Disoccupazione: Inps, cassa integrazione in aumento a marzo

 Nello scorso mese di marzo le ore autorizzate di cassa integrazione sono aumentate in Italia del 29% rispetto al mese precedente, e del 106,8% rispetto al mese di marzo del 2009. A comunicare questi dati nei giorni scorsi è stato l’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, sottolineando comunque come le ore autorizzate non coincidano con le ore di cassa integrazione che poi vengono utilizzate. In merito, infatti, Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, ha posto l’accento sul fatto che, in linea con quanto accaduto nei mesi precedenti, le imprese chiedono più ore di cassa integrazione da autorizzare rispetto a quelle che poi effettivamente servono. In ogni caso, la forte crescita delle ore richieste a marzo rappresenta un campanello d’allarme ma anche la palese conferma che per il mercato del lavoro in Italia le difficoltà sussistono; per fortuna la cassa integrazione permette di attivare una rete di protezione a favore di migliaia di lavoratori che difficilmente nel breve, vista la situazione congiunturale, potrebbero trovare un reimpiego, ma nello stesso tempo per le famiglie dove ci sono lavoratori in cassa integrazione il reddito mensile si abbassa inesorabilmente.

Disoccupazione Italia: oltre 2,1 milioni di persone cercano lavoro

 Continua ad avere nuove reclute nel nostro Paese l’esercito dei disoccupati. Gli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) sul quarto trimestre 2009 parlano chiaro: le persone che cercano un’occupazione sono aumentate di ben 369 mila unità, con la conseguenza che coloro che in Italia sono alla ricerca di un lavoro sono saliti a quota 2,14 milioni con una prevalenza a livello geografico nel Centro e nel Nord Italia. Il fatto che i nuovi disoccupati si concentrino al Nord ed al Centro si spiega con il fatto che trattasi delle aree del Paese a più elevata densità imprenditoriale, rispetto al Mezzogiorno, ragion per cui per i dipendenti delle imprese che chiudono a causa della crisi è sempre più difficile potersi reinserire in tempi brevi nel mondo del lavoro.

Modifiche alla legge 104 per portatori di handicap

Il collegato al lavoro ha modificato la disciplina sui permessi per l’assistenza ai portatori di handicap; infatti, l’articolo 33 della legge 104/1992 è stato modificato dall’articolo 24 del DDL 1167-B.

Il Legislatore ha apportato alcune modifiche per l’assistenza  ai portatori di handicap in situazione di gravità e le variazioni introdotte riguardano tutti i dipendenti a prescindere dal contratto di lavoro stipulato.

Il permesso di 3 giorni mensili retribuiti e coperti da contributi per assistere un familiare, non ricoverato a tempo pieno, spetta solo ai parenti ed affini entro il 2° grado o fino al 3° grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap abbia compiuto i 65 anni o sia affetto da  patologie invalidanti o sia deceduto.

Corte di Cassazione: l’azienda non può controllare l’accesso a Internet

Importante sentenza della Corte di Cassazione che proibisce al datore di lavoro di controllare con sistemi elettronici gli accessi ad Internet e alla posta del dipendente.

La sentenza ovviamente non va letta come un divieto assoluto di presenza di programmi di controllo o monitoraggio, ma è necessario che questi sistemi devono essere autorizzati e regolamentati richiamandosi al rispetto degli obblighi della privacy e garantendo la necessaria correttezza dei sistemi di rilevamento.

A questo proposito l’azienda deve dotarsi di idonei strumenti in grado di garantire il corretto funzionamento, quali l’uso di regolamenti, l’emissione di notizie informative, la nomina di un responsabile che ne garantisca la corretta gestione e l’uso dei log file.

Inps: indennità di malattia e maternità per lavoratori a tempo parziale

l’Inps, con la circolare n. 30 del 3 marzo 2010, fornisce ulteriori istruzioni sulle modalità di liquidazione delle indennità di malattia e maternità, a pagamento diretto, in favore dei lavoratori dipendenti non agricoli con contratto di lavoro a tempo parziale (orizzontale, verticale o misto).

Il contratto di lavoro a tempo parziale di tipo orizzontale si contraddistingue, rispetto al contratto di lavoro a tempo pieno, per la riduzione dell’orario giornaliero di lavoro. La retribuzione corrisposta al lavoratore nel periodo di paga preso a riferimento per il calcolo delle indennità di malattia e maternità risulta già di per sé ridotta.

Nell’ipotesi in esame, quindi, troveranno applicazione i criteri di calcolo adottati per i lavoratori full time con circolare 94/2009.

Riconoscimento del titolo professionale in Europa

 La Commissione Europea continua ad essere sempre più presente nella vita di tutti i cittadini del vecchio continente.

Infatti, l’organismo europeo ha recentemente pubblicato la guida “Tutto quello che vorreste sapere sul riconoscimento delle qualifiche professionali” nella quale sono state poste 66 domande con le relative risposte sulla Direttiva 2005/36/CE.

La direttiva è stata recepita in Italia dal decreto legislativo del 6 novembre 2007, n. 206.

Il decreto 206/2007 si applica ai cittadini degli Stati membri dell’Unione Europea che vogliano esercitare sul territorio nazionale, quali lavoratori subordinati o autonomi, compresi i liberi professionisti, una professione regolamentata in base a qualifiche professionali.

Formazione dipendenti: voucher aziendali in provincia di Arezzo

 Ammontano a complessivi 157 mila euro i contributi per la concessione di voucher aziendali in provincia di Arezzo. A darne notizia è l’Amministrazione provinciale nel far presente come le risorse rientrino nell’ambito di un bando che la Regione Toscana, d’intesa proprio con le province della Regione, ha emesso utilizzando i fondi previsti dalla Legge numero 236 del 1993, e finalizzata a sostenere la formazione dei lavoratori dipendenti nelle aziende. Il termine di presentazione della domanda è fissato per le ore 13 di lunedì prossimo, 8 marzo 2010; la domanda deve essere presentata solo ed esclusivamente a cura dell’impresa che può richiedere fino a massimi tre voucher per ogni dipendente e comunque per importi che complessivamente non possono superare i 45 mila euro; il valore di un singolo voucher formativo aziendale è pari a tremila euro.

Il trasferimento d’azienda: regole e limiti

 In un periodo di crisi a volte si ricorre al trasferimento d’azienda, ovvero del trasferimento dell’azienda da un imprenditore ad un altro secondo quanto stabilisce il codice civile, art. 2556 e successivi.

La disciplina però non è solo regolamentata dalla disciplina civilistica, ma è supportata da un’apposita normativa lavoristica che ha l’obiettivo di tutelare la posizione dei prestatori occupati nell’azienda ceduta, art. 2112 codice civile e Legge 428/1990.

Sicuramente ai dipendenti interessa la loro posizione, in termini normativi ed economici. Pensiamo a questo riguardo le ferie maturate e gli scatti di anzianità.

Il trasferimento d’azienda si attiva ricorrendo ad una specifica procedura preventiva così come stabilisce l’art. 47 della L. 428/1990 coordinato con le modifiche del D.Lgs. n.18/2001.

Lavoro e salute: droga, alcolismo ed i segreti del dipendente

 Le informazioni relative al proprio stato di salute sono riservate, tutelate dalla Legge sulla privacy, e quindi non possono di certo essere diffuse da terzi senza rischiare grosso. Pur tuttavia, è chiaro che un dipendente sul posto di lavoro deve essere non solo in forma per poter rendere al meglio, ma non deve avere neanche uno stile di vita fuori dall’ufficio tale da mettere a rischio sia la propria salute, sia i destini dell’azienda con il proprio operato. L’assunzione di alcol e droga, ad esempio, può portare ad avere alla lunga seri problemi sotto tanti punti di vsita, anche da quello della salute mentale. Ebbene c’è da scommettere che siano tantissimi in Italia, e non solo, i lavoratori che assumono alcol e/o droghe ma che non si sognerebbero mai di rivelare il tutto, chiaramente per paura, al proprio datore di lavoro. A prevalere nel nostro Paese, infatti, sono spesso i pregiudizi e l’onesta intellettuale non viene mai premiata, anzi quasi sempre comporta penalizzazioni, esclusioni e discriminazioni.

Lavoro e salute: lo stress dipende anche dalla personalità

 Il vostro capo vi stressa? Svegliarsi tutte le mattine per andare al lavoro è diventato per voi una sorta di incubo? Ebbene, prima di trarre delle conclusioni analizzando, valutando e giudicando il comportamento degli altri, dal vostro capo ai vostri colleghi sul posto di lavoro, forse è meglio fare una sorta di “autocritica” al fine di comprendere se lo stress è frutto anche dei vostri comportamenti e del vostro modo di vivere la vita anche e soprattutto fuori dall’ufficio. In Finlandia, non a caso, alcuni ricercatori dell’Ateneo di Helsinki hanno condotto uno studio, apparso tra l’altro sulla rivista specializzata “Journal of Occupational and Environmental Medicine“, da cui è emerso come lo stress sia strettamente correlato alla personalità del lavoratore, ma anche al suo stile di vita condotto fuori dalle mura aziendali.

Pensione 2010, il punto sulla pensione di anzianità

 La pensione di anzianità, rispetto a quella di vecchiaia, si percepisce indipendentemente dall’età pensionabile.

La pensione di vecchiaia si ottiene quando si verificano tre condizioni essenziali: età pensionabile, contribuzione minima e cessazione di qualsiasi rapporto di lavoro dipendente.

Rispetto alla pensione di vecchiaia, infatti, non è necessario aspettare il limite dei 65 anni se uomini o 60 se donne. La legge 247/2007 di riforma delle pensioni ha stabilito, ad ogni modo, un aumento progressivo del requisito anagrafico rispetto alla normativa precedente.

Per il periodo dal 1 luglio 2009 al 31 dicembre 2010 la pensione di anzianità si percepisce quando si raggiunge quota 95 (59 anni di età e 36 anni di contributi, o 60 anni di età anagrafica e 35 anni di contribuzione).

Pensione 2010, quando si è abbastanza vecchi?

 La pensione di vecchiaia è una delle due principali forme pensionistiche in vigore nel nostro Paese.

Grazie alla riforma Dini sono presenti due forme: retributivo e contributivo.

Le pensioni di vecchiaia, riferite al sistema retributivo, dovranno, per il 2010, rispettare le seguenti condizioni.

Per i dipendenti del settore privato l’età pensionabile, per il 2010, non si modifica. Potranno andare in pensione a 65 anni gli uomini, mentre per le donne il requisito rimane a 60 con un minimo contributivo, per entrambi i sessi, di 20 anni (si riducono a 15 se maturati prima dell’anno 1992).

Dal 2015 anche il settore privato dovrà adeguare l’età pensionabile recependo il limite dei 65 anni.

Legge Finanziaria 2010, detassazione del salario di produttività

La Finanziaria 2010, Legge 191/2009, ha prorogato per tutto l’anno 2010 la normativa prevista agli art. 4 e 5 della legge 2/2009.

In sostanza il salario di rendimento e produttività nel settore privato per i redditi da lavoro dipendente fino a 35.000 euro riferiti all’anno 2009, con un limite massimo di 6 mila euro, si applica la tassazione al 10%.

Resta inteso che oltre alla soglia massima si applicano le aliquote normalmente previste.

Nel computo devono rientrare redditi solo di lavoro dipendenti escludendo quelli derivanti da qualsiasi forma di lavoro autonomo (ad esempio, collaborazioni coordinate e continuative, associazioni in partecipazione, prestazioni ex art. 2222 codice civile, e così via).

Medici di famiglia e certificati di malattia: la Fimmg è preoccupata

 In materia di certificazione dello stato di malattia per i dipendenti pubblici, la FIMMG, Federazione italiana dei medici di famiglia, è preoccupata sulle nuove norme che, oltre ad essere poco chiare, sono anche penalizzanti per la categoria dei medici di famiglia visto che la loro interpretazione potrebbe comportare a loro carico delle sanzioni sproporzionate che, tra l’altro, scatterebbero anche in concomitanza con errori ed inadempienze non dipendenti dalla loro volontà. E così, in accordo con quanto dichiarato da Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di famiglia, la categoria ha inviato nella giornata di ieri una lettera ai ministri Maurizio Sacconi, Ferruccio Fazio e Renato Brunetta, ma anche ad Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Istituto Nazionale per la previdenza sociale, nella quale vengono evidenziate le preoccupazioni legate proprio alle norme che regolano l’emissione dei certificati di malattia.