumento della disoccupazione lo scorso anno, al 6,7% dal 6,1% dell’anno precedente, e di una distribuzione della base occupazionale che nel nostro Paese è caratterizzata da un contributo crescente da parte dei cittadini stranieri. Lo scorso anno, infatti, 7,5 lavoratori su cento in Italia erano stranieri rispetto ai 6,5 su cento dell’anno precedente; semaforo verde anche per l’occupazione femminile, che nel 2008 ha fatto registrare un incremento dell’1,9%, mentre i colleghi uomini, dopo ben dieci anni di tendenza ascendente, hanno fatto registrare un livello di occupazione sostanzialmente invariato.

Inail: cos’è e a cosa serve

 Inail = Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro

L’Istituto si occupa di tutelare nel nostro Paese i lavoratori dagli infortuni per tutte quelle attività che vengono giudicate come rischiose. In Italia tutti i lavoratori dipendenti, ma anche quelli parasubordinati che prestano servizio in ambienti e luoghi di lavoro giudicati a rischio, devono essere in via obbligatoria assicurati all’Inail contro gli infortuni.

Oltre a garantire la copertura dai rischi sul lavoro, l’Istituto promuove e persegue tutta una serie di finalità ed obiettivi correlati: da iniziative per la riduzione del tasso di infortuni in Italia al reinserimento nel mondo occupazionale di quei soggetti vittima di casi di infortunio sul lavoro. L’assicurazione Inail, oltre a coprire il rischio di infortunio sul lavoro, copre a livello assicurativo anche i casi di malattie contratte sul posto di lavoro, ovverosia le malattie professionali derivanti dalla svolgimento di attività lavorative di qualsiasi tipo, comprendendo ovviamente anche quelle che in gergo vengono definite come usuranti.

Someone’s gotta go: il primo reality sui licenziamenti

 Someone’s gotta go (letteralmente “Qualcuno se ne deve andare“): questo è il titolo di un nuovo reality, prodotto da Endemol e che dovrebbe andare in onda all’inizio del 2010. Di particolare è che si tratta di un reality ambientato in un ufficio con un numero di dipendenti compreso tra 8 e 15 e sarà (almeno questo è il presupposto) piuttosto spietato. Infatti, in ogni puntata i dipendenti dell’azienda dovranno decidere chi tra di loro verrà licenziato.

Queste le parole di Goldberg, responsabile di Endemol Usa

Chi partecipa è assolutamente consapevole di quello che fa e soprattutto sa bene che, dovendo la sua azienda comunque licenziare, uno dei prescelti potrebbe essere proprio lui. Perciò se la gioca, dando anche dimostrazione di come un dipendente sappia o meno difendere il proprio lavoro

Professione parrucchiere: chi è e cosa fa

Quella del parrucchiere è una professione molto antica che sta continuando a crescere. E’ un settore estremamente competitivo in cui per poter sopravvivere alla concorrenza spietata bisogna essere n grado di inventarsi sempre qualcosa di nuovo per far sì che la propria clientela cresca (e di conseguenza anche il volume degli affari) e si affezioni.

Secondo la legge 17 entrata in vigore nel 2005 per poter esercitare la professione di acconciatore occorre

conseguire un’apposita abilitazione, previo un esame teorico-pratico preceduto da un percorso formativo previo il superarmento di un esame teorico – pratico