Rettifica dal Ministero del Lavoro sulle sanazioni sul collocamento dei non vedenti

 Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha disposto una rettifica al decreto di adeguamento delle sanzioni relative al collocamento dei centralinisti non vedenti.

Infatti, la Direzione Generale per le politiche dei servizi per il lavoro ha pubblicato il Decreto direttoriale n. 212 dello scorso 3 settembre 2012 che dispone la rettifica del Decreto Direttoriale n. 181 del 24 luglio 2012 a proposito dell’adeguamento delle sanzioni relative al collocamento dei centralinisti non vedenti così come prevede la legge n. 113 del 23 marzo 1985.

Permessi disabili

 Con interpello n. 24/2012 il ministero del lavoro spiega che il riproporzionamento dei giorni di permesso mensili per l’assistenza a familiari disabili (tre giorni, stando alla legge n. 104/1992) scatta solo nel caso di prima richiesta ne lcorso del mese. Pertanto, se in uno stesso mese il lavoratore si trova a fruire anche di altre assenze giustificate e previste dalla legge (malattia, maternità, permesso sindacale, ferie, festività), il lavoratore stesso ha comunque diritto a fruire dei tre giorni di permesso mensili, poiché aventi natura, funzione e caratteri diversi.

Il nuovo contratto delle imprese di pulizia e la legge 104

È stato siglato lo scorso 31 maggio 2011 l’ipotesi di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro delle imprese di pulizia scaduto il 19 dicembre del 2007: l’accordo coinvolge anche le imprese che svolgono servizi integrati/multi servizi.

Si ricorda che il contratto collettivo nazionale di lavoro, secondo gli effetti del decreto n. 248 del 2007 e convertito in legge n. 31/2008, costituisce un complesso unitario e inscindibile tanto da costituire, in ogni sua parte e nel suo insieme, il trattamento minimo inderogabile per tutti i lavoratori delle imprese utilizzato per il godimento dei benefici normativi e contributivi previsti dalle leggi di riferimento.

In particolare, al nuovo contratto di lavoro è stato aggiunto un chiarimento, articolo 35, a proposito dei permessi previsti dalla legge n. 104/1992.

Disabili, acquisto di autovetture da parte di soggetti disabili

L’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti in merito alla possibilità di usufruire della detrazione fiscale prevista per l’acquisto di autovetture da parte di soggetti disabili nell’ipotesi in cui tale veicolo venga acquistato ed utilizzato all’estero.

Secondo la nota diffusa dalla stessa Agenzia le spese mediche per l’acquisto dei mezzi necessari all’accompagnamento, alla deambulazione, alla locomozione ed al sollevamento dei soggetti portatori di handicap sostenute all’estero da soggetti fiscalmente residenti in Italia, sono soggette allo stesso regime applicabile a quelle sostenute in Italia.

Invalidi e il diritto al voto

 Un invalido è soprattutto anche un cittadino e per questa ragione ha il diritto di esprimere il suo giudizio politico. Il nostro ordinamento prevede che un invalido, anche con disabilità grave, ha il diritto di esprimere il proprio voto a domicilio così come le persone affette da gravi patologie o dipendenti da apparecchiature elettromedicali.

Grazie a questa possibilità tutti gli elettori affetti da gravissime infermità che impediscono l’allontanamento dal domicilio, anche con i servizi di trasporto organizzati dai comuni, e gli elettori affetti da grave infermità e in dipendenza continuativa e vitale da apparecchiature elettro-medicali e quindi impossibilitati ad allontanarsi dal proprio domicilio possono esprimere il proprio orientamento politico nelle elezioni amministrative, europee, della Camera e del Senato nonché nei referendum disciplinati dalla normativa statale.

Anziani, per il Consiglio di Stato sono illegittime le richieste economiche ai parenti

 Per i cittadini disabili non autosufficienti e ricoverati nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, è di certo una vittoria; in effetti, il Consiglio di Stato ha chiuso finalmente una vicenda delicata che vedeva le RSA di molti Comuni italiani calcolare la quota di retta a carico dell’utente ricoverato non solo sulla base del suo reddito, come prevede la legge, ma anche del reddito dei suoi familiari, a cui poi veniva richiesto il pagamento.

A questo riguardo, come ha più volte ribadito l’associazione dei consumatori, l’Aduc ha chiarito di nuovo che la legge ISEE prevede che le rette di ricovero in RSA siano pagate per il 50% dal SSN e per il restante 50% dai Comuni con l’eventuale compartecipazione dell’utente. Le amministrazioni comunali hanno più volte ribadito il loro disappunto facendo riferimento al loro bilancio gravemente compromesso tanto da richiedere il pronunciamento dei TAR regionali. Le giustizia amministrativa si è mostrata molto volubile tanto che in Lombardia il TAR regionale dà sempre ragione agli utenti, mentre quello toscano è propensa a schierarsi con l’interpretazione comunale.

Il Consiglio di Stato ha deciso di chiudere questa vicenda con la sentenza n. 1607/2011 facendo pendere l’ago della bilancia in favore degli utenti; in effetti, l’autorevole organismo ha deciso che le rette per la degenza in RSA di persone ultrasessantacinquenni non autosufficienti e disabili gravi devono tener conto dei redditi del solo assistito e non anche dei redditi dei parenti.

Collocamento obbligatorio, alcune novità in arrivo

 In materia di collocamento obbligatorio sono intervenuti recenti disposizioni che hanno modificato alcuni aspetti.

In particolare, per il settore trasporti il Ministero del Lavoro, con Interpello n. 1 del 15 gennaio del 2010, ha risposto ad un quesito, posto da Confindustria e dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, in merito alla corretta interpretazione dell’articolo 5, comma 2 della legge n. 68/1999.

Il Ministero ha precisato che le aziende che si occupano di raccolta e trasporto di rifiuti ( e, come tali, sono iscritte nel registro delle imprese e nell’albo dei trasportatori in conto proprio ) e che operano con mezzi propri, possono essere inquadrati nel settore del trasporto terrestre usufruendo, così, di una parziale esenzione dall’obbligo di assunzione di lavoratori disabili.

Funzione Pubblica, la nuova disciplina sui permessi 104/92

 In arrivo novità alla disciplina  sui permessi per l’assistenza alle persone con disabilità; in effetti, il Dipartimento della Funzione Pubblica, attraverso la sua circolare n. 2 del 10 marzo 2011, rende evidente le modifiche alla disciplina in materia di permessi per l’assistenza alle persone con disabilità introdotte all’articolo 24 della legge 4 novembre, n. 183, ovvero il Collegato lavoro, entrata in vigore il 24 novembre 2010.

Secondo quanto è riportato è prevista l’istituzione e la gestione di una banca dati informatica per la raccolta e la gestione dei dati relativi alla fruizione dei permessi.

La circolare ha l’obiettivo di fornire indicazioni circa i tempi e le modalità delle comunicazione da parte delle Amministrazioni Pubbliche al fine di popolare la banca dati e consentire lo sviluppo delle funzionalità.

Legge 104/92 e il diritto di trasferimento

 La legge 104/92 ha il merito di mettere a punto una serie di norme che permettono ad un lavoratore di usufruire di particolari tutele per rispondere in maniera appropriata alle diverse esigenze di familiari in possesso di disabilità grave.

In particolare, all’articolo 33, comma 6, è previsto che il lavoratore possa scegliere, nei limiti oggettivamente ammessi, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e/o il divieto di trasferimento, senza il suo consenso ad altra sede, sia invocabile, tra gli altri, anche dalla persona con handicap in situazione di gravità.

Esiste però un problema; in effetti, uno dei requisiti richiesti dal legislatore per l’applicazione della tutela relativa al trasferimento, è che il provvedimento richiesto deve essere possibile per il datore di lavoro, ossia l’applicazione della previsione non deve pregiudicare in misura consistente le esigenze economiche ed organizzative del datore di lavoro.

Cassazione, permessi in misura doppia per disabili

 La Corte di Cassazione, sentenza n. 4623 del 25 febbraio 2010, ha stabilito che in caso di figli minori disabili il permesso deve essere concesso in misura doppia: la Corte ha così sconfessato la decisione del giudice di merito che era di tutt’altro parere.

Tutto parte con il ricorso al Tribunale di Brescia, in funzione di giudice del lavoro, dove si chiedeva, nei confronti dell’Inps, l’accertamento del diritto ad usufruire di due permessi giornalieri retribuiti, ai sensi della Legge n. 104 del 1992 articolo 33 e decreto n. 151 del 2001, e quindi doppio rispetto a quello ordinario, essendo padre di due gemelli riconosciuti portatori di handicap in situazione di gravità, di età inferiore ai tre anni.

Il ricorrente poneva in evidenza di avere chiesto al proprio datore di lavoro di poterne usufruire, ma si era visto negare il beneficio poiché l’Istituto aveva escluso specificamente il suo diritto. Successivamente, esperita la procedura amministrativa, aveva infine proposto l’azione in giudizio: il Tribunale di Brescia, viste le osservazioni dell’Inps,  rigettava la domanda con sentenza del 21 luglio 2004.

Assunzioni obbligatorie, ripristinata la quota di riserva

 Finalmente via libera al disegno di legge che rimette a posto la quota di riserva del 7% sul collocamento obbligatorio riservato alle persone con disabilità nelle aziende, pubbliche e private,  con più di 15 dipendenti grazie al voto in commissione Lavoro e previdenza sociale del Senato in sede deliberante.

Il testo interpreta il senso della norma che aveva previsto un diritto di priorità per orfani e vedove di vittime del terrorismo, precisando che non viene intaccata la quota stabilita per legge a favore delle persone con disabilità.

In effetti, con il provvedimento approvato in Senato ora il quarto periodo del comma 2 dell’articolo 1 della legge 23 novembre 1998, n. 407, introdotto dall’articolo 5, comma 7, del decreto-legge 6 luglio 2010, n. 102, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2010, n. 126, si interpreta nel senso che il superamento della quota di riserva di cui all’articolo 18, comma 2, della legge 12 marzo 1999, n. 68, ivi richiamata, deve in ogni caso avvenire, per le amministrazioni pubbliche, nel rispetto dei limiti delle assunzioni consentite dalla normativa vigente per l’anno di riferimento e che resta comunque ferma l’applicazione delle disposizioni di cui all’articolo 3 della legge 12 marzo 1999, n. 68, e successive modificazioni, in materia di assunzioni obbligatorie e quote di riserva in quanto ad esclusivo beneficio dei lavoratori disabili.

Inps, nuove disposizioni per la procedura INVCIV

L’Inps, con messaggio n. 3989 del 22 febbraio 2011, ha comunicato le misure organizzative e gli aggiornamenti della procedura INVCIV 2010 per il nuovo processo per la gestione dell’invalidità civile ed il diritto al lavoro dei disabili.

Secondo le disposizioni comunicate dall’Inps sono le commissioni mediche delle Aziende sanitarie locali che provvedono all’accertamento delle condizioni di disabilità che danno diritto di accedere al sistema per l’inserimento lavorativo, collocamento mirato. Non solo, le commissioni mediche devono anche svolgere le visite sanitarie di controllo della permanenza dello stato invalidante.

La legge n. 68/99 ha introdotto un Comitato tecnico nell’ambito dei Centri per l’impiego con compiti di valutazione delle residue capacità lavorative, della definizione degli strumenti e delle prestazioni atti all’inserimento e della predisposizione dei controlli periodici sulla permanenza delle condizioni di inabilità.

Disabili, lo scippo della legge 126

È sempre più difficile trovare un posto di lavoro e, di sicuro, le cose si complicano se il disoccupato è un disabile.

Ora, con il provvedimento legislativo di agosto, la legge 68/1999 rischia di diventare un lontano ricordo.

In effetti, l’articolo 5 della legge n. 126 del 3 agosto 2010 ha sottratto ai disabili posti di lavoro, legge n. 68 del 1999, a vantaggio di altre categorie estendendo la quota di riserva anche agli orfani ed i superstiti delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

Le critiche alla legge n. 126 arrivano dalla quasi totalità delle associazioni a difesa dei disabili, così come dal sindacato.

Per il comitato genitori dei giovani disabili psichici la legge del 3 agosto penalizza soprattutto i disabili psichici dove la quota del 7% per l’unica possibilità per entrare nel mondo del lavoro.